Esistono "due vie" all’Open Access:
1. GREEN ROAD, definita anche "Deposito" o "Self archiving":
La Green Road ha due vantaggi:
- si continua a pubblicare sulle riviste/sedi editoriali di riferimento – con particolare riguardo ai criteri di valutazione in uso – e poi si deposita la versione consentita in Archivio (che circola di più e consente di ottenere visibilità e riconoscimento);
- è fattibile subito, a costo zero.
- si continua a pubblicare su riviste che "servono" per la valutazione
2. GOLD ROAD:
- l’autore pubblica in riviste Open Access (l’elenco si trova in DOAJ – Directory of Open Access Journals) o pubblica volumi Open Access (l’elenco, anche per editore, si trova in DOAB – Directory of Open Access Books)
- le riviste sono peer reviewed, e sono accessibili a tutti e sono senza abbonamento
- hanno un diverso modello di sostenibilità economica: alcune testate, circa il 26%, chiedono il pagamento delle spese di pubblicazione dell’articolo, le cosiddette APC (Article Processing Charges).
Ci sono tre forme di Article Processing Charges:
- APC per editori nativamente Open Access (es. PLoS, BioMedCentral…) che non hanno altra fonte di introiti. Il 23% delle riviste Open Access lo richiede (Shieber 2009); la grande maggioranza quindi è a costo zero;
- APC per editori tradizionali che offrono una o"Open Choice ” o simile. In questo caso, la rivista resta in abbonamento, ma il singolo articolo diviene Open Access dietro pagamento. Questo genera il fenomeno del “double dipping”, di fatto duplicando i costi. Si parla in questo caso di riviste ibride.
L'Università Milano-Bicocca ha stipulato un contratto con alcuni editori per avere degli sconti sulle APC (https://www.biblio.unimib.it/it/servizi/open-access-sconti-autori )