2016: Verdon

Venerdì: 478 km da Dorno a Castellane in 11 ore

Appuntamento alle 8.30 all'Autogrill di Dorno con gli altri partecipanti al giro (Mauro, Giuseppe ed Alberto), ma, forse per la voglia di risalire in moto dopo tanto tempo, alle 8.10 sono al ritrovo e ci trovo già Mauro, forse non ero l'unico a scalpitare. Poco dopo arrivano anche gli altri e partiamo subito in direzione Asti.

L'autostrada scorre via veloce, percorsa a velocità sostenuta, ma sia chiaro rispettando il codice della strada, più o meno. Fino ad Asti e poi ad Alba si fila via veloci, ma poi cominciano le strade trafficate, e cosparse di semafori, che passano nei vari paesi, una palla unica.

Arriviamo nei pressi di un bel lago artificiale, dove comincia la strada che sale al colle dell'Agnello, qui decidiamo di fare la prima sosta ad ammirare il panorama.

La salita al colle si rivela un po' più tortuosa del previsto, però in cima il panorama ripaga lo sforzo, ma ancor di più la discesa, cosparsa di curve e su asfalto decisamente migliore rispetto al versante italiano.

Arriviamo in breve tempo al bivio per il col d'Izoard, che per questa volta non abbiamo in programma, quindi percorriamo le suggestive gorges du Guil, fino ad arrivare a Guillestre, dove decidiamo di pranzare.

Rifocillati sia noi che le moto ripartiamo, la strada per Castellane è ancora tanta, ma decisamente divertente. Percorriamo in successione col de Vars, con la strada a salire più simile ad una pista che ad un passo di montagna, e la Bonette, che, oltre a sembrare disegnata da un ubriaco, è anche disseminata di testimonianze della grande guerra (avamposti, bunker e fortini).

Scesi dai 2802 mslm della Bonette ci concediamo una pausa "golosa", infatti Giuseppe ed Alberto si pappano un profitterol formato famiglia e servito in un vasetto "quattro stagioni" (che si vede in foto)

Ripartiti percorriamo la Route des Grandes Alpes, a tratti fantastica, fino a Guillaumes. Qui iniziano le gorges du Daluis, strada fantastica e scavata tra le rocce rosse, la percorriamo più volte in ambo i sensi, troppo bella! Ripartiamo e dopo pochi chilometri ci imbattiamo in un gregge di centinaia di pecore, segnalate da auto all'inizio e alla fine del gruppo, scortate da decine di cani e pastori, che organizzazione!

Ultimo pezzo fino a Castellane, lago a destra, ogni tipo di curva è presente su questa strada, che mette d'accordo proprio tutti, sia gli amanti del veloce che quelli del misto lento, ci divertiamo davvero un sacco prima di arrivare in hotel.

Sono quasi le 20 quando prendiamo possesso delle camere, per fortuna ampie e confortevoli, cosa mai scontata in territorio d'oltralpe, poi alle 21 siamo seduti al tavolo, dove terminiamo la giornata con un buon filetto e patatine. Come primo giorno non c'è male, ma che caldo.

Sabato: 183 km in giro sul Verdon in 10 ore

Dopo l'alzataccia e i tanti km del giorno precedente decidiamo di dormire fino alle 8.30. Colazione con specialità tipiche e rifornimento, poi partiamo in direzione Verdon.

Due camper da superare nei primi 500 metri di strada e temporali pomeridiani previsti dal meteo, la giornata non promette propriamente bene, ma sbarazzatici dei due catafalchi ambulanti dopo nemmeno un minuto, non incontriamo praticamente nessuno fino al bivio per la "Rive Gauche".

Anche qui traffico inesistente, seguiamo per Trigance dove ci divertiamo sugli ampi tornanti con visuale aperta e poi giù fino al pont de l'Artuby. Qui ci fermiamo a vedere i pazzi che si cimentano nel bungee jumping, commentando: "Manco se mi puntano una pistola...".

Ripartiamo tenendo un ritmo blando per goderci il panorama sulle gole del Verdon, fermandoci ogni tanto a fotografare il Canyon ed io a litigare con la videocamera, che smette definitivamente di funzionare. La lunga strada, sempre semi deserta, ci porta fino al lac de Sainte Croix, deviazione per Bauduen, dove ci concediamo un bagno veloce nelle fredde e limpide acque del lago, prima di rifocillarci.

