In una gelida mattina di febbraio del 1984, il Giovanni Moro (44enne - allora! - e lomellino d.o.c.) percorrendo un corridoio dell'ospedale in cui lavorava, incrociò i suoi passi con quelli del Nico Castello. Incrociò pure il solito sonnacchioso “Ciao!”, ma poco dopo, alle sue spalle udì una voce:
“Tu hai la faccia adatta...”. Il Giovanni si voltò perplesso:
“Scusa, ma adatta... a che cosa?”.
“A fare Duncan di Scozia.”
“E chi l'è?”
Due anni dopo il Giovanni Moro ergeva la sua non lieve figura sul palcoscenico del teatro Valdocco per impersonare re Duncan nel 'Macbeth'. Per fortuna degli spettatori fu assassinato subito, ma oramai il virus del teatro aveva annullato tutti i linfociti che possedeva e la malattia si era incancrenita.
Fu il Giudice nel “Processo al Medioevo” (1989), Clotaldo ne “La Vita è Sogno” (1993), il dott. Purgone ne “Il Malato Immaginario” (1996), ancora il Giudice nel “Processo a Gesù” (2000) e il sig. Webb ne “La Piccola Città”.
Nelle varie edizioni di “Malati e medici a Teatro” di Castello ha interpretato il monologo “Il Canto dell'erbolaro” di Rotebeuf; più volte è stato Niukin ne “Il tabacco fa male” e Svetlovidov ne “Il Canto del Cigno” entambi di Ceckov, sia in propri allestimenti sia come ospite di altre rappresentazioni.
Ha ideato uno spettacolo, gratificato da molte repliche, dal titolo “La Follia del Vivere” composto da alcuni atti unici di Ceckov, sostenendo i ruoli di Smirnov (L'Orso), Nikita (Il Canto del Cigno), Kovalèv ne “Il Naso” di cui è autore della sceneggiatura da una novella di Gogol e altro.
Ha curato l'adattamento scenico del ditirambo seicentesco “Il Bacco in Toscana” di Redi, interpretando la parte di Bacco e curandone la regia.
Nota: non meritano menzione le sortite giovanili scolastiche nel “Prometeo legato” di Eschilo, “Le Baccanti” di Euripide e “Saul” di Alfieri. Dopo aver interpretato l’indovino Tiresia nell’ “Edipo Re” di Sofocle, Giovanni Moro è attualmente in fase sabbatica.
Portano la firma di Giovanni Moro come “artigiano” gli allestimenti scenici di molte opere. Su ideazione e con la collaborazione della scenografa Laura Lazzari ha realizzato le strutture sceniche de “La Vita è Sogno”, “Il Malato Immaginario”, “La Allegre Comari di Windsor” (con Piero Castello), “Il processo a Gesù” e per le svariate edizioni della “Follia del Vivere”.