Nasce nel 1935 a Torino.
“Allevato” al teatro dal nonno materno Emilio Allasia, attore molto noto in città nei primi anni del ‘900, dopo aver avuto come maestro Michele Oberto, direttore della “piccola scena” con la quale ha interpretato vari ruoli da attore giovane (Il Cardinale, Addio Giovinezza, Luce che Torna, Rebecca) fino a ottenere il ruolo di Protagonista (Il Fornaretto di Venezia), ha fondato e diretto la Compagnia Teatrale fino dagli anni del Liceo Alfieri (da cui la Compagnia prende nome).
Mette in scena lavori propri (“Maddalena”, “Il Sacrificio”, “Nel nome d’Italia”, “Ultime della sera”) e “Una partita a scacchi” (Fernando) di Giacosa, “Romanticismo” di Rovetta (Vitaliano Lamberti), “Curculio” di Plauto (Fedromo), “I fiordalisi d’oro” di Forzano (Heraut de Sechelles), “Esami di maturità” di Fodor (Stefano Kulciar), “La Locandiera” di Goldoni (Ripafratta), “L’amorosa tragedia” di Benelli (Dore), “La vita è sogno” di C. Della Barca (Sigismondo), “Il germoglio” di Menini ( l’Uomo) e “Una strana bottega” di Bertola (Il poeta).
Nel 2005 si laurea al DAMS di Torino, settore teatro, con una tesi sulla “Regia dei libretti di G. Verdi”, votazione di 110/110 e lode.
Dopo un’interruzione di 20 anni Castello riesce a rimettere insieme il nucleo della Compagnia originale (Lalla Volante, Ermanno Barni, Eugenio e Mirella Cassarino, Piero Castello) e con questi attori “rifonda” la Compagnia Vittorio Alfieri che in questa nuova edizione si avvale anche della presenza successiva di Beatrice Capoti, Giovanni Moro, Mauro Bocci, Dario Franchi, Alfredo Visca, Claudio Giacomini, Silvio Ferrari, Umberto Masini, Guido Volante e delle scenografie di Piero Castello, Sergio Albano ed Enzo Panizzi, cui seguiranno Laura Lazzari Moro, Giovanni Moro e Giusy Musso.
Le opere allestite vanno da “Amleto” di Shakespeare (1983) al “Macbeth” (1986), dal “Processo al Medioevo” di Castello su testi di autori medioevali e rinascimentali (1988) alla ripresa della “Vita è Sogno”; da “Malato immaginario” di Molière (1992) nel ruolo di Argante, alle “Allegre Comari di Windsor” di Shakespeare (1995) nella parte di Ford al ‘Processo a Gesù’ di Fabbri (Davide) con la partecipazione di Mario Priore, Mario Piazza, Graziella Gotro, Sara Piazza, Andrea Capponi, Luciano Gallo. Nel frattempo la Compagnia si é arricchita di elementi nuovi, da Lina Gaggero a Elisa Bianco, da Alessandro Dini a Gilda Berto e Rita Rosestolato per non citare che i più frequentemente presenti, e di tecnici quali il fonico Gian Rosmino e il datore di luci Manuele Marzolla.
Nel 2002 Nico Castello mette in scena una nuova edizione di “Piccola Città”, con protagonisti Liliana Di Marco e Michele Puzzangara, affidandone la regia a Guido Volante.
Collateralmente all’attività principale (svoltasi in teatri quali il Carignano, l’Alfieri, il Piccolo Regio, il Valdocco, il san Giuseppe di Torino, il Petrarca di Settimo e altri in provincia) la Compagnia svolge un’attività parallela con atti unici di Cechov (L’Orso, La Notte Prima del Processo, Il Tabacco fa Male – suo cavallo di battaglia! – Tragico Contro Voglia), di Pirandello (L’Uomo dal Fiore in Bocca), di altri di autori vari, dello stesso Castello (Malati e Medici a Teatro) e di Giovanni Moro (Bacco e Arianna, il Naso).
Nel 2006, realizza il sogno dell’allestimento in versione integrale de “L’Edipo Re” di Sofocle, in cui interpreta Edipo.
Nel 2008 è regista ed interprete, nuovamente nel ruolo del Marchese di Ripafratta, de “La Locandiera”.
Nel 2009, cura la regia de “Il Re Muore” di Eugéne Jonesco e ne interpreta il ruolo protagonistico del Re Berenger I.
Nel 2010 collabora alla regia del dramma “Lo zoo di vetro” di T. Williams.
Ha partecipato come consulente musicale ad uno spettacolo celebrativo per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ha partecipato allo spettacolo “Umorismo in musica” al Piccolo Regio di Torino, curandone la regia in collaborazione con Walter Baldasso e Francesco Albano.
Nico Castello ha inoltre svolto attività di conferenziere, coadiuvato da attori della Compagnia (Lalla Volante, Guido Volante, Mirella Cassarino) o da altri gruppi teatrali (Mario Priore, Elena Zegna) con presentazione di temi verdiani (Fuggi fuggi per l’orrida via… o Donna, svelami, narra…) riguardanti libretti di Verdi e la figura femminile nelle opere verdiane.
Sia nella veste di attore che di regista, Nico Castello si è sempre attenuto ai criteri della regia cosiddetta “interpretativa” col massimo rispetto per le indicazioni dell’Autore rappresentato e applicando una grande accuratezza nella scelta delle scenografie e dei costumi.
Ha sospeso l’attività, per motivi familiari, passando l’incarico della direzione della Compagnia ad Alessandro Dini e Giorgio Zangirolami, restando a disposizione come consulente artistico, nel cui ruolo ha curato nel 2024 "La bottega del caffè" di Goldoni.
Nel 2021 riprende le vesti di Autore teatrale, scrivendo per la Compagnia Alfieri la commedia in 3 atti “Il Testamento”, "Sala d'Attesa" e "Rivivere".