Numeri e significati nel pensiero di Marius Schneider
Numeri e significati nel pensiero di Marius Schneider
MiA, 24 settembre 2022
Ogni giorno, interloquendo musicalmente con persone, fortemente compromesse a livello espressivo e relazionale, rimango affascinato dalla loro straordinaria capacità di eseguire, spontaneamente, ‘frammenti’ ritmici chiaramente rilevabili e perciò trascrivibili molto simili a quelli proposti in questa figura.
Al termine di ogni incontro, caratterizzato ampiamente dall'esecuzione dialogica degli eventi presi in esame, spesso mi interrogo sul significato sotteso alle esperienze musicali vissute. Come mai queste persone sentono ora l'esigenza di esprimersi musicalmente in questi modi, sebbene abitualmente eseguano una quantità considerevole di suoni o rimangono in silenzio?
Probabilmente, il tratto distintivo che differenzia il ‘nuovo’ musicale da quello usuale è l'organizzazione degli elementi che lo costituisce. Le esecuzioni musicali abituali sono caratterizzate, sostanzialmente, dalla ripetizione di suoni o dall'assenza degli stessi, mentre i nuovi 'frammenti' presentano una chiara, dinamica compresenza e articolazione di contrasti (lungo/corto o forte/piano). La novità è quindi relativa alla diversa articolazione del materiale musicale; ma qual è il senso sotteso a queste manifestazioni acustiche? Personalmente ritengo che la musica1 sia l'espressione acustica del sé e, in questa prospettiva, è verosimile ipotizzare che il ‘nuovo’ musicale sia la manifestazione di un iniziale, sebbene parziale, processo di integrazione dei contenuti del mondo interno del soggetto. L’ipotesi interpretativa chiarisce il senso generale del verosimile processo psichico elaborato dall'individuo, ma se queste persone eseguono inaspettatamente e in modo spontaneo, questi specifici ‘frammenti’, molto simili ai piedi metrici greci, che cosa vorranno comunicare? Una possibile chiave di lettura del difficile dilemma è offerta, ancora una volta, dall'applicazione del ragionamento per analogia, ponendo in relazione le cellule ritmiche con l'aspetto quantitativo che le caratterizzano. Così facendo scopriamo la sorprendente similitudine che intercorre tra i numeri e i ritmi, scoprendo altresì che i numeri in realtà possono essere pensati e vissuti come fenomeni essenzialmente dinamici perché racchiudono in sé ‘un’anima’ ritmica. Non a caso Sant Agostino ha dedicato allo studio dei numeri, il celebre “De Musica”2. Fatto ancor più interessante ai fini interpretativi, ponendo in relazione analogica i ‘metri’ con i numeri è possibile applicare il pensiero schneideriano che, a sua volta, pone in analogia i numeri con i suoni e i significati3. Il giuoco dei rimandi analogici può impressionare il lettore, ma aiuta a considerare questi materiali con la dovuta attenzione che meritano e, al contempo, sprona a ricercare i possibili significati che potrebbero, analogicamente, evocare. Le corrispondenze analogiche che intercorrono tra i numeri, i suoni e i significati, proposte nelle immagini, sono desunte dal libro di Schneider M., (1946), Gli animali simbolici e la loro origine musicale nella mitologia e nella scultura antiche, Milano, Rusconi 1986, p. 218-240, mentre la corrispondenza analogica tra i diversi fenomeni (numeri, suoni e significati) presi in esame e le ‘cellule ritmiche’ evidenziate è un’elaborazione dello scrivente.
Note a piè pagina
1G. Bonardi, Dall'ascolto alla musicoterapia, Mercatello sul Metauro (PU), 2007, Progetti Sonori, p.18.
2G. Bonardi, (2008), Qual è il contributo del De Musica di Sant Agostino alla... musicoterapia?, MiA, Musicoterapie in Ascolto, 24 settembre 2022.
3G. Bonardi, (2008), Suoni e significati nel pensiero di Marius Schneider, MiA, Musicoterapie in ascolto, 22 settembre 2022.
Giangiuseppe Bonardi