Agosto 2011: Francia - Spagna - Portogallo

Questo viaggio nasce dopo aver scartato l’idea di andare a Capo Nord, vista la distanza impegnativa che non ci avrebbe permesso di goderci momenti di relax, ma non può essere considerato un ripiego vista la spettacolarità dei luoghi visitati

Giorno 1: Depannage

557 km da Milano a Saint Gilles in 12 ore e mezza

Ci troviamo sotto casa nostra verso le 8,30 con il Boda e Seven, 4 chiacchere e siamo pronti per partire, l’avventura comincia

L’autostrada dritta e pallosa ci porta fino alla salita per il Monginevro, finalmente cominciano le curve, sosta a Briancon per uno spuntino veloce e si riparte (maledetta omelette)

Ora fa caldo, la felpa non serve più, ma una volta fermi la mia moto non ne vuole sapere di ripartire, ci improvvisiamo meccanici e individuiamo nel sensore del cavalletto il problema, stacca qui, attacca lì, ma serve una mano esterna, meno male l’assistenza BMW funziona e dopo esser stato caricato e trasportato in un’officina, con il nostro francese maccheronico riusciamo a dare le giuste direttive e il problema viene momentaneamente risolto

Ripartiamo sole 2 ore e mezza dopo la prima telefonata all’assistenza, meno male già ero rassegnato a trovare un hotel in zona

Il viaggio prosegue veloce, ogni tanto la moto si spegne (quando stai sorpassando dei tir non è bello), ma riusciamo a metterci sempre una pezza e arriviamo in hotel in tempo per la cena, il giorno dopo avremmo pensato a come sistemare l’imprevisto, ma ora è tempo di rifocillarsi e di riposare

Giorno 2: Ai tempi dei cavalieri

322 km da Saint Gilles a Mirepoix in 8 ore

Il mattino è arrivato, colazione e poi finalmente riusciamo a risolvere il problema al cavalletto, anche grazie a fascette e nastro isolante, il sistema Italia funziona, uno che ha il problema, uno che fornisce il materiale, uno che lavora e uno che fa il servizio fotografico (in pratica uno lavora e 3 guardano)

Arriviamo a Carcassonne, città fortificata perfettamente conservata che merita una visita approfondita, poi è la volta dei castelli Catari, ne scorgiamo alcuni dalla strada principale, ma il sentiero per raggiungerli sarebbe stato troppo anche per la modalità enduro della Multi del Boda e ci accontentiamo di goderci le strade curvose sottostanti

Arriviamo infine a Mirepoix, graziosa cittadina medievale, cena a base dell’immancabile entrecote e serata passata in hotel a fare i pirla, cosa che ci riesce benissimo

Giorno 3: All’inseguimento della maglia gialla

286 km da Mirepoix a Lourdes in 7 ore

Ci svegliamo di buon’ora, usciamo per far colazione e troviamo il paese invaso da bancarelle che vendevano ogni ben di dio, soprattutto roba gastronomica, resistiamo alla tentazione di comprare qualche insaccato (noi maschietti) e qualche borsa (la Paola) e partiamo

Percorriamo le mitiche strade del Tour de France, i Pirenei offrono una grande quantità di passi con un manto stradale impeccabile

Arriviamo finalmente al Tourmalet, la salita la affrontiamo a tratti lentamente per via delle mucche che occupano la strada e in cima al colle troviamo addirittura i lama, che godono di una vista mozzafiato

Discesa veloce verso Lourdes, troviamo un hotel economico, parcheggiamo le moto in garage e ci dirigiamo verso il santuario. Qui l’atmosfera è particolare, si percepisce nell’aria il dolore delle persone, ma è accompagnato anche da una grande speranza nella fede, un’esperienza molto toccante

Fuori le luci dei negozi di gadget e dei locali sono l’antitesi del silenzio e raccoglimento che abbiamo lasciato al santuario e fa un po’ rabbia vedere il business che c’è dietro la sofferenza delle persone (purtroppo la maggior parte dei negozi sono pure italiani)

Giorno 4: Dal Tour alla Vuelta

379 km da Lourdes a San Sebastian in 8 ore e mezza

Ancora sveglia presto ed ennesimo croissant, oggi finalmente arriveremo in Spagna, prima però col d'Aubisque. La strada per arrivarci è come al solito magnifica con una quantità e una varietà di curve che definirei "commovente" e come al solito incontriamo qualche animale più o meno selvatico sul nostro cammino, in cima il cielo limpido e l'aria frizzante ci fanno godere appieno il panorama

