Picador, 1890
Les demoimoselles d'Avignon, 1907
Guernica, 1937
Autoritratto, 1896
Ritratto della madre, 1896
L’8 aprile di quest’anno ricorre il cinquantenario della morte di Pablo Ruiz y Picasso. Molte mostre nel mondo lo stanno celebrando e «Testata!» ripercorre per voi le tappe principali della sua vita artistica.
Pittore, disegnatore, scultore, incisore, autore di assemblage, ceramista, grafico, poeta, e molto altro ancora, Picasso è nato in Spagna, a Malaga, il 25 ottobre 1881, ma in lui c’era anche “sangue italiano”, ereditato dalla madre, Maria Picasso y López. E fu proprio quel cognome italiano che Pablo elesse a proprio nome d’arte. Fin da quando era piccolissimo venne indirizzato verso le arti grafiche e quando divenne adolescente, dopo esser stato sia a Madrid che a Barcellona, si spostò a Parigi, città dell’arte per eccellenza, dove conobbe molti artisti. Lui iniziò a dipingere e scolpire fin da piccolo, e nonostante si fosse espresso in generi molto diversi, c’era qualcosa che rendeva uniche e riconoscibili le sue opere.
UN BAMBINO PRODIGIO E RIBELLE
Picasso era un vero e proprio genio, anche da bambino! Dipinse il suo primo quadro a 8 anni ed era assai difficile sia da disegnare che da capire. Nell’immagine è ritratto un uomo a cavallo con tre spettatori a guardarlo. A 11 anni, sotto la guida del padre, Picasso iniziò a frequentare la Scuola di Belle Arti di La Coruňa. Durante l’arco di tempo che va dai 14 ai 16 anni, realizzò dipinti di indescrivibile bellezza, magnifici capolavori, tra cui dobbiamo ricordare “Autoritratto” del 1896, “Prima comunione” e “Ritratto della madre” dello stesso anno e “La scienza e la carità” del 1897.
Molto tempo dopo Picasso dichiarò: «A 12 anni dipingevo come Raffaello. Ma mi ci è volta una vita per imparare a dipingere come un bambino». Infatti Picasso, come abbiamo detto, era molto avanti sia con la manualità che con la tecnica, e a causa di ciò non potè partecipare ad un concorso di arte riservato ai bambini. Fino e oltre i suoi 25 anni, Picasso visse una vita poverissima. Nei suoi quadri rappresentava soprattutto gente di strada, e nelle biografie era descritto come un animale in gabbia, sempre in cerca di libertà. Ciò divenne un tratto davvero caratteristico nella sua splendida e complessa arte. Durante il suo periodo adolescenziale si allontanò dal padre perché non voleva essere assillato nelle sue scelte di vita e i rapporti rimasero tesi fino alla sua morte, a 75 anni, quando Pablo ne aveva 32 ed era già famosissimo.
PERIODO BLU, PERIODO ROSA, CUBISMO E SPERIMENTAZIONI
Nel 1900 Picasso visitò Parigi. Nei musei, nelle gallerie d’arte si nutrì delle opere degli impressionisti dai quali assimilò le diverse influenze nelle tele del cosiddetto “Periodo Blu”. Questo colore fece parte dei suoi quadri fino al 1904. Questo colore era dominante anche perché a quel tempo le sue opere non piacevano e quindi il blu era un colore malinconico.
A partire dal 1904 Picasso si trasferì a Parigi dove rimase per tutta la vita.
Questo periodo fu molto felice per lui, dato che era circondato da pittori e poeti che lo apprezzavano, e le sue tele, fino al 1906 erano dominate da colori chiari, e anche da tonalità rosee, da questo prende il nome il “Periodo Rosa”. Questo periodo portò i quadri e la fama di Picasso alle stelle, e lui pensava solo all’arte.
Tra il 1906 e il 1907 avvenne la svolta. In quegli anni Picasso venne influenzato dalla pittura di Paul Cézanne, da poco scomparso. E, nello stesso periodo si interessò alla scultura africana. Da questi incontri, e dalla volontà di continua sperimentazione che ha sempre caratterizzato l’indole del pittore, nacque nel 1907 il quadro “Les demoiselles d’Avignon” che segnò l’avvio della stagione cubista di Picasso. L’idea che è alla base del cubismo è la rappresentazione di un soggetto da molteplici punti di vista, scomponendolo e semplificandolo attraverso forme geometriche. Si narra che Pablo Picasso e l’artista Georges Braque, osservando un chiodo visto da diverse prospettive, capirono che, rappresentando contemporaneamente i diversi scorci, si creava una nuova idea di quell’oggetto. Si creavano nuove visioni della realtà, multivisioni, che fecero risvegliare la creatività degli artisti. Stesso discorso per la tecnica dell’assemblage, ossia un collage polimaterico che unito al mezzo pittorico restituiva una visione sintetica della realtà.
