MiA, 21 agosto 2023
Amar… sé
«Solo se hai paura di te stesso, avrai paura degli altri se ami te stesso, ami gli altri.
Se odi te stesso, odi gli altri.
Perché nella relazione con gli altri ci sei solo tu rispecchiato: l’altro non è che uno specchio.
Quindi, qualsiasi cosa accada in una relazione, sii sempre consapevole che dev’essere già accaduta prima, dentro di te.
Perché la relazione può soltanto amplificare, non creare: può soltanto mostrare e manifestare.
Se ami te stesso, ami gli altri.
Se hai paura di te stesso, hai paura degli altri, perché venendo in contatto con gli altri comincerai a manifestare il tuo essere.
Siete stati condizionati, sia in Oriente che in Occidente, dovunque: cristiani, hindu, musulmani, giainisti, siete stati tutti condizionati a odiare voi stessi.
Vi è stato continuamente insegnato che amare se stessi è male: “Ama gli altri. Odia te stesso”.
Questo è pretendere una cosa assurda, impossibile.
Se non ami te stesso, che sei il più vicino a te, come potrai amare qualcun altro?
Nessuno ama se stesso... eppure cerca di amare gli altri.
In questo caso il tuo amore non sarà altro che odio... mascherato, nascosto.
Io ti dico di amare prima di tutto te stesso, perché soltanto se l’amore accade dentro di te, potrà anche allargarsi agli altri.
È come gettare un sasso in un lago silenzioso.
Il sasso cade, affiorano delle increspature che poi si allargano progressivamente verso la riva opposta: si allargano, si amplificano sempre di più, ma il sasso deve essere caduto, prima di tutto, dentro di te.
L’amore deve esserti accaduto.
Devi amare te stesso; questo è un requisito fondamentale, che è assente in tutto il mondo.
Per questo il mondo è in preda a una tale angoscia.
Tutti cercano di amare, ma è impossibile amare, ne mancano le basi, i presupposti.
Ama te stesso e poi, improvvisamente, ti troverai riflesso ovunque.
Sei un essere umano, e tutti gli altri esseri umani sono proprio come te. Cambiano soltanto le forme, i nomi, ma la realtà è la stessa.
Va’ un poco oltre, e anche gli animali sono come te.
Le forme differiscono un poco di più, ma l’essere?
A quel punto anche gli alberi diventano come te.
Non fermarti va’ ancora oltre; vedrai che le increspature si allargano: allora persino le rocce diventano come te, perché anch’esse esistono come te. L’esistenza è la stessa, è similare.
Questo è l’unico modo per amare Dio: comincia con l’amare te stesso e lascia che l’amore si allarghi.
Non permettere che ci siano limiti.
Procedi e va’ oltre, ancora oltre... sino all’infinito.
Ecco cos’è la preghiera, ecco cos’è la devozione.
Ma se trascuri il primo punto, se il sasso non è stato gettato, continui ad aspettare e osservare, e le increspature non appaiono mai…
Non può partire da nessun altro luogo, può partire soltanto dal tuo cuore. Perché l’amore è un’increspatura nel cuore, una vibrazione nel cuore, una pulsazione, una condivisione di ciò che sei, di qualsiasi cosa tu sia; un intenso, profondo desiderio di raggiungere l’altro, di condividere il tuo essere e la tua gioia e la tua canzone.
Ma il tuo cuore è come morto, congelato, e ti è stato insegnato a condannare te stesso; ti è stato detto che sei brutto, cattivo, che questo è peccato: “Non fare questo, sei colpevole”.
Non sei capace di accettare te stesso, come potrai accettare qualcun altro?
È necessaria una profonda accettazione.
Qualunque cosa e chiunque tu sia, è necessaria una profonda accettazione, Non soltanto accettazione, ma una gioia dell’“Io sono”.
“Io”, “Qui”, “Ora”, tutti e tre questi punti, il triangolo dell’essere, dovrebbero essere colmi di gioia.
Non dovresti chiedere nient’altro.
Non ci dovrebbe essere alcun “dovrebbe”.
Lascia cadere tutti i “dover essere” e il mondo intero è qualcosa di diverso.
In questo preciso istante, pensi continuamente: “Dovrei essere questo e quello. Allora potrei amare ed essere amato”.
Il tuo Dio non è nient’altro che un grande giudice che ti guarda dai cieli dicendoti: “Comportati bene”. Questo ti comunica un sentimento negativo nei tuoi confronti.
A poco a poco cominci ad aver paura, perché ti stai reprimendo.
Se entri in relazione con qualcuno, la tua repressione potrebbe infrangersi e tutto potrebbe tornare ad affiorare in superficie.
E poi?
Dunque hai paura, paura di entrare in contatto con qualsiasi cosa, perciò rimani nascosto dentro di te.
Nessuno sa quanto sei brutto, nessuno sa quanto sei
arrabbiato, nessuno sa quanto sei pieno di odio.
Nessuno sa della tua gelosia, della tua possessività, della tua invidia.
Nessuno sa.
Ti crei intorno un’armatura, vivi dentro di te.
Non hai mai alcun contatto vero; in questo modo puoi gestire la tua immagine. Se avvenisse un contatto profondo l’immagine sarebbe destinata a infrangersi. La realtà, un vero incontro, la manderebbero in mille pezzi, è questa la paura».
Osho
Perché ho paura degli altri?
In: La vera saggezza
Milano
Bompiani
2004
p. 114-117