Rifrattometro di Caruso

Apparato per la legge della rifrazione e dell'angolo limite

Rifrattometro di Caruso

Numero di inventario: 218

Costruttore: Rosario Caruso, Palermo 1843

Data di acquisto:

Materiali e componenti: ottone, legno

Dimensioni: 51 x 30 x 52 cm

Prezzo:

Descrizione e caratteristiche fisiche

Una base in mogano sostiene un disco in ottone posizionato verticalmente; sulla metà inferiore del disco andava montata una vaschetta semicilindrica (mancante) per contenere il liquido di cui si volevano dimostrare le proprietà ottiche. Sul disco ruota un'alidata che termina superiormente con un traguardo per l'osservazione. Al centro è posta una placca orizzontale metallica nera con fenditura rettangolare. Sul disco sono riportati, nel primo e terzo quadrante, alcuni angoli rispetto alla normale e i relativi valori dei seni. Gli angoli corrispondenti sono indicati con lettere maiuscole nel primo quadrante e minuscole nel terzo. Infine, sulla circonferenza del terzo quadrante può muoversi uno stilo utilizzato come punto di riferimento per osservare la rifrazione del fascio luminoso. Strumento didattico.

Notizie storiche e uso dello strumento

Lo strumento costruito nel 1843 da Rosario Caruso, assistente del canonico Alessandro Casano alla cattedra di Fisica della Reale Università di Palermo, è stato il primo strumento per la dimostrazione delle 4 leggi della rifrazione. Lo strumento è firmato: Rosario Caruso - Palermo 1843. Nel Catalogo Lo Cicero, del 1857-1859, è riportato: Strumento di Caruso per dimostrare la legge per refrazione della luce. Osservando il percorso del fascio luminoso prima di attraversare il liquido e dopo aver attraversato il liquido contenuto nella vaschetta e misurando gli angoli di incidenza e di rifrazione si determina l'indice di rifrazione. Inoltre, lasciando la vaschetta vuota, si poteva dimostrare che l'indice di rifrazione del vetro rispetto all'aria è 3/2. Infatti, ponendo lo stilo in corrispondenza di un dato angolo si poteva constatare, osservandolo dal traguardo dell'alidata, attraverso la fenditura, che la parte di alidata sul primo quadrante si poneva a un angolo tale che il rapporto dei seni dei due angoli (quello dello stilo e quello dell'alidata) era proprio 3/2. Si poteva osservare inoltre che ponendo lo stilo oltre il limite dove era inciso angolo limite non vi era più rifrazione in quanto dal traguardo non lo si riusciva più a vedere.

Interventi di restauro

  • Rimozione a secco della polvere con pennello a setole morbide.

Bibliografia & sitografia

  • P. Nastasi, Domenico Scinà e la fisica palermitana fra Settecento e Ottocento. Studi Settecenteschi n. 18 (1998) 377

  • G. M. Paci, Sul Progresso delle Scienze Fisiche, Annali Civili del Regno delle Due Sicilie, Vol LXIII (1858), pagg. 62-63

  • A. Ganot, Trattato elementare di fisica sperimentale ed applicata, Pagnoni Editore, Milano 1963, pag. 382

  • V. Sagone, Pietro Blaserna e la Collezione degli Strumenti dell'Istituto di Fisica dell'Università di Palermo, Tesi di Laurea in Fisica, Università di Palermo, 17 luglio 2002

  • WikipediA: en.wikipedia.org/wiki/Refraction

A cura di Aurelio Agliolo Gallitto. Ultima revisione 10.05.2021
2012 © Collezione Storica degli Strumenti di Fisica, Università di Palermo