2014: Vercors

Venerdì: 232 km da Milano a Bardonecchia in 4 ore e mezza (clicca qui per l'itinerario su Gmaps)

Ore 13.30, esco dal lavoro molto prima di quello che pensavo. Telefono agli altri partecipanti e scopro con piacere che abbiamo fatto a gara a chi usciva prima dal lavoro.

Anticipiamo quindi l'orario del ritrovo alle 17 a Novara e decidiamo di percorrere strade non a pedaggio, per non regalare soldi alle autostrade. Fino a Torino tutto bene, ma sulla tangenziale comincia a piovere, ci fermiamo giusto in tempo ad un distributore per metterci le tute antipioggia, infatti dopo pochi km veniamo investiti da un nubifragio, o bomba d'acqua com'è di moda chiamarlo adesso.

Da Susa a Bardonecchia niente acqua, meno male perché riusciamo a goderci la strada a curve ed arrivare asciutti in hotel.

Una volta cambiati ci dirigiamo in centro per trovare il ristorante consigliatoci alla reception, l'iPhone di Mauro non si smentisce, sempre inattendibile, prima che ci mandi decisamente fuori strada riusciamo a trovare il posto.

Ci abbuffiamo di cibo come se fosse l'ultima cena, polenta, cervo, cinghiale, formaggi con miele, torte e pure grappini a fine pasto. Uscendo assistiamo ad una corsa illegale tra ape 50, stile epoca giovanile di Valentino Rossi. Arrivati in hotel collassiamo sui materassi.

Sabato: 416 km da Bardonecchia a Gap in 10 ore e mezza (clicca qui per l'itinerario su Gmaps)

Dopo una dormita rigenerante ripiegamo gli antipioggia, visto il meteo non ci sarebbero più serviti, e scendiamo a far colazione. Qui ci accoglie il "Massimo Ciavarro" piemontese (uguale uguale!) e dopo cappuccio e brioche siam pronti a partire.

Saliamo al col de l'Echelle, non è altissimo, 1700 mslm circa, ma alle 10 di mattina e sul versante all'ombra ci sono 6 gradi. Parlando esce il fumo dalla bocca e pian piano che gli alberi vengono irradiati dal sole si alza la nebbia formata dalla rugiada che si trasforma in vapore acqueo.

Arriviamo a Briancon tutti più o meno in riserva, facciamo benzina a 1.509 e ripartiamo in direzione Lautaret. Una volta giunti al passo compriamo dei panini d'asporto allo stesso baracchino dove ci eravamo fermati solo 2 settimane prima.

La strada continua fino a Grenoble, ma prima prendiamo la deviazione per l'Alpe d'Huez, strada a curve poco trafficata e una volta in cima un paesaggio magnifico, foto di rito e riscendiamo dalla stessa parte per proseguire il viaggio.

Quasi a Grenoble ci orientiamo a fatica, ma tra una svolta e l'altra capitiamo su una strada a curve asfaltata divinamente, ci fermiamo poco dopo a pranzare in un'area verde e ripartiamo quasi subito.

Solo qualche curva più tardi entriamo nel parco nazionale del Vercors, ce ne accorgiamo non solo dai cartelli, ma anche dalla strana conformazione delle montagne (difficile descrivere a parole, basta vedere le foto)

Arriviamo ad un grazioso paese, Lans en Vercos, dove facciamo una piccola pausa, poi dobbiamo variare il giro originale perchè c'è una strada chiusa, guarda caso proprio quella che dovevamo percorrere, ma per fortuna i cartelli della deviazione sono precisi e riusciamo ad arrivare a Pont en Royans.

Questo paesino è molto caratteristico, infatti è costruito a picco sul fiume. Devo dire che l'acqua era veramente invitante e abbiamo fatto fatica a non immergerci.

Ripartiamo pensando ancora al magnifico scorcio di Pont en Royans, dopo qualche km la strada sale e arriviamo alla Combe Laval, una strada a picco sulle gole del Vercors. La percorro tutta d'un fiato, ma a passo d'uomo, per riprenderla con la telecamera. Per godermela meglio faccio avanti e indietro un paio di volte fermandomi a fotografare questo panorama che lascia senza fiato, per fortuna non accorgendomi di quanto fosse a strapiombo la strada.

