2019: Austria - Germania

Giovedì: 380 km da Milano a Merano in 9 ore e mezza circa

Mercoledì 3 luglio, ore 22.30, i bimbi finalmente dormono e io posso dedicarmi alla preparazione della moto, infatti è ancora mezza smontata in box, non la situazione migliore se si deve partire la mattina seguente e non ho nemmeno fatto i bagagli.

Finalmente arriva la mattina di giovedì 4 luglio, si parte! Tralasciando i tentativi di "golpe" del giorno precedente ci troviamo all'Autogrill di Agrate tutti più o meno puntuali, solo Santino ci avrebbe raggiunto direttamente in hotel.

Con "solo" mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia riusciamo a partire. Le prime curve le incontriamo sulla Iseo - Polaveno, sempre belle ed essendo giovedì anche deserte. Dopo una breve sosta a Gardone Val Trompia ripartiamo, altre curve verso Londrino, anche qui traffico inesistente.

Il gruppo tiene un buon ritmo, passiamo accanto ai laghi di Idro e Ledro, in un attimo siamo a Riva del Garda senza aver fatto nemmeno una sosta foto, mannaggia.

Saliamo verso Ballino, strada piacevole e bel panorama. Ci fermiamo a mangiare poco dopo presso un ristorante già "testato" da alcuni. Appagato dalla strada percorsa fino a quel momento, ma soprattutto dalle condizioni atmosferiche favorevoli, mi scappa un: "Fino a qui niente pioggia, visto?" Inutile dire che i compagni di viaggio mi fulminano con lo sguardo.

Durante il pranzo temibili nuvoloni neri si avvicinano all'orizzonte, ripartiamo di corsa alla volta di Molveno. Qui finalmente ci fermiamo a fare le foto, così posso vantarmi del selfie panoramico, poi ci prepariamo ad attraversare il temporale che ormai si avvicina. Fortunatamente la pioggia dura pochi km e riusciamo a lasciarcela alle spalle poco dopo Fai della Paganella.

La strada si fa molto interessante a scendere, fortunatamente è asciutta, siamo anche belli freschi, il caldo cominciamo a sentirlo nei pressi di Cles. Altra sosta foto sul lago e via verso la Mendola.

A questo punto cominciano i problemi di orientamento per alcuni di noi, prima Giuseppe decide di seguire inspiegabilmente l'indicazione "Tonale" invece di "Mendola" e "Merano", come se si fosse magicamente dimenticato tutte le migliaia di volte in cui abbiamo nominato passi e paesi sul tragitto, poi, recuperato Giuseppe, Teo e Marcello con la vena chiusa non vedono la svolta per il passo della Mendola. Gian si lancia all'inseguimento, ma sono ormai irraggiungibili, decidiamo di abbandonarli al loro destino.

Dopo la telefonata dei due noi siamo ormai troppo avanti per aspettarli e i nuvoloni ci consigliano di non tergiversare, appuntamento in hotel. Rimasti in 4 percorriamo il godurioso passo della Mendola e scoviamo una strada fenomenale sui monti tra Bolzano e Merano, prati verdi e curatissimi, curve perfette e la luce del sole tra le nuvole ci regalano scorci da favola, la strada migliore della giornata.

Raggiungiamo l'hotel, dove ritroviamo i nostri compagni di viaggio, Santino compreso. Parcheggiamo le moto in box, contiamo fino a 10 e inizia a diluviare, che dire, tempismo perfetto!

Dopo mezz'ora smette di piovere, birretta in riva alla piscina, doccia e siamo pronti per andare a cena.

Usciti dall'hotel Mauro cerca di farci entrare in tutti i locali che incontriamo sulla strada, che in realtà tolto il self service dell'hotel è solamente uno, preoccupato dal navigatore che gli da 4 ore di camminata per arrivare alla Forst, distante solamente 1200 metri

Arrivati alla Forst nuotiamo in un mare di folla e raggiungiamo a stento un tavolo libero, sul palco suona un gruppo folcloristico tipico del posto, il locale all'aperto è pieno di gente stranamente entusiasta per questa musica di dubbio gusto, ma il bello di viaggiare è anche assaporare gusti e suoni così differenti da quelli a cui siamo abituati.

Serata dunque a suon di musica e cibo bavarese, ci ingozziamo di canederli, crauti e stinchi, mandati giù da litri di birra e radler, con molteplici brindisi alla moto e alla f... annessi. Tra piatti vari, antipasti, dessert e grappe non ci facciamo mancare proprio nulla, sfioriamo infatti i 40 euro a cucuzza.

