IL CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA

Sono quasi due mesi che assistiamo alla ripresa del conflitto tra Israele e Palestina e sembrerebbe più grave di come lo sia mai stato.

Agli occhi di noi ragazzi, quasi adolescenti, non è ancor chiara la situazione ma riusciamo a comprendere che la guerra è un grande, gigantesco ed enorme sbaglio, una follia umana.

La situazione attuale ha un bilancio drammatico, sconvolgente. Ogni giorno vengono registrati tantissimi morti, feriti e ostaggi, in tv ci sono immagini drammatiche e come stiamo iniziando a comprendere, è una guerra che di fatto va avanti da moltissimi anni.

Tra le domande che ci stiamo ponendo e la voglia di capire ma non condividendo tutto questo, si evince che dietro questo attacco ci sono diatribe religiose, interessi di vario tipo, una controversia territoriale e molto altro ancora.

Ho potuto comprendere che ciò che sta accadendo oggi, è solo uno dei tragici capitoli di questa guerra.

Bisogna infatti tornare all’anno 1948 quando è nato il paese di Israele: tale zona abitata da ebrei e arabi palestinesi e per porre rimedio agli scontri tra queste due fazioni, fu approvato un piano di ripartizione della Palestina che prevede la costituzione di uno stato ebraico e di uno arabo.

Il problema principale e che in qualche modo ha da sempre alimentato il conflitto tra Israele e Palestina, è che entrambi i popoli si sono ritrovati a competere per il controllo di queste terre e per questioni religiose.

Tra le informazioni e discorsi tra adulti, ho sentito parlare della Striscia di Gaza e ho chiesto cosa fosse.

Nel 1948 questo territorio era stato insediato dai profughi palestinesi scappati a causa della guerra arabo-israeliana.

Attualmente nella Striscia di Gaza vivono più di 2 milioni di Palestinesi ma l’accesso è rigidamente controllato tanto che persone e merci possono entrare e uscire solo con il permesso del Governo Israeliano. (Christian Roselli)

3 dicembre 2023