MiA, 15 settembre 2022

Si entra nella vita umana facendo e ascoltando musica


«Si entra nella vita umana facendo e ascoltando musica. 

Musica non formalizzata, ma musica. Per il bambino in fasce, il tono di voce della madre equivale al timbro di uno strumento musicale per gli adulti, e le note emesse con gli allegri giochi della sua voce producono in lui intense emozioni. Piano piano egli si abituerà a riconoscere (aveva già cominciato mentre era nella pancia materna) e a interagire con quel timbro e quei giochi di voce e dunque a organizzarli mentalmente quasi come melodie, a crearsi delle aspettative melodiche e subito dopo a godere delle variazioni, cioè dei «tradimenti delle aspettative». Piano piano entrerà a tempo con i ritmi degli interventi materni, riconoscendo i suoni e i metri di gioco, fretta, rabbia, noia, rifiuto. 

E poiché la voce umana è strumento del corpo, il bambino imparerà a cogliere la relazione tra voce e movimento del corpo, tra voce e gesto, in quanto egli è predisposto a cogliere la multimodalità del comportamento musicale (quella che ci permette di cogliere la relazione tra un movimento e la sua musicalità, da cui deriverà quella tra danza e musica). Presto il bambino sarà in grado egli stesso di gestire attivamente la sua parte musicale nel duetto che è andato strutturando insieme alla madre. E i due diventeranno maestri concertisti della loro musica che nessuno meglio di loro sarà in grado di eseguire.

Se l’ambiente è ricco e stimolante poi, il bambino imparerà a entrare in duetti con altri adulti e bambini e via via sarà capace di prendere la sua parte in trio, quartetti e altri ensemble familiari e di altri gruppi».


Paolo Apolito

Ritmi di festa

Corpo, danza, socialità

Il Mulino

Bologna, 2014

p. 60