Breve passeggiata per smaltire e siamo in hotel, 4 chiacchiere sotto la stellata e poi tutti a nanna.

Venerdì: 300 km da Merano a Fussen in 11 ore circa

Siamo svegliati da un messaggio di Teo, gli irrigatori stanno annaffiando il prato e c'è una cascata d'acqua sulla serranda del box dove sono dentro le moto, in stile "Dio" divido le acque e tiriamo fuori le moto, tradotto chiedo alla reception di spegnere gli irrigatori.

Colazione da campioni, anzi di più, Teo e Chiara avvisano me e Gian, gli ultimi a svegliarsi, che tutti si erano fatti il pranzo al sacco, quindi anch'io mi faccio un paio di panozzi al prosciutto, finendo gli affettati.

Partiamo con la solita mezz'oretta di ritardo sulla tabella di marcia, direzione passo del Rombo. Dopo esserci districati nel traffico mattutino di Merano iniziamo la salita e qui mi perdo subito il gruppo, infatti mi fermo ogni 500 metri a fotografare, il panorama è troppo bello e la salita emozionante.

Arrivo finalmente in cima e trovo solo Santino, nel giro di 30 secondi arrivano anche gli altri, ma non ero l'ultimo? Mauro mi chiede perchè sia andato dritto senza fermarmi con loro, qui capisco che forse avrei bisogno di una visita oculistica, probabilmente però ero solo distratto dal panorama e non ho visto i miei compagni di viaggio a bordo strada.

In cima c'è un bel fresco, ampie zone innevate sono ancora presenti, Giuseppe blocca un povero tedesco con una moto come la sua e lo costringe a far manovra per parcheggiarsi di fianco a lui per una foto, poi si riparte.

Arriviamo al casello, aspettiamo quasi mezz'ora Giuseppe e Gian, preoccupandoci un po', ma tutto ok, pagati i 14 euro di pedaggio il viaggio continua.

Scesi a Solden puntiamo all'Otztaler strasse, la strada asfaltata aperta al pubblico più alta d'europa con i suoi 2830 mslm. Al casello ci avvisano di una frana e una deviazione da fare, non capiamo bene e saliamo comunque.

Arrivati al semaforo del senso alternato ci rendiamo conto che ci sono quasi 2 km di sterrato da percorrere, vabbè abbiamo già pagato 10 euro a testa, di certo non si torna indietro, ma uno sconticino avrebbero potuto farlo.

Sinceramente il panorama vale la spesa, ci sono 2 ghiacciai e la salita per arrivare è molto bella, peccato solo che manchi il cartello con l'altitudine sul punto più alto della strada, vabbè il tracker gps ha registrato 2849 mslm, è record!

Ci fermiamo a mangiare i panini, chi ce li ha, infatti scopriamo che la frase "tutti si sono fatti i panini" significava che solo Teo e Chiara si erano fatti i panini, vengo ingiustamente accusato di non saper coordinare le persone, ma sinceramente non credevo che a 40 anni suonati qualcuno avesse bisogno di essere coordinato, vabbè.

Perdiamo di nuovo Giuseppe e Gian, scopriamo che erano andati a mangiare in baita, al telefono ci diamo appuntamento al primo distributore, forse sì c'era bisogno di un coordinatore professionista.

Ricompattatosi il gruppo e riempiti i serbatoi con benzina a 1.29 € al litro ripartiamo.

Ora è la volta del Fernpass, che non sarebbe stato male, a parte i mezzi che lo percorrono. Infatti i più piccoli che incontriamo sono le roulotte, la maggior parte sono camion con rimorchio di tutti i tipi, che trasportano tronchi, che trasportano cemento, mancavano solo che trasportassero camper con bici sul portapacchi.

Visibilmente provati dall'esperienza ci fermiamo sul lago di Plan, qui ci dividiamo. Infatti io, Gian, Giuseppe, Teo e Chiara decidiamo di rinfrescarci in acqua, mentre gli altri continuano per l'itinerario originale.

Ripartiamo circa un'ora dopo e decidiamo anche noi di completare il giro originale senza tagliare. Per fortuna la strada è un misto veloce e sgombro dal traffico, arriviamo alla Weisskirche alle 19, peccato che la messa fosse iniziata proprio in quel momento e non si potesse quindi visitarla internamente, ma almeno la strada per arrivarci era stata veramente una goduria.

