Luglio 2008: Francia

Due settimane, o quasi, a zonzo tra Provenza, Camargue e Costa Azzurra. Siamo andati all'avventura senza prenotare alcun hotel, come si addice ai veri bikers

Giorno 1: da Milano ad Embrun

Sabato mattina partiamo con calma, iniziano le tanto agognate ferie. Autostrada fino a Cesana Torinese, poi salita al Monginevro e discesa verso Briancon, graziosa cittadina fortificata. Qui ci rifocilliamo e visitiamo le strette vie che la compongono.

Ripartiamo alla volta di Embrun, dove arriviamo poco dopo, qui decidiamo di fermarci per la notte. Il paese è piccolo, ma grazioso ed è a strapiombo sulla vallata sottostante, pernottiamo in un hotel della catena del Logis, economico ed essenziale. La sera girovaghiamo alla ricerca di un posto dove cenare, non c'è molta scelta, optiamo per delle crepes e torniamo quasi subito in hotel, vista la scarsa offerta di divertimenti notturni che offre la zona.

Giorno 2: da Embrun a Manosque

Svegliati di buon ora e rimpinzati di baguette con la marmellata ci mettiamo in marcia per la seconda tappa.

In breve tempo siamo al Lac de Serre Poncon, che regala scorci di un azzurro intenso, proseguiamo per Digne les Bains e Castellane, quest'ultima molto caratteristica con una chiesetta che domina il paesino dall'alto di una rupe. Da qui cominciano le Gorges du Verdon, l'asfalto stradale è superbo, le curve si susseguono una dopo l'altra e guidare diventa veramente piacevole, le gole sul fiume aggiungono spettacolarità a questo itinerario.

Arriviamo alla foce del fiume e notiamo una moltitudine di pedalò che popolano quelle acque, da ritornarci prima o poi per fare una giornata ad avventurarci tra il canyon via fiume. Ci limitiamo a visitare Moustiers Sainte Marie, paesino piccolissimo con una stella dorata sospesa sopra di esso mediante una catena che unisce i due massicci agli estremi cittadini, molto singolare.

Dopo un pranzetto veloce a base di quiche lorraine ripartiamo, percorriamo strade immerse negli sterminati campi di lavanda in fiore, un profumo intenso ci accompagna fino a Manosque, città di provincia poco interessante, ma hotel e cena decenti.

Giorno 3: da Manosque ad Avignone

Lasciamo Manosque diretti verso Avignone. Il tragitto per raggiungerla ci porta attraverso Roussillon con le sue rocce rosse e Gordes, cittadina arroccata su una collina. Ad Avignone troviamo un Etap, lasciamo i bagagli e ci dirigiamo verso Salon de Provence, dove con la scusa del pranzo ci concediamo una rapida visita al centro cittadino.

Ripartiamo e ci dirigiamo a Les Baux de Provence, queste rovine di un paesino medievale che domina la valle sottostante sono molto interessanti e il panorama è magnifico, peccato che sia un po' troppo turistica, ad ogni angolo troviamo negozi di lavanda e bon-bon, bar e ristoranti, ovviamente i prezzi non sono proprio popolari.

Meno male siamo in moto e non dobbiamo pagare il parcheggio e nemmeno fare code per tornare verso l'hotel. Le giornate lunghe ci permettono di sfruttare le tante ore di sole e riusciamo anche a visitare Avignone, giriamo per parecchio tempo prima di trovare un posto dove cenare, non perchè non ce ne siano, anzi la scelta è talmente ampia che non riusciamo a deciderci e alla fine mangiamo delle insalatone in un locale in centro, dobbiamo scordarci la pasta in queste zone.

Giorno 4: Gita ad Arles e Nimes

La giornata odierna decidiamo di dedicarla alla visita di alcuni luoghi poco distanti da Avignone, quindi viaggiamo senza borse laterali per tutta la giornata, molto meglio gestire la moto leggera.

