2011: Verdon

Finalmente a 2 anni di distanza siamo riusciti a fare questo giro magnifico, pensavo fosse bello, ma non a questi livelli e purtroppo le foto non rendono l'idea dell'immensità dei panorami che ci si presentavano davanti ai nostri occhi e dell'armonia di asfalto e curve che costeggiavano i canyon.

Venerdì

La vacanza comincia all'autogrill a ponte dopo Pavia sulla A7, dove i componenti del gruppo si ritrovano verso le 9, dopo una mezz'ora abbondante si parte alla volta della Francia. Strada dritta e noiosa che ci porta tra autostrade, superstrade e statali fino alla salita per il passo Tende, finalmente qualche curva!!

Dopo un tunnel stretto a senso unico alternato sbuchiamo in Francia, qui l'asfalto migliora non poco e ci cominciamo da divertire.

Fiume a sinistra e montagna a destra, curve su curve, guida allegra ma non troppo, mica ci si può perdere questo paesaggio, arriviamo a Sospel, ci rifocilliamo con una pizza con l'insalata sopra (capiamo di essere in Francia anche da queste piccole cose) e ripartiamo.

Quest'ultimo tratto ci porterà a Nizza tramite parecchi tornanti e sfidando le nuvole nere sopra di noi, per fortuna vinciamo anche questa sfida con il maltempo che ci grazia. Arriviamo nel caldo e nel traffico di Nizza, percorriamo il lungomare, panoramico, ma quanti semafori, siamo anche ben coperti per via del freddo in quota e ogni volta che ci si ferma è un inferno.

Finalmente arriviamo ad Antibes, hotel più che decente, pulito e camere grandi, molliamo moto e bagagli, indossiamo il costume e ci dirigiamo verso il mare (Pack, è dall'altra parte della cartina).

Spiaggia semi deserta, acqua gelida, ma per fortuna il sole splende su di noi, entriamo in acqua con i piedi, per qualche foto veloce, rischiando l'ipotermia alle estremità inferiori, e si ritorna in hotel.

Per la cena percorriamo le affollate vie del centro storico di Antibes, così tanta gente e siamo solo a giugno, tripadvisor consiglia un ristorantino, ci fidiamo e mangiamo bene, ma a prezzi non proprio economici. Si torna in hotel per riposarsi, si crolla quasi subito, meglio così perchè l'indomani ci avrebbe atteso un giro impegnativo

Sabato

Sabato mattina, sono le 8,00 circa, nonostante ci fossimo dati appuntamento più tardi non riesco a riaddormentarmi per l'eccitazione, finalmente il Verdon!! Si scende nella hall in anticipo e ci ritroviamo tutti lì, forse nessuno stava più nella pelle per la giornata che ci avrebbe atteso. Usciamo per fare colazione, compriamo croissant in una bulangerie e ci sediamo tranquillamente a mangiarli in un bar vicino, dove prendiamo cappuccini e caffè (scopriamo che i bar non vendono brioches). Una volta rifocillati carichiamo i bagagli e partiamo alla volta di Grasse dove cominciamo a percorrere la mitica Route Napoleon.

La strada è asfaltata divinamente, i curvoni veloci si alternano a pochi tornanti, il Pack non resiste e seppur non sapendo la strada si lancia e dopo un paio di curve non scorgo più la sua sagoma all'orizzonte, lo ritroveremo poco dopo fermo ad un bivio.

Qui lasciamo la Route Napoleon per dirigerci verso le gole del Verdon e con mia grande sorpresa la strada è larga, a curve e ben asfaltata, mi sa che in quelle zone son tutte così, cominciamo a salire di quota e lo scenario migliora curva dopo curva, fino ad arrivare sul Verdon.

Dopo un ponte che sconsiglio di fare a chi soffre di vertigini, dal quale facevano pure bungee jumping, e qualche galleria inchiodo in una piazzola di sosta, perché l'immensità che si apre davanti a noi ci toglie il fiato, le foto parlano da sole.

Da qui comincia una strada che costeggia il fiume, ma un centinaio di metri sopra di esso, poi inizia la discesa verso il lago, anche qui il colore è "verdon", e finalmente arriviamo sulle sponde del lago dove troviamo pure un benzinaio diciamo inquietante (per chi ha visto il film "Non aprite quella porta").

Mangiamo a Moustier st Marie, graziosa cittadina, il menu prevede crepes jambon-formage-oeuf ed entrecote, mangiamo molto bene e finalmente ordiniamo l'acqua in caraffa che è gratis (la Evian in bottiglia da 1 litro costa sui 5 €), il ristorante poi ha una serie di oggetti decorati a mano, che peccato essere in moto, non ci sta nulla nei bauletti (si è capito il sarcasmo?).

Ripartiamo dopo essere scampati al coprifuoco (una sirena a 1.000.000 decibel ci ha alquanto turbati) decidendo di accorciare il giro, mica abbiamo il cartellino da timbrare, ce la siamo presa comoda.

Percorriamo l'ultimo tratto costeggiando il Verdon e arriviamo a Castellane, qui decidiamo ancora di tagliare, Col de la Bonette o Gorges du Daluis? Decidiamo di tagliare il Col de la Bonette, i suoi 2800 metri dovranno aspettare, la scelta però si rivela azzeccata.

Da Castellane percorriamo la Route des Grandes Alpes, devo dire più bella della Route Napoleon anche per il panorama, costeggiamo un lago naturale, passiamo su di una diga e saliamo in quota, il tutto su un asfalto che sembra velluto, veramente piacevole.