Dopo è la volta del Pourtalet, il nostro sconfinamento in Spagna, dove troviamo cielo a tratti coperto e forte vento, ma ancora una volta un panorama mozzafiato. Da qui la strada fino a Pamplona si rivela una bella sorpresa, infatti percorriamo curve veloci, costeggiamo laghi azzurri da una parte e dune di terra dall'altra, il paesaggio continua a mutare ogni km che percorriamo, purtroppo però le nuvole aumentano e arriviamo a San Sebastian con un clima autunnale

Solita ricerca hotel e poi cena a base di pesce, speriamo che l'indomani ci sia bel tempo, ci aspettano 2 giorni di mare e soprattutto riposo

Giorni 5 e 6: Non solo spiaggia

Fermi a San Sebastian

In questi 2 giorni di relax non ci facciamo mancare niente, prendiamo il sole sulla spiaggia, facciamo il bagno tra i cavalloni evitando i surfisti, visitiamo la città e il suo lungomare, assaggiamo i pinxtos (versione basca delle tapas), contempliamo il tramonto sull’oceano, cerchiamo di capire il flusso delle maree e da che parte scorre il fiume, ci abbuffiamo di paella accompagnata da sangria e facciamo pure il bucato, in parole povere ricarichiamo le batterie (ci voleva), il relax è tale che mi permetto pure di appoggiare la moto a terra, santo paratelaio

Per fortuna becchiamo 2 giornate di sole (evento più unico che raro su quella costa) e temperature sui 27 gradi con una leggera brezza a rinfrescare, si stava proprio bene, già eravamo preparati al peggio, le informazioni che avevamo erano di mattino sempre nuvoloso e massimo 22 gradi di temperatura

Giorno 7: Nel cuore del patrimonio Unesco

469 km da San Sebastian a Salamanca in 9 ore

Lasciamo a malincuore la costa (anche se il tempo è da lupi) per buttarci all’interno verso Salamanca percorrendo strade dritte in mezzo ad una terra arida, in alcuni tratti assomiglia ad un deserto americano

Arriviamo a Burgos (metà strada) dove ci fermiamo per visitare la famosa cattedrale (patrimonio Unesco), il che richiede parecchio tempo perché oltre ad essere magnifica è anche immensa

Dopo un ricco pranzo ci ributtiamo in strada, il cielo coperto fa si che il caldo sia sopportabile, “solo” 31 gradi di massima, ma arriviamo lo stesso stanchi e sudati a Salamanca (patrimonio Unesco) dove uno splendido NH ci attende

La città è stupenda, ad ogni angolo ci sono monumenti e palazzi storici (pure l’hotel era in uno di questi), durante la ricerca del ristorante ci facciamo fare un panino al prosciutto tipico di questa zona, poi finalmente ci sediamo ai tavolini in mezzo alla via principale e paella, sta volta di carne

Altro giretto in città e poi ci ributtiamo nel lusso del nostro hotel, una settimana è già passata, finalmente il giorno seguente saremmo arrivati in Portogallo

Giorno 8: Piacevoli sorprese

348 km da Salamanca a Portalegre in 10 ore

Ci svegliamo con la città ancora deserta in un clima surreale, partiamo alla volta del Portogallo decidendo di percorrere una strada che costeggia il confine a pochi km di distanza, sembra quasi che non vogliamo lasciare la Spagna e la scelta si rivela azzeccata

Una bella sorpresa, strade curvose (paragonabili alla nostra Val Tidone) ci cullano, laghi, ponti, paesi si susseguono in un mix entusiasmante, sosta per pranzo dove troviamo un negozietto che vende salumi tipici, altra sorpresa, ci rifocilliamo a suon di panini con Jamon, Chorizo e Lomo

Poco dopo sconfiniamo e decidiamo di cercare subito l’hotel a Portalegre, troviamo un ufficio del turismo con una ragazza carina e competente (un buon partito, ma Seven non sembra apprezzare), ci indirizza in una pensione economica e accogliente, poi lasciati i bagagli andiamo a Marvao. Per arrivare percorriamo una bellissima strada tutta curve, poi saliamo sulla collina dov’è costruita la città fortificata, in cima alla quale abbiamo una vista a 360° meravigliosa