Tunnel, rocce a sbalzo, passaggi stretti, meno male siamo in moto e non abbiamo difficoltà, non voglio immaginare un camper su questa strada che disastro potrebbe creare.

Procediamo spediti verso Die, passiamo dal col de Rousset, la discesa dal passo è un susseguirsi di curve di ogni genere, peccato per l'asfalto che non è perfetto, ma ci divertiamo tantissimo a percorrerla, magnifica!

A Die prendiamo la deviazione per le gorges des Gats, anche qui la strada a curve permette un passo allegro. Col de Grimone e giù verso la D1075, sempre accompagnati da panorami magnifici.

Arriviamo a Gap alle 19 circa, l'hotel non è in centro, la camera è piccola, ha addirittura un letto a castello, ma la struttura è nuova, così come arredi e materassi, per 52 € a notte la tripla non si può volere di più.

Cena ad una specie di Roadhouse (c'è anche la mucca finta fuori dal locale), mangiamo abbastanza bene, ma non è a buon mercato. Tornati in hotel crolliamo di nuovo dalla stanchezza.

Domenica: 435 km da Gap a Milano in 10 ore (clicca qui per l'itinerario su Gmaps)

Ci svegliamo ben riposati mezz'ora prima che la sveglia suoni, Mr. Bean (nomignolo dato a Mauro la sera precedente) chiede al "Tour Operator" (che sarei io) di allungare un po' il giro. Decidiamo di aggiungere il col d'Izoard prima di dirigerci verso l'Agnello, nonostante il passo di "Capitan Lento" (nomignolo dato a Santino) avremmo aggiunto solamente un'oretta al tempo in sella.

Una volta fatta colazione e caricate le moto partiamo alla volta di Briancon. Percorriamo una statale dritta e veloce (per chi non è Capitan Lento), costeggiamo il Lac de Serre Poncon nel quale scorgiamo un'isoletta con una chiesetta sopra, troppo bella per non immortalarla (e la tabella di marcia comincia ad andare a rotoli).

Arriviamo a Briancon, ultimo punto dove poter fare la benzina in Francia, ma dopo il rifornimento ci perdiamo per via dei lavori in corso che sono ovunque, ma in un modo o nell'altro arriviamo sulla strada che porta all'Izoard.

Traffico assente, asfalto impeccabile e temperatura perfetta, la salita è una goduria in ogni senso (ci vorrebbe una medaglia a Mr. Bean per l'idea), mi diverto così tanto che passo 3 volte davanti al fotografo posizionato su una curva, la prima mi accorgo di lui, la seconda strisciando la pedalina a terra e la terza salutando la fotocamera (se fossi passato una quarta probabilmente mi sarei messo in piedi sulla sella...).

In cima le solite foto, scendiamo verso l'agnello per la solita strada, ma sempre bella, poi il paesaggio cambia km dopo km. Le rocce dei monti sono scure, sembrano carbone, ma riflettono il sole facendomi credere che ci fosse ancora neve in qualche punto.

Anche questa strada ce la godiamo non solo per il paesaggio, peccato solo che la discesa nella parte italiana non fosse asfaltata bene come la parte francese, invece il panorama regge degnamente il confronto.

Ci fermiamo al primo ristorante che incontriamo sulla strada, essendo in Italia mangiamo bene, molto bene, quasi ci abbuffiamo tra gnocchi, spezzatino e polenta.

Da qui la strada è una palla totale, a parte lo scorcio che regala un lago poco più avanti. Passiamo per paesini, campi coltivati e strade in mezzo al nulla. Ci salutiamo a Casale Monferrato, dopo esserci arrivati non senza difficoltà.

Riusciamo ad arrivare a casa ad un orario decente senza fare autostrade ripensando agli incredibili panorami che il parco del Vercors ci ha regalato in questa mini vacanza, da tornarci assolutamente.