Approfondimenti sul Corso

Google e/è Dio

Riflessioni sulla figura del "Dio Google" e considerazioni a seguito di riflessioni sul tema della “Morte di Dio” di F. Nietzsche

Se è sensato affiancare all’immagine di Dio quella di Google, come entità onnisciente, (quasi) onnipresente ed onnipotente, la mia riflessione si orienta sulla nostra necessità di Dio. Su Dio come “strumento” utile.

Dio e il sovrannaturale sono creazione della debole e sperduta mente dell’essere umano. Essi hanno sempre vissuto nella limitante dimensione dell’invisibile, dell’inudibile e dell’inconcepibile ciononostante, sono sempre stati gli strumenti fondamentali per dare un senso al mondo e quindi avere l’illusione di averne il controllo.

Se è vero che per i più Dio è morto ormai da più di un secolo (o meglio) ucciso dai suoi stessi creatori, allora forse questi aspiranti Ubermenschen tramite la tecnica e la scienza, hanno creato una nuova divinità? È forse questo Internet, attraverso Google?

Erigeremo un giorno dei templi all’Internet e dichiareremo guerre in suo nome? Verrà un giorno un nuovo “Folle” ad annunciare quindi la prematura “Morte di Internet” per l’uomo futuro?

La Natura del Simbolo

Riflessione dalla lettura de: La Via dei Simboli

Cos'è un simbolo?

Simbolo è una scelta di forma che aiuta l’uomo a trasmettere un messaggio.

Nella storia l’uomo ha sempre vissuto di simboli, e li ha scelti come veicolo decorativo o strutturante dei templi che ha eretto ai suoi dei e a sé stesso.

L’architettura vive di simboli, soprattutto l’architettura sacra. Essa stessa è simbolo del volere di una comunità più o meno ampia.

Le grandi cattedrali gotiche del XII e XIII secolo sono proprio il simbolo più eloquente di come il volere di un popolo si possa tradurre in forme e simboli.

Oggi, la genesi di qualunque Architettura sta proprio nella sua carica simbolica e per noi contemporanei, ciò è imprescindibile.

È proprio il concept; l’intenzione generativa che da valore ad un’idea in ambito progettuale, non certo la ricerca della sua massima efficienza. È il concept a far si che l’architettura oggi sia emozione, veicolo di un messaggio e forse potenziale stimolo di riflessione.

Come però, ci viene chiesto, il simbolo e il suo racconto sono collegati alla sempre maggiore “metaforizzazione” delle forme architettoniche contemporanee?

Osservando le opere di Gehry, di Hadid, di Piano potremmo pensare che l’edificio venga ormai ammantato da un “Velo di Maya” che ne nasconde la sua sostanza e ne palesi l’interiorità.

Forse viviamo oggi come un capovolgimento, un rivoltarsi su se stesso dall’interno verso l’esterno degli organismi architettonici che espongono la loro “anima” agli occhi di tutti.

E quello che noi vediamo è il miglior tentativo di raccontare questa interiorità priva di dimensione fisica, attraverso forme fisiche e il proprio personalissimo filtro interpretativo.

Racconti visionari che noi osservatori esterni possiamo cogliere solo in parte ovviamente, ma che tramite alcuni simboli e attraverso un sapiente gioco di nodi con la realtà fisiche intorno all’opera, riusciamo ad afferrare e tradurre in emozioni e contemplazione.

Tutto il resto, esclusi i casi più virtuosi e sensibili di questo “Nuovo Espressionismo”, non sono altro che un cavalcare l’onda e una spinta ai limiti su questo fenomeno nuovo, affascinante e forse un po' di moda.

Nuova Soggettività

Riflessione dalla lettura de: Nuova Soggettività. L’architettura tra comunicazione e informazione.

Inizierei la mia riflessione da una domanda sussurrata alla fine della mia lettura, un contraltare alla riflessione sul soggetto della “Neue Sachlichkeit” (Nuova Oggettività).

Chi è il soggetto della nostra ricerca? A chi è mirata la Rivoluzione che cerchiamo di diffondere?

Oggi forse, le stesse masse di lavoratori di ieri hanno sviluppato una sensibilità maggiore che li porta a pretendere di più, ad aspirare a spazi migliori per delle vite migliori – che siano gli spazi del sonno, del passeggiare e del lavorare.