Oltre ai soliti campi di lavanda attraversiamo anche quelli di papaveri e girasoli, quindi giungiamo ad Arles, passeggiata tra fiume, viette, mura e arena, dunque ripartiamo alla volta di Nimes, dove arriviamo all'ora di pranzo. Questa è una città vera e propria, ci mescoliamo nel traffico orientandoci con difficoltà, ma alla fine troviamo il centro. Veniamo accolti da un'arena maestosa, piazze con fontane, chiese e vie pedonali, è un piacere girovagare nel centro storico. Pranziamo ancora una volta in una bulangerie, pasto veloce, buono ed economico.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo a visitare il Pont du Gard, anche qui ringraziamo di essere in moto (parcheggio gratuito). Il ponte non è altro che un enorme acquedotto romano patrimonio Unesco, con annesso un parco dove vengono organizzati eventi, si possono addirittura effettuare visite guidate del fiume via canoa.

Tornati ad Avignone girovaghiamo nella zona del Palazzo dei Papi, veramente impressionante per mole, mette quasi soggezione.

Giorno 5: da Avignone a Sete

Questa tappa ci porta dritti al mare, abbiamo bisogno di una buona dose di relax in spiaggia, quindi partiamo alla volta di Sete, dove arriviamo in breve tempo. Questo paese è molto caratteristico, infatti è composto da una parte vecchia, costruita alle pendici di un promontorio, dal quale si gode di un'ottima vista, e una parte nuova, sviluppata tra la costa e la laguna. Morale troviamo un hotel economicissimo direttamente sulla spiaggia, o meglio basta solo attraversare la strada per avere la sabbia sotto i piedi. Passiamo una riposante giornata in spiaggia e poi andiamo a cenare con ottimi piatti di pesce, incluse ostriche, in un ristorantino del porto.

Giorno 6: Gita a Carcassonne

Visto il cielo nuvoloso decidiamo di dedicarci interamente alla visita di 3 città, Beziers, Carcassonne e Narbonne. Sono tutte città medievali più o meno ben conservate, quella che merita una visita più approfondita è Carcassonne, infatti è circondata da due cinte murarie completamente intatte. Si rivela anche la più turistica,pure qui per fortuna siamo in moto e riusciamo a divincolarci facilmente tra le code per i parcheggi e i pulman in sosta. Fa freddo, meno male non piove, nonostante il cielo non prometta nulla di buono, grazie alla guida silla Francia del Sud ci decidiamo ad assaggiare il cassoulet, un piatto tipico di quella zona, una specie di fagiolata con vari pezzi di anatra e salsiccia annegati al suo interno, visto il clima ce lo gustiamo veramente.

Tornati a Sete riusciamo a fare una bella passeggiata sulla spiaggia, nonostante il vento forte, l'indomani saremmo ripartiti con destinazione Camargue.

Giorno 7: da Sete a Saintes Marie de la Mer

Lasciamo solo temporaneamente la costa, ci dirigiamo verso la terra dei cavalli, ricca di paludi, fenicotteri e tori, la Camargue. Passiamo tra acquitrini immensi e ci fermiamo a visitare la cittadella fortificata di Aigues Mortes, nome che prende spunto dalla zona paludosa nella quale è stata edificata. Dopo aver fatto scorta di bon-bon ripartiamo e dopo poco giungiamo a Saintes Marie de la Mer, dove triboliamo abbastanza a trovare un alloggio per un paio di notti. Alla fine riusciamo a pernottare in un hotel fronte mare in zona centrale, con anche garage per la moto, manca solo l'aria condizionata, ma il caldo per fortuna è sopportabile.

Riusciamo a farci una bella mezza giornata di mare, le spiagge sono piccole, ma per nulla affollate, si sta proprio bene. La sera le viette del centro si riempiono di bancarelle, cena a base di squisiti piatti: lumache, telline e spezzatino di toro, poi andiamo a goderci il tramonto sul mare prima di coricarci.

