2016: Vajont e Dolomiti

Sabato: 499 km da Agrate a Maniago in 12 ore

Dopo il favoloso weekend lungo sul Verdon di fine giugno è ancora tempo di moto. La meta scelta per questo viaggio è principalmente la diga del Vajont, ma ovviamente il percorso prevede il passaggio in altri luoghi magnifici che ci regala la nostra amata Italia.

Si parte alle 8.30 dall'Autogrill di Agrate, tutta autostrada, o quasi, fino a Rovereto. Ci mettiamo più di due ore a percorrerla, a causa delle lunghe file di vacanzieri e un cagnolino che vagava tra le carreggiate inseguito dai suoi padroni, per fortuna nessun incidente.

Comincia la salita verso Folgaria e cominciano (finalmente) le curve (e che curve), in breve tempo siamo in paese, proprio in tempo per uno spuntino veloce e, vista la temperatura di 14 gradi, anche per una bevanda calda.

Ripartiamo in direzione Asiago, dove arrivati troviamo un negozietto che confeziona deliziosi panini con il famoso formaggio, preso il pranzo al sacco continuiamo fino ad Enego e decidiamo di rifocillarci nella sua graziosa piazza con vista sui monti.

Finito il pranzo balziamo di nuovo in moto, la strada è ancora lunga per arrivare al passo San Boldo e ci regala spesso panorami mozzafiato.

Questa strada è molto particolare, infatti le curve dei tornanti sono in galleria, pensare che è stata costruita in soli 4 mesi, ovviamente non da noi italiani, ma dagli austriaci.

Dopo le foto di rito e una breve pausa ecco che si riparte, direzione passo Duran, ma prima c'è da passare dal lago del Mis. Proprio questa parte dell'itinerario si rivela una sorpresa, il lago è magnifico, con un colore intenso e vegetazione rigogliosa sulle sponde, una specie di Verdon nostrano, meriterebbe una sosta più lunga per visitare anche le cascate, ma non abbiamo tempo e a malincuore ripartiamo velocemente.

Superato il passo Duran, che purtroppo è asfaltato male, arriviamo finalmente a Longarone, la diga del Vajont si intravede sullo sfondo, ma è troppo lontana per rendersi conto della sua maestosità. Percorriamo la strada che porta in cima al monte, una pista per asfalto e larghezza, poi dopo un semaforo ed una galleria finalmente arriviamo di fianco alla diga.

Qui ci si rende conto dell'immensa quantità di terra che è franata dentro l'invaso, praticamente centinaia di metri di montagna sono finiti dentro al lago provocando l'immensa onda killer, una strage che tutti conosciamo (circa 2000 vittime di cui quasi 500 minori di 15 anni) e che viene ricordata con svariate effigi e cartelli lungo la strada.

Col cuore stretto ripartiamo alla volta del lago di Barcis, nonostante la strada sia perfetta per divertirsi sono presenti alcuni autovelox, quindi ce la prendiamo comoda. Qualche foto al lago di Barcis e in mezz'ora siamo a Maniago. L'hotel è nella piazza principale, cena all'aperto a base di prodotti tipici e serviti da una cameriera carina, ma anche un po' impacciata.

Breve passeggiata dopo cena e poi via in stanza a dormire.

Domenica: 517 km da Maniago ad Agrate in 12 ore

Domenica mattina veniamo svegliati dalle campane della chiesa, per fortuna alle 8. Colazione al bar (o forse meglio dire pasticceria) dell'hotel e poi ripartiamo.

Ci dirigiamo verso nord e la strada, dopo i primi ingannevoli chilometri, diventa stretta e mal asfaltata, situazione molto simile al passo Duran percorso il giorno precedente, ovvero inizio che fa ben sperare e delusione dopo pochi chilometri. Ci fa penare più del previsto, ma poco prima di Ampezzo torna ad essere più che decente.

Da lì seguiamo per Sauris, ma, complice la sagra del prosciutto, il traffico, soprattutto di bus e camper, si fa sostenuto e fatichiamo a districarci dal lungo serpentone.

Arrivati a destinazione prendiamo dell'ottimo San Daniele, io nonostante siano le 11 non riesco a resistere e lo mangio durante il tragitto dalla sagra al parcheggio, a differenza di Santino che stoicamente riesce a non farsi prendere per la gola.

Lasciamo il lago di Sauris direzione Auronzo di Cadore, dove ci fermiamo in riva al lago. Mentre il mio compagno di viaggio pranza io tento un improbabile off-road nel letto del fiume in secca, tentativo abortito dopo un centinaio di metri, lo sterrato non fa proprio per me.

Ritornato dal mio amico ripartiamo, passiamo velocemente per Cortina, dopo aver percorso il passo Tre Croci, poi saliamo sul passo Giau e una volta in cima il panorama è davvero mozzafiato. Qui si capisce bene perchè le Dolomiti sono patrimonio dell'Unesco.

Discesa fino ad Arabba, dove ci rilassiamo una mezz'ora, e poi via su verso il passo Pordoi, anche questo ricco di curve e tornanti e con un bel panorama in vetta.

Purtroppo il traffico della domenica pomeriggio incomincia a farsi notare, a Canazei lungo serpentone di auto e bus, ma per fortuna a Vigo di Fassa risaliamo in quota e abbandoniamo momentaneamente l'orda di vacanzieri.

Arriviamo in un luogo incantato, un angolo di paradiso, ovvero il lago di Carezza. Piccolino, ma con dei colori pazzeschi, questo laghetto è stato veramente una piacevole scoperta, almeno per me, perchè il mio compagno di viaggio già c'era passato, ma dubito che ci siano posti raggiungibili in moto in cui lui non sia già stato.

Dopo essermi fatto rapire dalla bellezza del panorama ripartiamo, ancora poche curve ci separano dall'autostrada (purtroppo). Ci dirigiamo verso Ora e mai scelta fu più azzeccata, strada immacolata con curve perfette e traffico inesistente, un bel modo per finire la parte divertente del giro prima di ributtarsi nel traffico.

Prendiamo l'autostrada e meno male siamo in moto, perchè sono frequenti i rallentamenti e le code, ma riusciamo a districarci senza perdere molto tempo.

Ci salutiamo al solito autogrill, mentre il sole pian piano tramonta proprio di fronte a noi.

Tanta è stata la "carne al fuoco" forse addirittura troppa in soli 2 giorni, ma ci ha fatto scoprire un territorio, quello delle Dolomiti Bellunesi e del Friuli, poco battuto, sicuramente ci tornerò altre volte, sia per visitare meglio la diga del Vajont, Erto e Casso, sia per dedicarmi al relax sul lago del Mis.