Tornati a Portalegre ceniamo in un ristorante delizioso ed economico, sembra strano bere la miglior sangria in Portogallo invece che in Spagna, la prima tappa portoghese non poteva cominciare meglio

Giorno 9: Let’s Rock

236 km da Portalegre a Lisbona in 8 ore e mezza

Dopo la colazione in hotel partiamo alla volta di Evora, anche questa città è patrimonio dell’Unesco, le aspettative erano alte, ma ci ha un po’ delusi

Ripartiamo dopo pranzo direzione Lisbona tenendoci lontani dalle autostrade e arrivati nei pressi del golfo prendiamo il magnifico ponte Vasco da Gama, indescrivibile la sensazione quando ci si passa sopra Triboliamo un po’ per l’hotel e decidiamo di andare all’Ibis (primo di una lunga serie)

Ora siamo a Lisbona, siamo lontanissimi da casa, si comincia a fare sul serio. La sera fa freschino, ci rifugiamo all’Hard Rock Cafè, che fortunatamente è vicino all’hotel, e ci abbuffiamo di hamburger e patatine senza badare al colesterolo, sembra di essere in Italia perché ai tavoli vicini sono tutti italiani

Troppo freddo per girare la città, finita la cena torniamo in hotel, il Boda imposta "School of Rock" come sveglia e ci diamo appuntamento per il giorno seguente

Giorno 10: Yellow Bus

Fermi a Lisbona

La giornata odierna è dedicata alla visita della città, per risparmiare tempo abbiamo preso il bus scoperto e devo dire che oltre a girare i principali monumenti sparsi per la città ci siamo pure abbronzati

Il giro è durato quasi 2 ore, poi siamo andati al castello (ammazza che salita) da dove si gode di una vista stupenda di tutta Lisbona, volevamo prendere il tram N°28 per salire ma era stracolmo con la gente quasi attaccata fuori

La sera decidiamo di andare a mangiare in un ristorante al Barrio Alto consigliato dalla guida, per raggiungerlo dobbiamo salire, salire e ancora salire e una volta arrivati è chiuso, per fortuna il quartiere offre parecchi locali, ci infiliamo in un altro consigliato e mangiamo molto bene

Al ritorno un po’ brilli ci cimentiamo in foto “artistiche” sfruttando quello che la zona offre

Giorno 11: La fine del mondo

181 km da Lisbona a Obidos in 6 ore

Si riparte dopo un giorno di pausa, prima tappa al circuito dell’Estoril, deserto totale, ma almeno si può entrare su tribune e paddock, per fare i pirla invece ogni posto va bene

Seconda tappa a Cabo de Roca, dove nell’era precolombiana finiva il mondo conosciuto ed ora è il punto più ad ovest del continente europeo (isole escluse), un vento gelido fa schizzare la temperatura sotto i 19°, è stata dura fare la foto con le magliette dei Paracarri

Ci dirigiamo a Sintra, ma dopo una coda interminabile e la ricerca vana di un parcheggio, decidiamo che forse è meglio dedicare un po’ di tempo al relax e ci dirigiamo verso Peniche (non il passo)

Dopo pranzo e dopo Seven che cade da fermo, complice il bloccadisco (non si scorderà più di toglierlo) cerchiamo un alloggio, ma il posto è frequentatissimo dai surfisti e non troviamo per dormire nei 2 hotel del paese, decidiamo quindi di andare ad Obidos, come da piano originale

Troviamo una quadrupla con piscina, 2 ore di assoluto relax prima di cenare, il paese è molto carino, ceniamo e poi i 3 impavidi percorrono quasi interamente le mura che lo circondano, io non ci penso minimamente

Giorno 12: Benvenuti al sud

279 km da Obidos a Porto in 6 ore e mezza

Tappa di trasferimento, tutta dritta, facile facile, ma riusciamo a perdere il Boda che va verso Coimbra. Ci diamo appuntamento dove le 2 autostrade si ricongiungono ad Aveiro, grazioso paesino considerato la Venezia del Portogallo, e ci fermiamo a pranzare di nuovo tutti assieme

Arriviamo a Porto relativamente presto, sembra di stare a Napoli, edifici fatiscenti accanto ad altri ristrutturati, viette strette e tortuose, aeroporto in città e un senso di abbandono generale , ma la città nel complesso è molto affascinante ed ha il suo perchè, cerchiamo inutilmente una lavanderia e poi è già ora di cena