Dopo una miriade di curve arriviamo alla deviazione per le Gorges du Daluis, all'improvviso le rocce cambiano colore, si tingono di un rosso scuro e ci fermiamo in una piazzola folgorati dalla visione di questa strada che si insinua tra le pareti a picco della montagna, qui scarichiamo le nostre zavorrine e ci facciamo un po' di curve avanti e indietro tirando un il collo ai nostri mezzi, siamo in un luogo magico, non passa anima viva e la strada è qualcosa che non si può descrivere a parole, mi scende ancora una lacrima a rivedere le foto, commoventi.

Si riparte perché c'è ancora un bel po' di strada da fare, risaliamo in direzione Barcelonnette fino ai 2327 metri del Col du Cayolle con 8°C per poi riscendere rischiando di stirare qualche marmotta e per circa 20-25 km troviamo una strada rattoppata quindi la nostra velocità media ne risente, ma alla fine arriviamo in hotel giusto per la cena.

Qui facciamo centro di nuovo, poca spesa - tanta resa, menu ottimo, abbondante ed economico con siparietto finale offerto da dei giovanotti francesi un po' alticci che festeggiavano un addio al celibato. Veloce passeggiata in città, visto il freddo e il deserto che c'erano ci ritiriamo nelle nostre stanze verso le 23, la vacanza sta per finire, ma c'è ancora tanta strada da fare domenica, è tempo di dormire...

Domenica

Terza ed ultima parte del viaggio. Mi sveglio all'alba, colpa della luce che filtra dal lucernario, fa caldo in stanza e il sole splende fuori, un'altra giornata di sole è si avvicina. Scese le scale ritroviamo gli splendidi compagni di viaggio e siamo di nuovo pronti per una passeggiata in paese alla ricerca (breve) di qualcosa da mettere sotto i denti. Come ad Antibes boulangerie, con le solite specialità di pasticceria (pan au chocolat & co. ), e bar, dove troviamo finalmente un caffè come si deve (non fino al bordo della tazzina) si vede che siamo sempre più vicini all'Italia. Tiriamo fuori le moto dai box, carichiamo i bagagli e facciamo il pieno di benzina (l'esperienza insegna).

Ci dirigiamo verso il Lac de Serre Poncon, un bacino idrico artificiale ricavato in una valle prima abitata. La strada è come al solito stupenda e il colore dell'acqua del lago ha una tonalità di blu magnifica. Una volta arrivati alla fine del lago proseguiamo su una strada a scorrimento veloce, costeggiamo Embrun e ci dirigiamo verso il Col d'Izoard.

Passato qualche paesino, dove il TomTom ci fa stare sempre un po' in apprensione, comincia la salita che ci porterà ad oltre 2300 metri, qui la strada non è impeccabile, c'è qualche lavoro in corso probabilmente in vista del Tour de France, ma è questione di pochi km. Arriviamo al bivio per l'Izoard, percorrendo una strada con curve veloci, e da quel momento è un crescendo di emozioni, nemmeno l'alto numero di ciclisti ci intralcia, curva dopo curva il panorama diventa surreale, paesaggio lunare con rocce grigie fino ad arrivare in cima, andiamo lenti per goderci l'atmosfera e il panorama.

In cima dopo le foto di rito intrattengo una conversazione con un tedesco con la sorella maggiore della mia moto (R1200GS 30° anniversary), poi via veloci verso Briancon, anche perché cominciamo a sentire un leggero languorino.

Giunti in città teniamo un summit su parcheggio e divieti di sosta e posteggiamo le 3 moto in 3 posti differenti, poi ci avventuriamo dentro le mura alla ricerca di un ristorante, decidiamo saggiamente di mandare avanti le donne aspettandole comodamente seduti all'ombra. Ancora una volta centro! Pranzo ottimo e crepes finali prima di ritornare in Italia, ci dirigiamo alle moto e riprendiamo il viaggio, saliamo al Monginevro e in un attimo siamo in Italia, qui decidiamo di non prendere l'autostrada per cercare il più possibile di non far finire questa magnifica vacanza, ma sappiamo in cuor nostro che ormai la strada divertente è finita.

Percorriamo la strada verso il Sestriere e ci accorgiamo che non è niente male, ma il traffico in Italia è maggiore, qualche curva dietro guidatori lenti e ritmo meno vivace, anche perché siamo meno brillanti nella guida. Pian piano la strada si raddrizza sempre di più, traffico e caldo aumentano, decidiamo di percorrere l'autostrada che passa da Asti e Alessandria, qui toppiamo, perché all'altezza di quest'ultima comincia a gocciolare, ci fermiamo sotto un ponte per mettere gli antipioggia, così giustifichiamo l'averli portati dietro, e ripartiamo. La pioggia diventa acquazzone, ma dopo 15 km è già tutto finito, ultima sosta al solito autogrill a ponte nei pressi di Pavia, la vacanza è ufficialmente finita, ma la mente non è ancora tornata indietro da quei posti magnifici che abbiamo lasciato da poco tempo, pian piano i problemi di tutti i giorni torneranno, ma se basta un giorno così a cancellare 120 giorni stronzi (come cantavano gli 883) visto che ne abbiamo fatti 3 di giorni così siamo a posto per un anno (3x120=360+3=363) mancano giusto 2 giorni.