Il termine 'cubismo' in realtà voleva denigrare le opere degli artisti di questo movimento. Il termine fu usato per la prima volta dal critico Louis Vauxcelles per definire le tele di Picasso e del suo sodale Braque.
GUERNICA, CAPOLAVORO SIMBOLO DELLA TRAGEDIA DELLA GUERRA
L’opera “Guernica”, del 1937, ritrae una madre che grida al cielo con il suo bambino morto tra le braccia, un cavallo, un toro, un soldato a terra con la spada spezzata, gente disperata che esce dalle case per capire cosa stia succedendo. Tutte figure distorte, immerse in toni grigi, bianchi e neri, privi di vita. È alto quasi 8 metri per 3 e mezzo di larghezza e rappresenta la strage avvenuta nella città spagnola di Guernica a seguito del primo bombardamento aereo della storia, avvenuto il 26 aprile 1937, effettuato dai nazi-fascisti tedeschi e italiani in appoggio al generale fascista Francisco Franco contro il governo repubblicano della Spagna.
Poco dopo la realizzazione dell’opera, nel 1939, il generale Francisco Franco instaurò la dittatura militare fascista in tutta la Spagna per ben 36 anni, fino al 1975.
Il quadro di Picasso è uno dei più celebri capolavori della storia dell’arte, simbolo del dolore e della tragedia della guerra e della dittatura. Una sua copia realizzata con la tecnica dell’arazzo, per la drammaticità che simboleggia, è esposta nella sala del consiglio dell’Onu a New York, dono del miliardario Rockfeller.
UN ARTISTA INSTANCABILE
Pablo Picasso è considerato l’artista più “produttivo” della storia dell’arte. Nella sua lunga vita ha prodotto circa 13.500 opere tra dipinti e disegni, oltre 100.000 tra incisioni e litografie, circa 34.000 illustrazioni per libri, centinaia di ceramiche e circa 300 sculture!
COLLAGES
Un poeta, amico di Picasso, ha scritto che le sue modelle assomigliano al ritratto che Picasso ha fatto loro e che ogni ritratto è la somma di un miliardo di fotografie. Ma se il quadro rappresenta mille foto unite che ritraevano la modella, lui non poteva limitarsi a creare un collage al posto di dipingere un quadro?
No, la risposta è molto semplice. Infatti dal collage, ossia da molte foto, l’espressione e il modo di presentarsi della persona non ci fa percepire il carattere, e l’immagine non rappresenta quello che noi vorremmo far capire. Semplicemente noi dobbiamo costruire la vera immagine della persona scelta, ma la vera immagine è solo nella nostra mente. Picasso diceva che nel dipingere, non bisogna semplicemente elencare le cose che si vedono, ma bisogna anche saperle mettere insieme, creando nuove forme, che nascono da un nuovo ordine con cui sono disposte. Quindi la persona che ci si mostra davanti cambia espressione e carattere anche in base all’ordine delle immagini. Il ritratto unisce e trasforma le cose che vediamo. Il quadro ha una vita propria, che noi possiamo domare solo in base alle nostre conoscenze sull’argomento. Un quadro ci può dire molte più cose di quelle che il pittore voleva esprimere nel momento in cui dipingeva.
PICASSO CUBISTA
Questa fase durò per circa dieci anni nella vita dell’artista, e fu un periodo in cui le forme dominavano la sua realtà. Nel 1917, anche a seguito di un suo viaggio in Italia, vi fu una inversione totale nel suo stile, passò ad una pittura più tradizionale.
Si avvicinò ai linguaggi dell’espressionismo e del surrealismo, specie nella scultura, che in questo periodo lo vide particolarmente coinvolto.
Nel 1937 partecipò all’Esposizione Mondiale di Parigi, esponendo nel Padiglione della Spagna il quadro “Guernica” che divenne uno dei quadri più conosciuti dell’artista.
Negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale si dedicò con impegno alla ceramica, mentre la sua opera pittorica fu caratterizzata da lavori «d’après»: ossia rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato.
Picasso è morto nel 1973 all’età di novantadue anni, a Mougins in Provenza (Francia).
L’artista, in vita, fu spesso molto criticato: Picasso fu l’artista che ruppe radicalmente con gli schemi della prospettiva, con i canoni classici dell’armonia e della bellezza, fino a spezzare ogni legame con tutto ciò che c’era stato prima di lui.
Rinunciò al bello a favore della rappresentazione dell’emozione, della tensione, del sentimento.
Oggi Picasso è considerato uno tra i più grandi maestri mai esistiti e anche se le sue critiche potrebbero averlo scoraggiato, ora tutti noi amiamo i suoi quadri e la sua arte, e pochi sono all’altezza di questo genio. (Livia Latini)
20 aprile 2023