L’architettura del futuro dovrà diventare un organismo materno mutevole e accogliente, sensibile agli stimoli ambientali e come questi vengono percepiti dai suoi abitanti. Immagino delle architetture che faranno dell’assenza di un’immagine definita di esse, la loro firma. Delle pelli che potranno aprirsi per permettere il passaggio dell’aria; scurirsi per riparare noi e loro stesse dal picchiare del sole; dilatarsi per accoglierci in massa e arrossire per accompagnare e rispondere alle nostre emozioni.

Risiederà in questo suo essere mutevole e viva, la chiave per scolpire la Nuova Soggettività! Ognuno di noi, in qualche modo ed in scala differente, dovrà essere in grado di vivere il mondo come il luogo più accogliente possibile, fisicamente ed emotivamente.

Perché ormai abbiamo ottenuto ambienti luminosi, ampli, salubri e permeabili grazie alla Rivoluzione Oggettiva operata dal Movimento Moderno. È dunque il momento di lavorare per dei luoghi che ci permettano di esprimere in libertà e in cui emozionarsi e sognare con serenità. Dare spazio all’interiorità e alla singolarità, in contatto con lo spazio e la comunità.

Nuove Sostanze

Riflessione dalla lettura de: Nuove Sostanze. Manifesto della Rivoluzione Informatica

<<È del tutto naturale che gli architetti si allontanino dalla metafisica dechirichiana di una città per archetipi fissi nella memoria, per guardare alle ricerche degli artisti più attenti a fenomeni di stratificazione, di residualità, di ibridazione>>...<<L'architettura si insinua nelle maglie dell'esistente, usa e rilancia gli oggetti preesistenti come dei ready-made, crea con le sue articolazioni dinamiche spazi interstiziali 'tra' nuovo e preesistente. Ma al di là delle scelte espressive, o delle "ferraglie contorte" che spaventano, è proprio una idea diversa di architettura per la città che si afferma. A guardare le opere più riuscite viene proprio da definirle operazioni di urbanscape. Sono grandi opere di ripensamento della città, delle sue intersezioni, dei suoi flussi dinamici, dei suoi nessi complessi.>>

È sorprendente come ci siano voluti quasi due secoli e mezzo per "fare pace" con il nostro ambiente circostante e capire che imbrigliarlo nelle forme regolari della geometria regolare non avrebbe portato a degli sviluppi sani, concettuali e pratici.

Nel liberarsi dal diktat della zonizzazione abbiamo riscoperto una natura potente, che ci dà tutti gli stimoli per poterla utilizzare al meglio enfatizzandola.

È quindi vero forse che "La strada è solo una riga di matita che trucca gli occhi alla pianura"?

Sono quindi tutte ugualmente valide le nuove sostanze che ci spingono ad abbandonare il modo in cui abbiamo concepito il mondo fino a ieri. Il Paesaggio devo diventare non più frutto di uno scontro di conquista ed affermazione dell'Homo Sapiens sulla natura, bensì luogo di incontro. Un tavolo di pace in cui risanare tutte le ferite sanguinanti ma anche quelle mai correttamente risanate.

Lavoriamo dunque sulla fluidità degli spazi e sulla fluidità delle loro mansioni prestabilite. Che si rompano anche i vincoli autoimposti dall'Uomo all'Uomo e si sperimenti liberamente ogni soluzione utile al fine ultimo di un'architettura sempre più intelligente e reattiva, per tutte le creature nelle nostre piccole valli e tutte le loro attività!

Peter Eisenman

Illuminazione sull'architettura cubista e sul Tempo

Fare Architettura è come tornare indietro nel tempo e divenire scriba. Si srotolerebbe una pergamena usata e, grattandone via alla meglio il contenuto, si scriverebbe la propria versione delle cose.


Lavorare per layer in 3D però porta a rendere percepibile la natura molteplice dell'Architettura...


Swinging e Cristallizzazione di attimi - COESISTENZA


Architettura riconducibile alla pittura CUBISTA ed in particolare al tardo periodo di Pablo Picasso, nonché con il FUTURISMO


Approfondire il contatto con Gehry con la POP ART negli anni 80