Come sono andate?
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2024 si sono tenute il 5 novembre e sono state le 60e elezioni presidenziali della storia degli Stati Uniti. Il vincitore delle elezioni è Donald Trump, il quale presterà giuramento come 47º presidente degli Stati Uniti al Campidoglio di Washington il 20 gennaio 2025. Trump ha vinto le elezioni contro Kamala Harris con il 49,9% dei voti americani.
Queste sono state le più importanti elezioni degli Stati Uniti: si sono infatti tenute contemporaneamente alle elezioni per la Camera dei rappresentanti ed il Senato e alle elezioni governatoriali.
Con la sua vittoria, Trump, è il secondo presidente nella storia degli USA ad essere stato rieletto per un mandato non consecutivo dopo Grover Cleveland (eletto nel 1884 e poi nel 1892).
Qual è stata la campagna elettorale di Trump?
Il programma elettorale del nuovo presidente americano viene chiamato Agenda 47, il nome si riferisce al fatto che Trump sarà il 47° presidente americano della storia degli Stati Uniti.
In questa campagna Trump e il suo team promettono di:
-dichiarare guerra ai cartelli della droga;
-proteggere gli studenti dalla sinistra radicale;
-affrontare l’aumento delle malattie croniche infantili;
-smantellare lo stato profondo e restituire il potere al popolo americano;
-reclamare l’indipendenza degli Stati Uniti riducendo il catastrofico deficit commerciale avvenuto sotto la presidenza di Joe Biden;
-costruire un nuovo scudo di difesa missilistica;
-proteggere Medicare e la Previdenza Sociale;
-fermare lo spionaggio cinese e diminuire il divario nella bilancia commerciale fra Stati Uniti e la Cina.
Perché ha vinto Trump contro Harris?
Partiamo dal fatto che la candidata democratica in questa campagna elettorale ha affrontato alcune importanti difficoltà: doveva presentarsi come presidente e credibile, e nel farlo quindi bisognava abbassare i toni, adattarsi a una retorica più morbida e accomodante. Questo però evidentemente non ha funzionato.
Trump invece ha mantenuto la durezza e l’amore per la polemica, cosa che ha creato una contrapposizione tra un candidato “semplice” e uno “estremo”.
Contrapposizione che ha agevolato Donald Trump.
Un altro elemento che ha condizionato le elezioni della candidata è stato quello di scegliere se allontanarsi dalla figura del presidente in carica Biden.
Biden negli ultimi tempi non è stato in grande forma, sia fisica che mentale, ed è per questo che è risultato molto “debole” nelle decisioni politiche. Per questo Harris doveva apparire “nuova” ed energica, ma non è stato facile dato che è stata per anni la sua alleata politica, nonché vicepresidente. Essere legati a politici in fase di decadenza non è una cosa facile da gestire e tutto ciò, probabilmente ha influito sul risultato.
La vittoria di Trump potrebbe servire a cambiare le sorti della guerra tra Russia e Ucraina in corso ormai da oltre 1000 giorni?
Trump ha assicurato che dopo la vittoria delle elezioni avrebbe favorito un accordo tra il presidente russo e quello ucraino.
Da Mosca hanno espresso un certo scetticismo, mentre da Kiev hanno ripetuto che la pace non arriverà mai con sacrifici territoriali. A New York Zelensky è stato ricevuto dal presidente americano che lo ha definito “il più grande piazzista” al mondo, capace di togliere decine di miliardi agli Stati Uniti per ogni visita a Washington.
Trump, nel suo primo mandato, ha ottenuto il contributo del 2% delle spese di difesa degli altri Stati Nato esercitando un forte pressing. Molti Paesi, però, si trovano ancora sotto questa soglia. Gli Stati Uniti, sin dall’inizio della guerra, sono stati l’alleato principale di Kiev ed è, infatti, inevitabile che Zelensky si chieda quale soluzione verrà offerta ora dalla Casa Bianca.
Quali sono le conseguenze per il resto del mondo dopo la vittoria di Trump?
La vittoria di Trump avrà forti ripercussioni sulla politica estera degli Stati Uniti. Se già il primo mandato è stato uno “stress test” per l’Europa, il secondo arriva in una fase politica ed economica ancora più complessa, a causa della guerra in Ucraina e le tensioni interne NATO. In Medio Oriente, luogo di una guerra regionale, cercherà di chiudere tutto e di rilanciare la cornice degli Accordi di Abramo, mentre con l’Asia la strategia sarà sempre il “contenimento” della Cina e il rafforzamento con i propri alleati nella regione. Per la parte commerciale, ci si aspettano nuovi accordi con Pechino e l’UE con un possibile ritorno delle politiche protezionistiche. (Maia Guarneri)
16 dicembre 2024