Aniene Flows - Il Concept (quasi) Finale

NECHERI

Nelu, Michela, Yuri

JELLYFISH

Uno spazio empatico

INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO DELLA SITUAZIONE DI CRISI:

Dopo aver analizzato e visto il tratto 12 di Aniene flow, ci siamo resi conto di quanto quest’area fosse inquinata. L’aspetto sul quale vogliamo concentrarci riguarda nello specifico la qualità dell’acqua. Abbiamo trovato numerosi articoli di giornale che dimostrano la nostra tesi. Sono state rilevate tonnellate di plastica, rifiuti speciali e sostanze inquinanti che classificano la qualità dell’acqua come pessima. Questa è pessima anche nelle vicinanze dei depuratori, che quindi non funzionano sufficientemente bene. Tra le soluzioni attualmente in atto ci sono barriere e reti per bloccare i rifiuti. Il fiume è inoltre invisibile a chi passa in quei luoghi poiché non è valorizzato e ne va a costituire una problematica. A supporto della nostra ricerca, abbiamo individuato dati che analizzano la conformazione sociale dell’area di Pietralata (Zona Urbanistica 5G). L’area è innanzitutto composta per la maggior parte da famiglie di un singolo individuo (44.1% sul totale) la cui maggioranza è over 30. Sono invece il 12.5% del totale, i nuclei familiari con più di 4 elementi e ne consegue una moderata ma non trascurabile presenza di bambini e adolescenti nell’area. A queste percentuali, va considerato che il 22.4% dei residenti è over 65 e pensionato e che a questi, è fornito un centro anziani pari a 0.3 per mille degli stessi. Sommando a quanto detto poc'anzi il dato pari a 0% dell’offerta culturale per mille abitanti e la presenza di impianti sportivi pari a 0.5 per mille abitanti nel quartiere, ha definitivamente confermato la necessità di un luogo d’aggregazione adatto a una varietà di momenti e di personalità. Che possa essere luogo di ritrovo, di incontro ma anche di gioco e di relax. Una struttura emotivamente ricettiva e mutevole ci è sembrata la risposta più adeguata.

DESCRIZIONE DELL’IDEA PROGETTUALE:

Abbiamo individuato nelle vicinanze del tratto, da un lato e dall’altro del fiume, delle potenziali aree su cui intervenire, per poi andarne a scegliere una. L’area individuata ha la funzione di collegamento tra le due sponde e si trova, inoltre, nelle vicinanze del ponte di Via Tiburtina. L'installazione intende attivare un’operazione di rilancio intelligente e vogliamo che funga da catalizzatore per le aree circostanti. Vogliamo quindi creare uno spazio circolare come simbolo di riappropriazione e consapevolezza del territorio, fruibile da tutti i cittadini. Questo spazio sarà in grado di depurare l’acqua del fiume attraverso un sistema tecnologico e diventerà un landmark, punto di riferimento e di interesse per i viaggiatori sul ponte di Via Tiburtina e per l’intera città.

Sarà caratterizzato da dei vuoti e dei pieni intorno ai quali verranno tessuti percorsi. I vuoti saranno occupati da giardini idroponici, una tecnica alternativa di depurazione che non prevede l’uso del terreno bensì dell’acqua. I pieni saranno invece a disposizione dei cittadini, per poter stare, passeggiare, parlare o godersi il fiume. Questo sistema permette così di ristabilire quel rapporto tra uomo e fiume che sembra essersi perduto.

Per quanto attiene alla depurazione delle acque abbiamo pensato di fermare i grandi inquinanti (tronchi, legno, plastica, ecc.) con reti o barriere in prossimità della piattaforma, i rifiuti di media dimensione con un sistema di “ tentacoli” posti sotto la piattaforma, mentre le sostanze inquinanti attraverso delle piante fitodepuratrici. Le piante per la fitodepurazione catturano l'ossigeno dall'atmosfera e lo trasportano fino alle radici della pianta. L'ossigeno viene quindi rilasciato nel substrato attorno alle radici, dove vivono i batteri aerobici, che sono in grado di degradare gli inquinanti e la sostanza organica in sostanze inorganiche disponibili per le piante. Le piante a loro volta assorbono direttamente una parte delle sostanze organiche disciolte in acqua e prodotte dai batteri.

ATTINENZA CON L'INFORMATICA:

Abbiamo scelto di indirizzare la nostra scelta nell'ambito dei processi di costruzione dell'interattività. L’installazione sarà quindi progettata con una copertura parametrica, mediante l’utilizzo di Grasshopper, per rispondere al meglio alla forma della piattaforma e alle condizioni climatiche. La struttura sarà realizzata in alluminio e con materiali leggeri, velocemente smontabili e facilmente trasportabili.

Riportiamo due esempi per far capire l’atmosfera che vogliamo generare:

Modello di copertura

The desert pavilion, Jordan

Abbiamo pensato di installare dei sensori in grado di cogliere lo stato d’animo degli occupanti con lo scopo di eseguire sentiment analysis. In base alle informazioni che vengono raccolte, sarà possibile cambiare l’immagine della copertura a livello di effetto cromatico. Linstallazione sarà quindi in grado di interagire con le persone che la occupano, potrà imparare da questi e adattarsi costantemente alle loro emozioni.

Il riferimento a cui ci siamo ispirati è quello di un dispositivo EQ-RADIO, in grado di rilevare le emozioni tramite segnali wireless. Attraverso il monitoraggio costante del respiro e del battito cardiaco di una persona è in grado di stabilirne lo stato d'animo. Non volendosi vincolare a sensori fisici da applicare sul corpo, che potrebbero risultare fastidiosi, il dispositivo utilizza un segnale wireless ad onde radio in bassa frequenza (RF).

Dispositivo EQ-RADIO

http://eqradio.csail.mit.edu/

Jenny Sabin Studio - Ada

https://www.jennysabin.com/ada