Latrodectus 

che morde di nascosto

MiA, 19 marzo 2023


Adesso,  forse,

la tarantata, la pizzica

ha preso un’altra forma,

la forma di gioire;

ballare in mezzo agli altri

perché ora la donna

non va più a spigolare.

L’uomo non va più

a fare i muretti a secco,

ad aggiustarli

per farsi pizzicare.

Giovanna Stìfani1

 


Chi desidera approfondire le radici storiche della musicoterapia deve  assolutamente ascoltare e osservare, con cura, Latrodectus http://www.ruggieroinchingolo.it/component/k2/item/262-dvd

Realizzato nel 2008 dalla francese “Les Films du Lierre”, Latrodectus che morde di nascosto è un documentario armonico e molto ben curato che riflette sul senso del tarantismo di ieri e di oggi.

Il passato e il presente del tarantismo sono raccontati con una chiarezza e una referenza che colpiscono immediatamente il fruitore.

Tutto il filmato descrive il tarantismo con profondo rispetto per cui le voci dei protagonisti non gridano ma si intrecciano con La taranta, la storica opera cinematografica del Mingozzi2, le scene attuali di pizzica e le immagini del Salento di oggidì.

La delicatezza, sottolineata dalla colonna sonora, dalle riprese cinematografiche e dalla prosodia dei partecipanti, è la caratteristica che meglio contraddistingue Latrodectus.

Che cosa è il tarantismo oggi?

Ovviamente non è più una malattia, come lo era nel passato, ma cosa è diventato?

Questi due interrogativi aleggiano per tutto il filmato.

La dimensione storico-antropologica del tarantismo è affidata a un appassionato Gino di Mitri che ne spiega con chiarezza i tratti fondamentali del fenomeno, che da cura coreutico-musicale domiciliare diventa, negli anni ’80 del secolo scorso, riscoperta delle radici culturali di alcuni giovani salentini.

La dimensione musicale del tarantismo è affidata a uno strepitoso Ruggiero Inchingolo, erede musicale del M° Luigi Stìfani, l’ultimo musico terapeuta del Salento, che, oltre agli aspetti squisitamente etnomusicologici, spiega, con una naturalezza disarmante, come nasce il ritmo del tamburello della pizzica salentina, eseguendolo sul cuore.

La dimensione causale della malattia, il morso del ragno, è descritta da un eminente Roberto Pepe, aracnologo, che chiarisce, concretamente, cos’è e cosa procura il morso del Latrodectus.

La dimensione etno-psicologica è affrontata da un bravissimo Georges Lapassade.

Il noto ricercatore d’oltralpe descrive l’evoluzione del concetto di malattia che, da evento scardinante l’armonia familiare, diventa oggi vissuto come dissociazione (trance) patologica.

Una parte della dimensione di vita sociale è affidata a Rita Santoro Mastantuono, depositaria salentina, che narra, con voce sofferente e triste, la difficilissima condizione femminile delle donne del Salento negli anni ’50 del secolo scorso.

Alla roca, profonda, calma voce della signora Giovanna, la figlia del M° Stìfani, è affidato l’arduo, pesante, fardello di custodire e tramandare il misterioso e prezioso lascito antropologico-culturale del padre.

“Adesso, forse, la tarantata, la pizzica ha preso un’altra forma, la forma di gioire; ballare in mezzo agli altri perché ora la donna non va più a spigolare.

L’uomo non va più a fare i muretti a secco, ad aggiustarli per farsi pizzicare3”.

Credo che, con queste parole, la signora Giovanna indichi una possibile evoluzione del tarantismo, perché oggi come allora, la musica della pizzica è un richiamo alla vita, alla gioia; ciò che è cambiato è la dimensione rituale che da relativamente intima e quasi segreta è diventata sociale e plateale.

Certo che al M° Ruggiero Inchingolo e alla signora Giovanna rimangono un tesoro e una gravosa responsabilità che è quella di tramandare, custodire, preservare il passato e pensare il presente, rivitalizzando il tarantismo, riparandolo eventualmente da abusi.

So bene che nella cura musicale, ossia nell’odierna musicoterapia, la “dimensione intima4” è un requisito fondamentale, imprescindibile, ma individuare la dimensione terapeutica, che la pizzica socializzata può assumere oggi, mi affascina altrettanto.

Se poi si giungesse a unire il passato con il presente ne sarei lieto perché il tarantismo, come diceva Rouget, “è […] un caso particolarmente caratteristico e spettacolare di musicoterapia5, perciò va studiato, sempre.

 

Per informazioni sul prezzo e la disponibilità scrivere a ruggieroinchingolo.it


1Latrodectus, Les Films du Lierre, DVD, dal 45:17 a 45:28.

2https://sites.google.com/view/mia-musicoterapie-in-ascolto/recensioni/la-taranta 

3Latrodectus, Les Films du Lierre, DVD, dal 45:17 a 45:28.

4 https://sites.google.com/view/dizionariodimusicoterapia/musica-intima 

5 G. Rouget (1980), Musica e trance, Einaudi, Torino 1986, p. 219.



Giangiuseppe Bonardi

bonardi.giangiuseppe@gmail.com