Ripartiamo scrutando il cielo, delle nuvole previste dal meteo nemmeno l'ombra, meglio così. Ci portiamo quindi velocemente sull'altra sponda del lago, dove ad attenderci ci sono sterminati campi di lavanda, il cui profumo però non è purtroppo percepito da tutti i miei compagni di viaggio.

Dopo esserci cimentati più o meno tutti in foto artistiche ripartiamo, passiamo per Moustiers Sainte Marie, poi di nuovo sulle sponde del lago, ad attenderci uno scorcio magnifico, dov'è possibile comprendere perchè il fiume si chiama "Verdon", qui decidiamo di mollare di nuovo le moto e regalarci un'ora di gita in pedalò, risalendo il fiume.

Ci rilassiamo tutti, o quasi (qualcuno doveva pur pedalare), Giuseppe si cimenta in tuffi dalle rocce sotto lo sguardo preoccupato di Alberto, costretto a scendere sulle rocce pure lui e non del tutto convinto di riuscire a risalire in barca.

Lasciamo il pedalò alle 18 e per fortuna ancora niente nuvole, beviamo una cosa veloce e ripartiamo verso Castellane.

Questa volta percorriamo la "Rive Droite", poi è la volta della "Route des Gretes, dove godiamo appieno del panorama regalato dal canyon del Verdon, da rimanere senza fiato.

Arriviamo a Castellane ancora una volta alle 20 circa e cena ancora a base di carne, purtroppo sono ben poche le pietanze "mangiabili" in Francia per noi italiani.

Terminiamo la serata davanti a Portogallo - Croazia e ad un buon bicchiere di cognac

Domenica: 403 km da Castellane a Dorno in 9 ore e mezza

Solita colazione con deliziosi croissant, rifornimento e partenza in direzione Grasse. Percorriamo la mitica Route Napoleon, talmente bella da guidare che non ci fermiamo nemmeno a fotografare il panorama, che in realtà avrebbe meritato.

Guidiamo a testa bassa anche fino a Nizza, la strada lo permette, poi ci buttiamo sul lungomare.

Seguo diligentemente il navigatore per imboccare la strada della Grande Corniche, imprecando quando noto che è proprio in direzione di minacciosi nuvoloni.

Saliamo in quota e ci addentriamo nelle nuvole, la temperatura scende sotto i 20 gradi dai quasi 30 della costa, per fortuna niente acqua, ma anche niente panorama mozzafiato, sotto e sopra di noi solo bianco, peccato, sarà una scusa per tornarci un'altra volta.

Scendendo verso Mentone la visibilità torna accettabile e scorgiamo i palazzoni del Principato di Monaco proprio sotto di noi.

Decidiamo malauguratamente di fermarci per il pranzo proprio a Mentone, dove aspettiamo quasi un'ora per essere serviti. Qui Alberto, dopo più di 30 minuti sotto il sole cocente, perde la sua proverbiale aplomb e il cameriere rischia il linciaggio da parte nostra, ma nonostante tutto riusciamo a rifocillarci e ripartire, anche se in pesante ritardo.

Per fortuna strada sgombra sia a salire che a scendere da Sospel, poi ultimo rifornimento di benzina a buon prezzo e salita al tunnel del colle di Tenda.

Attendiamo 17 minuti che venga il verde, allietati da un involontario spettacolino di una ragazza con un vestitino giallo costantemente in balia del vento. Giuseppe intanto comincia a rimettersi casco e guanti quando mancano ancora 5 minuti al verde, vista la sua proverbiale lentezza nelle operazioni.

Una volta a Limone Piemonte traffico, semafori e paesini ci rallentano. Dopo un tempo che sembra non passare mai arriviamo finalmente in autostrada, altrettanto pallosa, ma almeno più veloce della statale.

Ci salutiamo poco dopo Dorno e riusciamo ad arrivare a casa asciutti, nonostante i nuvoloni grigi sopra di noi.

Che dire una 3 giorni perfetta, per strade, panorami, traffico, cibo, clima e soprattutto compagnia. Una concomitanza di fattori positivi che non capitano spesso, ma quando capitano ti regalano emozioni e ricordi che ti accompagnano per tutta la vita.