Il gioco si fa duro, c’è coda ovunque e ci dividiamo per trovare un posto in qualche ristorante, finalmente riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti in extremis (intanto abbiamo anche visitato il porto, splendido la sera tutto illuminato). Il dopocena lo passiamo in un locale che fa assaggiare il delizioso Porto , Seven cade in tentazione e ne acquista una bottiglia, invecchiato 30 anni, che buono, ma che caro

Giorno 13: Jet leg

236 km da Porto a Santiago de Compostela in 5 ore

Altra tappa di trasferimento, ma sta volta il gruppo rimane unito e in men che non si dica siamo tornati in Spagna, esattamente in Galizia , ci ricordiamo di ricambiare l’ora (1 ora avanti rispetto al Portogallo), mi sa che sarà dura da smaltire, meno male in quelle zone si mangia alle 14 e alle 22, ma lo stomaco del Boda non sembra essersi abituato

Arrivati a Santiago ci dedichiamo al bucato e ci riposiamo in hotel, ne abbiamo bisogno, perché il caldo degli ultimi giorni e gli sbalzi di temperatura (20° sulla costa e 35° nell’entroterra) ci hanno distrutto (cambio d’ora a parte)

La città è molto diversa da Lourdes, ha comunque un suo fascino, rapida visita alla piazza della cattedrale, ceniamo e poi torniamo in hotel per usufruire di internet e prenotale a Viveiro il giorno seguente

Giorno 14: Fine del pellegrinaggio

354 km da Santiago de Compostela a Viveiro in 8 ore

Ci alziamo ancora una volta con il bel tempo, anche se qualche nuvola in lontananza minaccia pioggia. Percorriamo le splendide coste Galiziane fino ad arrivare a Fisterra (fine del cammino di Santiago)

Lo scenario a tratti ricorda la Sardegna, spiaggette alternate da scogli, il tutto impreziosito dalla bassa marea che regala quel tocco di diversità rispetto agli scenari che siamo abituati a vedere in Italia

Arriviamo a Viveiro con nuvoloni grigi sopra alle nostre teste, ci sistemiamo nell’appartamento e notiamo che è dotato di cucina, ci fiondiamo a far la spesa e la Paoletta cucina un’ottima pasta

2 settimane sono passate e la stanchezza si fa sentire sempre più, visto che il posto è bello decidiamo di fermarci anche la notte seguente, per fortuna hanno posto, ma dovranno cambiarci appartamento, speriamo bene

Giorno 15: Nati con la camicia

Fermi a Viveiro

Ci sveglia Seven gasato perché fuori c’è un sole stupendo (incredibile visto le previsioni), dopo un’abbondantissima colazione spostiamo i bagagli nel nuovo appartamento, 3 camere, 2 bagni, salotto, cucina abitabile, 3 ingressi e dal balcone una vista magnifica sull’oceano, che culo!

Relax in spiaggia la mattina, mentre il pomeriggio io e la Paoletta andiamo in paese a far la spesa, decidiamo che la nostra cena sarà ancora pasta, tornando costeggiamo la scogliera, il posto è davvero magnifico, pensare che era quello con meno aspettative e ci serviva solo per dormire

La cuoca fa di nuovo centro, ci rimpinziamo di pasta al sugo e concludiamo la cena con gli immancabili Oreo (che ci hanno accompagnato per tutta la vacanza

Giorno 16: Agua agua agua

277 km da Viveiro a Llanes in 4 ore e mezza

Sta volta non siamo fortunati come gli altri giorni, ci svegliamo e comincia a piovere, forse un bene perché partiamo già con l’antipioggia addosso. Durante tutto il percorso acqua, non piove forte, ma costante, per fortuna la tappa è di trasferimento e la percorriamo per gran parte in autostrada

Arrivati a destinazione smette di piovere, vediamo la MotoGP nel bar dell’hotel intanto che aspettiamo la nostra camera, che nel frattempo si trasforma in un appartamento 5 stelle con arredi nuovissimi Anche qui decidiamo di fare la spesa e mangiare a casa, visto il tempo incerto non ci spingiamo in spiaggia

Il giorno dopo io e la Paoletta avremmo visitato il Picos d’Europas, mentre il Boda e Seven sarebbero andati in spiaggia a riposarsi