Arriviamo poi in zona castelli e via di foto a tutto spiano, la luce di quell'ora regala magia e sembra tutto incantato. Poco dopo siamo in hotel, nemmeno il tempo di una doccia e tutti fuori a mangiare, qui alle 22.30 chiude tutto, bisogna sbrigarsi.

Scelto il posto ci abbuffiamo quasi come la sera precedente, assaggiamo un po' di tutto, salsicce, fegato, anatra e immancabile stinco, tutto buono, birra compresa.

Torniamo in stanza e ci accorgiamo che un bagno solo in una stanza quintupla è poco, ma soprattutto che sarebbe servita una finestra più grande.

La notte si assistono a riti di esorcismo nei confronti del demone russatore impadronitosi di Gian*. Teo, munito di acqua santa, riesce a cacciare il demone e quasi tutti riescono a dormire, per qualche minuto.

*Estratto della missiva whatsappiana di Matteo ai suoi discepoli:

...e il maligno ancor prima di manifestarsi in tutta la sua irruente malvagità, dava segni inequivocabili della sua presenza nel corpo del povero Gian... oltre ad avere sempre gli occhi rossi e piangenti, dal suo corpo è uscita un’aurea nauseabonda, spinta a forza dallo sfintere ... un’aurea palesemente soprannaturale che si è impregnata prepotentemente nella stanza, nei mobili, nei letti e anche nel profondo dell’anima di ciascuno di noi!!! Un’aurea che rimarrà imperitura presenza in quei luoghi e nella nostra memoria...

...e quando eravamo convinti che il peggio fosse passato, il maligno approfittò del sonno del povero Gian per parlarci nella sua lingua demoniaca.... e come prima uscì dallo sfintere poi allo stesso modo uscì dalla bocca (che poi era anche difficile distinguerli...) ... ma una lingua incomprensibile e devastante ci tenne tutti svegli terrorizzati di essere presi anche noi...

...ci chiedemmo tutti “Come ha fatto un demone così grande a ENTRARE nel povero corpicino indifeso di Giàn?” ... ma senza esitare cercammo di farlo uscire ... complice l’alba che sarebbe arrivata a breve a supportarci presi dell’acqua santa e tutto il mio coraggio per effettuare quello che fu il mio esorcismo più difficile...

Sabato: 310 km da Fussen a Pfunds in 9 ore e mezza circa

Dopo la nottata insonne, per qualcuno, ci troviamo tutti a far colazione, questa volta ci prepariamo almeno un paio di panini a testa.

Mauro, viste le temperature, propone una strada alternativa al giro originale, impostiamo i navigatori, chi ce l'ha, e partiamo. Purtroppo dopo pochi km ci imbattiamo in una colonna di auto, alcune strade sono chiuse e siamo costretti a deviare dal percorso originale, ma la problematica più grande è il dover stare dietro alle auto in coda, per via delle leggi molto restrittive, quindi iniziamo ad accumulare ritardo.

Finalmente il traffico si dirada e si inizia a percorrere strade interessanti. La prima sembra fatta apposta per le moto, arrivati in cima Mauro pizzica la riga bianca con la ruota anteriore e paffuti poliziotti austriaci gli mostrano subito la paletta. Gian da dietro filma tutto, ma rivedendo il filmato alla "VAR" i dubbi sulla legittimità del "sorpasso/non sorpasso" rimangono. Morale multa per Mauro e ritardo di un'ulteriore mezz'ora accumulato dal gruppo sulla tabella di marcia.

Cerchiamo di fare strada velocemente, ma traffico e semafori con senso unico alternato ci rallentano, aggiungi anche che aspettiamo Giuseppe alla vana ricerca di uno spazzolino e il ritardo diventa irrecuperabile.

Prima di arrivare a Bregenz percorriamo un'altra strada magnifica da fare in moto, peccato che siano sempre troppo corte e finiscano sul più bello.

Puntata da Louis.de, perdiamo un sacco di tempo, chi deve acquistare l'antipioggia non lo fa o compra solo la metà superiore pensando ottimisticamente di non prendere molta pioggia e chi non deve fare acquisti svuota il negozio, rifacendosi l'intero guardaroba, borbottando ne approfittiamo almeno per pranzare.

Ripartiamo tutti un po' demoralizzati, il ritardo è tale da dover rinunciare al Furkapass. La situazione peggiora ulteriormente, traffico, deviazioni, strade noiose e pure le nuvole minacciose che si avvicinano, veramente uno strazio.

Arriviamo finalmente al casello della Silvretta strasse, 13.50 euro e possiamo ripartire, si sentono i tuoni dietro di noi e non sono le marmitte.

