La pila di Volta fu il primo generatore statico di energia elettrica mai realizzato. Inventata da Alessandro Volta nel 1799, nella sua residenza a Lazzate, essa costituisce il prototipo della batteria elettrica moderna. L'invenzione della pila è il risultato di esperimenti fatti alla fine del XVIII secolo. La pila è costituita fondamentalmente da una colonna di più elementi simili sovrapposti, cosiddetti elementi voltaici, consistenti in dischi di zinco alternati a dischi di rame e separati da uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto in acqua salata (buon conduttore). Al posto del rame è possibile usare anche l'argento; al posto dello zinco si può usare lo stagno. Collegando gli estremi superiore e inferiore della pila per mezzo di un conduttore elettrico si crea un circuito nel quale passa corrente continua. L'energia chimica che si sviluppa durante le reazioni fra i metalli e la soluzione è quella necessaria per consentire il flusso di corrente. La pila è formata da catodo, anodo ed elettrolita.
La seconda pila mai inventata è quella inventata da John Frederic Daniell nel 1836 che sfrutta il prototipo della pila di Volta e apporta miglioramenti in termini di tensione e sicurezza d'uso.
Troviamo poi la pila realizzata nel 1866 da Georges Leclanché. Fu la prima pila a secco, cioè a non contenere liquidi, e quindi facilmente trasportabile ed utilizzabile. Il potenziale di cella di questa pila è di 1,5 V, ma a causa dell'accumulo di ammoniaca attorno al catodo in carbonio questa tende a ridursi. Lasciando la pila a riposo (o anche portandola a temperature basse), l'ammoniaca tende a combinarsi sotto forma di complesso con Zn2+, riattivando parzialmente la forza elettromotrice originale della pila.