Giorno 8: Gita in Camargue

Decidiamo di dedicare la giornata all'esplorazione del parco naturale della Camargue e ci imbattiamo quasi subito in un piccolo branco di tori, solamente un sottile filo spinato ci divide da loro, poi è la volta di cavalli selvatici che galoppano tra gli stagni, spettacolari! Proseguiamo fino ad una chiatta che ci traghetta sulla sponda opposta del Rodano e ci dirigiamo verso Istres e Martigues, due paesini che si affacciano su un enorme stagno. Rapida visita e torniamo in hotel per goderci ancora qualche ora di spiaggia.

Per cena ci consigliano di assaggiare la paella in un ristorante dove praticamente hanno solamente quella portata, buonissima! Non siamo sorpresi, visto le molte analogie con la cultura spagnola, in paese è pure presente una piccola arena dove si svolgono le corride.

Guardando il tramonto pensiamo che questa vacanza sia proprio magnifica.

Giorno 9: da Saintes Marie de la Mer a Hyeres

Partiamo abbastanza con calma, non abbiamo fretta di lasciare la Camargue, una strada dritta ci porta ad Aix en Provence, dove vorremmo fermarci per la notte in modo da visitarla con calma, ma i prezzi proibitivi degli hotel, senza nemmeno il garage per la moto, ci fanno desistere. Meno male, perchè la città la visitiamo bene in nemmeno mezza giornata, l'atmosfera ricorda molto Parigi, così come piazze, vie ed edifici. Ripartiamo dopo pranzo alla volta della costa, la ricerca di un hotel si fa sempre più ardua ed alla fine lo troviamo a Hyeres. Il paesino non offre molto, ma è grazioso, troviamo anche un McDonald's dove cenare, ogni tanto si può fare, soprattutto in Francia.

Giorno 10: da Hyeres a Juan les Pins

La vacanza è quasi giunta al termine, cerchiamo però di farci ancora una giornata di mare, per fortuna che il sole tramonta tardi. Percorriamo la strada costiera, pessima scelta, il traffico è soffocante, passare da Saint Tropez è veramente arduo, ma una puntatina riusciamo a farla. Per fortuna il traffico diminuisce km dopo km e in breve tempo siamo a Cannes, dove veniamo ammaliati dai lussureggianti palazzi sul lungo mare.

Dobbiamo sbrigarci, non abbiamo ancora trovato un hotel, optiamo per Juan les Pins, praticamente il "retro" di Antibes. Troviamo un carinissimo Bed & Breackfast, vicino al centro e vicino al mare, ma per arrivare sulle spiagge più gettonate dobbiamo "scollinare" a piedi fino ad Antibes. In 15 minuti comunque ci siamo e vi rimaniamo fino alle 20.

La sera cerchiamo un posto dove mangiare, ma i locali sembrano tutti pieni con attese improponibili. Ci imbattiamo in un locale molto "fashion" dove gusto un'ottima tartare con uovo crudo annesso. L'ambiente molto "inn" della località ci fa optare per una serata tranquilla, non avevamo portato in valigia dei vestiti adeguati alle discoteche della zona e soprattutto non avevamo il "Ferrarino" parcheggiato fuori.

Giorno 11: da Juan les Pins a Milano

Ultimo giorno e ultimo tragitto, dopo 10 giorni passati in sella è anche ora di tornare a casa. Prima di buttarci in autostrada però facciamo una rapida tappa a Grasse, molto interessante la visita ad una fabbrica di profumi. Dopo quella piccola deviazione ci fermiamo ad ammirare il panorama costiero dalle parti di Nizza per poi proseguire fino a Montecarlo, dove mi lancio tra i cordoli con moto e zavorre comprese, non è il massimo, ma vedere i bordi dei marciapiedi pitturati a strisce bianche e rosse è per lo meno singolare.

Ora ci aspetta solamente qualche ora di pallosa autostrada, ma direi proprio che ne è valsa la pena.

Non credevo che esistesse una Francia al di fuori di Parigi e sono rimasto piacevolmente stupito dalla grande considerazione che hanno gli automobilisti francesi per i motociclisti, oltretutto le autostrade per le moto costano meno, altro che in Italia