Motivati dai nuvoloni neri alle nostre spalle ci lanciamo su per il Silvretta, per fortuna la strada è asciutta ed è uno spettacolo percorrerla. Quasi in cima iniziano le prime gocce, ma incuranti della pioggia e ingenuamente ottimisti non mettiamo l'antipioggia, chi ce l'ha. Arriviamo al ristorante sul culmine zuppi e riusciamo a ripararci dalla grandine sotto la tettoia.

Il cielo ci scarica addosso un'ira di Dio, Santino sfida le forze della natura e riparte, ma il resto del gruppo aspetta pazientemente e ripartiamo una volta finito il temporale. La strada a scendere è bagnata, ma almeno non piove. Mauro e Marcello si dividono dal gruppo e vanno ad una specie di concessionario dove fanno provare le moto, rimaniamo di nuovo in 4 moto.

Arriviamo in hotel alle 19, come preventivato, senza aver più trovato pioggia, mossa azzeccata! Incontriamo Santino, che ci ha preceduto di pochi minuti, facciamo i check-in e ci sistemiamo nelle camere.

Cena in hotel entro le 20, di corsa ci cambiamo e ci sediamo al tavolo, nel frattempo arrivano anche gli ultimi due. L'hotel è molto bello, non sembra proprio per motociclisti, nonostane la moltitudine di moto nel loro box. Mangiamo, beviamo, ridiamo più o meno come le serate precedenti, ma siamo tutti visibilmente provati dalla giornata, sia fisicamente che mentalmente.

Dopo mangiato ci si divide di nuovo, io, Gian e Giuseppe facciamo un giro in centro nel vano tentativo di trovare vita dopo le 21.30, ma il paese è deserto e fa anche piuttosto freddo.

Torniamo dunque in stanza, doccia rilassante e si crolla a letto.

Domenica: 290 km da Pfunds a Milano in 6 ore circa

L'ultimo giorno è arrivato, durante la colazione piove e smette un paio di volte, quindi decidiamo di metterci gli antipioggia e chi non ce l'ha un sacco dell'immondizia.

Partiamo tardi e fino al campanile del lago di Resia non piove, anzi esce un sole caldo. Ci togliamo tutto l'armamentario mentre facciamo le foto a quell'incredibile campanile che spunta dall'acqua, non è una cosa che si vede tutti i giorni.

Iniziano già i saluti, Marcello, Mauro e Santino optano per l'itinerario che passa sullo Stelvio, mentre io, Gian, Giuseppe, Teo e Chiara scegliamo la Svizzera. Ancora una volta divisi ci avviamo verso direzioni differenti.

L'Ofenpass è stupendo e ce lo godiamo appieno, ma a 5 km da Zernez i nuvoloni sopra di noi iniziano a scaricarci acqua addosso, quindi vai di antipioggia di nuovo.

Saluto i compagni di viaggio rimasti, loro si dirigono verso Fluelapass e Julierpass, come da itinerario originale, mentre io scelgo di tornare presto a casa e punto dritto il Maloja.

La strada fatta e rifatta regala comunque bei panorami, guido su un Maloja a tratti bagnato, arrivo a Chiavenna e a pochi km da Colico vengo investito da un nubifragio.

Per fortuna iniziano le gallerie, che ho sempre odiato, ma che hanno anche il loro lato positivo. A metà strada tra Lecco e Colico sono già asciutto e il display della moto indica 36°.

Mi fermo a togliere l'antipioggia e riparto subito. Accaldato da questo ultimo tratto arrivo a casa sano e salvo alle 15.45.

Nonostante i bei momenti passati insieme questa volta non c'è stata la solita sinergia, a partire dall'organizzazione, il che si è tradotto in perdite inutili di tempo e malcontenti un po' per tutti. La pioggia ha certamente condizionato negativamente sul viaggio, o forse 8 persone sono troppe per pensare di riuscire ad essere sempre tutti d'accordo su itinerari e tempistiche. Dopo questa esperienza, visto anche quanto mi è mancata la mia famiglia, forse è giunto il momento di abbandonare le due ruote, ma solo momentaneamente.

Ringrazio comunque i miei compagni di viaggio e spero non se la prendano per i soprannomi cattivi, si scherza.

Mauro (Golpista)

Giuseppe (Internet Explorer)

Teo (Parassita)

Chiara (Lolita)

Gian (Pausa merda)

Marcello (Benito)

Santo (Mr. Don't Share)

Infine a me (Incompetente coordinatore di quarantenni)