Sebbene piante e alberi producano ossigeno e riducano la percentuale di anidride carbonica presente nell'atmosfera, la maggior parte dell'ossigeno proviene dall'oceano. L'enorme abbondanza di alghe nei mari ci garantisce quasi tutta l'aria pulita che respiriamo.
Sul diaframma, il grande muscolo che si trova al di sotto dei polmoni e che divide la cassa toracica dal ventre. Quando si abbassa, i polmoni, che poggiano sul muscolo, si espandono. La differenza di pressione rispetto all’esterno del corpo fa sì che l’aria sia richiamata all’interno delle vie aeree.
Provare una fitta al costato è dovuto spesso a un piccolo stiramento delle fasce muscolari che si trovano tra le costole, la cui funzione principale è quella di consentire l’allargamento e il restringimento della cassa toracica nei meccanismi della respirazione.
La contrattura temporanea del muscolo può essere causata da un movimento brusco o dal sollevamento di un peso, ma anche semplicemente dai movimenti involontari della muscolatura stessa.
Un adulto medio a riposo inala ed esala circa 8 litri di aria al minuto: in un giorno dunque vengono respirati in totale circa 11 mila litri di gas. L’aria inalata è composta per circa il 20% da ossigeno, mentre quella esalata ne contiene solo il 15%, perciò circa un quarto dell’ossigeno viene "consumato" a ogni respiro: viene infatti portato, attraverso il sangue arterioso, dai polmoni alle cellule del corpo, che in cambio cedono al sangue venoso anidride carbonica. Ogni essere umano consuma quindi mediamente 550 litri (circa 0,5 m3) di ossigeno al giorno.
Per la differenza di temperatura tra l'aria fredda e secca che inaliamo e l'interno caldo e umido del nostro naso. Le cavità nasali hanno il delicato compito di riscaldare e umidificare l'aria in entrata, assicurandosi che non arrivi gelida e secca fino ai polmoni.
Mentre l'epiglottide si apre per favorire la respirazione, tentiamo di imprimerle un movimento inverso, di chiusura: o perché proviamo a deglutire (e quindi a contrarre gli stessi muscoli che si stanno espandendo) o perché, nel tentativo di non piangere, cerchiamo di comprimere i muscoli della gola, ancora una volta andando contro alla loro apertura.
In entrambi i casi, si genera una contrazione muscolare. Qualche respiro profondo assestato al momento giusto potrebbe aiutare a evitare questo sgradevole "blocco".