Giorno 17: Numero porta sfortuna

Fermi a Llanes

Appena svegli ci accorgiamo che avremmo dovuto cambiare tutti quanti i nostri piani, piove e ci sono le nuvole basse, niente giro e niente spiaggia, per fortuna possiamo goderci il lusso dell’appartamento e rilassarci, peccato però, è la prima volta durante la vacanza che dobbiamo rinunciare a qualcosa per il maltempo. Il pomeriggio però riusciamo a fare un giro a Llanes, dal porto si gode di una vista magnifica, la costa è verdissima ed è così diversa dal resto della Spagna, scogliere a picco alternate da spiaggette ricordano molto le coste irlandesi ed effettivamente capisco perchè la chiamano "La Spagna Verde"

In paese, traditi dalla visione di un sacco di gente che lo beveva, prendiamo una bottiglia di sidro da assaggiare a casa, ma avremmo potuto evitare

Cena di ferragosto a base di delizioso pesce, un po’ di sano internet e poi dritti a nanna

Giorno 18: Impara l’arte e mettila da parte

187 km da Llanes a Bilbao in 2 ore e mezza

Sveglia presto, non piove e già questa è una buona notizia. In breve tempo siamo a Bilbao, (altro Ibis) cerchiamo un posto dove pranzare, ma la cartina mi confonde e porto il gruppo fino alla tangenziale, vabbè ce ne accorgiamo in tempo

Percorriamo le vie del centro e accecati dalla fame troviamo il posto peggiore tra tutti per mangiare, ma è pur sempre cibo

Arriviamo al museo Guggenheim, titanio e vetro si mescolano in un mix spettacolare di angoli e curve Io e Seven decidiamo di entrare, ma davanti a 3 barili vuoti, 2 aste di metallo piegate e un pezzo di calcinaccio attaccato al muro ci chiediamo se abbiamo fatto bene o no. Per fortuna ci sono anche tante opere (installazioni le chiamano) interessanti, concordiamo però che l’arte moderna in alcune sue forme sia una cacata pazzesca!

Esausti dalla full immersion di cultura torniamo in hotel, la sera mangiamo in un lussuoso ristorante di pesce e poi prenotiamo ancora un Ibis per la penultima notte

Giorno 19: Adios Espana

443 km da Bilbao a Tolosa in 7 ore e mezza

Poco o niente da dire su questa tappa, tutta autostrada e pranzo in Francia, ci mancavano proprio le patatine fritte

Arrivati in hotel (Ibis) posteggiamo le moto in un garage a dir poco vergognoso in quanto a pulizia, Tolosa però si rivela più carina del previsto

Cena al ristorante Entrecote, dove il menù fisso prevedeva solo insalata di antipasto ed appunto entrecote e patatine fritte come piatto principale, la gentilezza della cameriera era un optional e non capisco la coda fuori dal locale, bah

Giorno 20: L’inizio della fine

434 km da Tolosa a Valence in 7 ore

Altra giornata di autostrada, manca ancora il giorno seguente, ma la vacanza sembra già finita A Valence alloggiamo al quarto Ibis, ormai siamo diventati clienti abituali

Moto al coperto e piscina, peccato per la vista tangenziale, la sera buffet al ristorante dell’hotel, apprezzabili solo i dolci, poi in veranda a sparare le solite 4 cavolate, fa quasi strano non dover prenotare per la notte seguente

Giorno 21: Ritorno alla realtà

457 km da Valence a Milano in 9 ore

Ultima fatica, per fortuna dopo un po’ di autostrada a Grenoble comincia una bella strada a curve che passa per Briancon, Monginevro e termina a Cesana Torinese, dove ci ricongiungiamo con il Boda e Seven che nel frattempo avevano staccato l’interruttore e via avanti a testa bassa tra i tornanti

Primo pasto italiano dopo parecchio tempo e di nuovo in autostrada

Ci salutiamo poco prima del casello di Milano, la vacanza è ufficialmente finita e la vita di tutti i giorni ci aspetta, per fortuna è venerdì e abbiamo ancora 2 giorni di riposo prima di ricominciare il solito tran tran

3 settimane sono volate, nonostante le avessimo vissute così intensamente, tra risate e discussioni, sole e pioggia, belle sorprese e imprevisti

Questa avventura mi ha regalato momenti indimenticabili e ringrazio i compagni di viaggio per averli condivisi con me e la Paoletta