Incontro con Alessia Piperno

Lo scorso 7 dicembre, il nostro istituto ha ospitato una giovane donna, simbolo di determinazione e coraggio per le nuove generazioni: Alessia Piperno. È una ragazza romana di 31 anni, abita nel nostro quartiere, l’appio-latino, dove la sua famiglia ha una cartolibreria, e ama viaggiare. Svolge il lavoro di travel planner digitale ovvero organizza viaggi online, come ha spiegato lei stessa. E per far questo viaggia molto in tutto il mondo. L’esperienza traumatica che è venuta a raccontarci, le è accaduta un anno fa, quando durante un suo viaggio in Iran, si è improvvisamente trovata rinchiusa tra le mura della prigione di Evin a Teheran. "È l’inferno quel posto, non dovrebbe esistere sulla terra", ha raccontato la ragazza, "trattano meglio gli assassini, delle ragazze innocenti”. Infatti è proprio questo che le è successo, trovandosi vittima di una grande ingiustizia: è stata incolpata di aver partecipato alle proteste per la libertà delle donne iraniane, frequenti in quei giorni, quando lei non ne aveva mai fatto parte perché molto pericolose.

Probabilmente ciò che ha causato l’ "incidente" è stato il periodo, proprio quello in cui la giovane 22enne Mahsa Amini è stata uccisa solo per aver fatto spuntare dall’hijab una ciocca di capelli o forse per il solo peccato di esser donna.

Così il 28 settembre 2022, il giorno del suo 30esimo compleanno, dopo una bellissima sorpresa da parte dei suoi amici, Alessia confonde l'arresto con il gioco dell’escape room che avrebbe dovuto fare insieme agli altri.

Ha trascorso lì 45 giorni di prigionia, senza acqua potabile, servizi igienici degni di questo nome, né tantomeno letti ed è stata liberata grazie all’aiuto del governo italiano.

Quei giorni in cella li ha condivisi con altre sei donne, vittime di ingiustizie come lei, che sono state addirittura maltrattate dalle guardie e una di loro è stata condannata a morte perché ribellatasi alle crudeltà.

La prima notte per lei è stata la più difficile come anche quella in cui, a causa delle proteste in corso in città, sono iniziate anche nei pressi del carcere sparatorie che hanno comportato azioni e reazioni anche all’interno della prigione: le guardie hanno fatto esplodere fumogeni per sedare qualunque accenno di risposta a ciò che stava accadendo ‘fuori’ per di più lasciando al buio per ore l’intero edificio e chi vi era dentro. E questo ha segnato l’animo di Alessia e dei ragazzi lì presenti.

Alessia appena tornata in Italia ha iniziato subito a scrivere il suo libro, Azadi, che significa “libertà” in farsi. Ha scritto di quando è stata bendata e messa in isolamento, di quando le somministravano farmaci per sedarla e della crudeltà delle guardie che picchiavano povere donne innocenti rinchiuse tra quelle mura. Ha deciso di dedicare il suo libro a tutte le sue compagne di cella e al suo amico Louis ancora prigioniero, condannato senza motivo a 5 anni di prigionia.

Oggi Alessia Piperno è una ragazza molto serena e più matura, come ha affermato lei stessa, e che soprattutto ha imparato ad apprezzare molto di più ciò che ha, essendo consapevole del difficile destino delle donne iraniane e di tutte quelle che vivono in situazioni simili in altre parti del mondo.

Al termine del suo racconto ha risposto ad alcune domande, di cui riportiamo le principali.

D: Fare la travel blogger è un lavoro che può risultare rischioso se si va in luoghi non sicuri, come le è accaduto in Iran, per esempio. Cosa l’ha spinta a continuare e intraprendere questo percorso?

R: Il mio lavoro è quello di travel planner, ho un’agenzia di viaggi, però online. Anche se in Iran sono stata rinchiusa per 45 giorni, ed è stata molto dura, quella terra mi resterà sempre nel cuore e non proverò mai odio. Quello che è successo, infatti, non mi ha fermata e non mi permetterà di fermarmi: continuerò a viaggiare. Il prossimo luogo dove voglio andare è il Giappone, sono pronta per una nuova avventura.

D: La sua è stata un’esperienza che le ha segnato la vita; crede di riuscire a trarre dei lati positivi da quello che è accaduto?

R: Ho tratto solo lati positivi da quello che mi è successo. Se mi fossi abbandonata alla tristezza e avessi visto solo i lati negativi, non ce l’avrei fatta. Ma questa è una cosa che si deve fare sempre, in qualsiasi caso, non ci si deve lasciare sotterrare dalle emozioni negative, anzi, bisogna andare avanti e trarre solo lati positivi.

D: Come le è venuta la passione per il viaggio? L’ha sempre avuta oppure c’è stato un evento che glielo ha fatto amare?

R: Sin da piccola viaggiavo con i miei e quando sono diventata grande, il mio sogno era quello di andare in Australia. Mi sono innamorata dei posti in cui andavo e man mano che andavo avanti, cresceva anche la mia passione nel viaggiare. Mi ero promessa che a trent’anni avrei smesso, ma a quanto pare mi ero sbagliata.

D: Cosa consiglierebbe oggi a chi volesse intraprendere un viaggio in Iran? 

R: Sicuramente di evitare di postare sui social qualunque commento sulle situazioni che riguardano quella realtà o semplicemente parlare di quello che sta succedendo con alcuno, perché dal momento in cui si oltrepassano i confini di quelle terre, è bene sapere che si è ‘tracciati’, attenzionati, si è sotto controllo e anche quelle che potremmo considerare sciocchezze, lì potrebbero essere fraintese.

D: Qual è il viaggio più bello che ha fatto e quello che invece non ripeterebbe?

R: Non c’è un viaggio che non rifarei, ovunque c’è qualcosa da apprezzare. Certo è che il viaggio che mi è rimasto nel cuore è quello in Pakistan.

Ringraziamo Alessia Piperno per la sua disponibilità e forza nell’aver ricordato l’ ingiustizia di cui lei è stata vittima come molte donne iraniane lo sono ancora; le auguriamo il meglio con affetto e… azadi! (Martina Merra in coll. con Sofia Marino e Marianna Samà)

10 dicembre 2023