80 anni dalle fosse Ardeatine

Il 24 marzo è ricorso l'ottantesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine: una delle stragi più agghiaccianti fatte dai nazisti durante il periodo di occupazione a Roma. Questo accadde come ritorsione ad un attentato partigiano avvenuto a via Rasella, in cui morirono 33 soldati tedeschi. Perciò il comando tedesco ordinò di fucilare 10 italiani per ogni tedesco morto quel giorno. Le S.S. si recarono nel carcere di via Tasso e nelle altre carceri di Roma, prelevando: oppositori, ebrei, gente che avevano visto fare qualcosa di sbagliato, partigiani, semplici persone per strada che potevano essere dei testimoni e tanti altri. Tutta questa gente venne portata nelle Fosse Ardeatine, ovvero delle antiche cave di tufo dove i soldati tedeschi intendevano occultare i corpi degli italiani. Così iniziarono a sparare a ogni persona, le facevano mettere in ginocchio e sparavano un colpo alla nuca.

I morti in  totale furono poi 336: 5 in più di quelli previsti, più una donna che raccoglieva cicoria nelle vicinanze, venne uccisa perché essendo sorda non riusciva a capire l’ordine di andarsene via da quel posto, i nazisti temevano che si venisse a sapere quello che stavano facendo e spararono anche a lei. Adesso sappiamo quello che fecero solo grazie a un gruppo di ragazzini di Tor Marancia in cerca di un posto dove giocare a pallone e che si avvicinarono incuriositi dal rumore di numerose esplosioni. I Tedeschi rivendicarono l’attentato il giorno dopo, a cose fatte. I familiari delle vittime invece si poterono recare solo alcuni mesi dopo in estate in quel triste luogo per cercare di riconoscere i propri parenti, principalmente attraverso oggetti, pezzi di vestiti, bigliettini e lettere di addio.

Leggendo l’iscrizione presente a Via Tasso, si nota che vennero uccise persone di tutte le religioni e di tutte le fasce sociali: professionisti, medici, artigiani, avvocati, ecc. Fu una tragedia che colpì l’intera popolazione.

In seguito a questa strage venne condannato all'ergastolo in Italia

Herbert Kappler, ovvero il comandante di questo orribile eccidio, che fu inoltre lo stesso uomo tristemente famoso per i 50 chili d’oro chiesti agli ebrei del ghetto di Roma per non essere deportati, anche se alla fine vennero rastrellati comunque.

Un altro personaggio tristemente noto per questo eccidio e che fu condannato è  Erich Priebke. Morì una decina di anni fa e fino a quel momento disse che non si era pentito di nulla, perché aveva solo eseguito degli ordini.

Vogliamo ricordare quello che successe 80 anni fa per accertarci che non accada mai più, e per onorare tutti gli innocenti che morirono. (Elisa Passacantilli e Viola Valora)

3 aprile 2024