Tutto inizia nel 1992, quando un team di quattro sviluppatori (John Romero, John Carmack, Adrian Carmack, Tom Hall), proprietari di una società informatica intitolata “Ideas from Deep”, inizia a sviluppare il seguito di un videogioco (Wolfenstein 3D), ossia “Spear of Destiny”. Mentre il resto del team si stava concentrando su Spear of Destiny, John Carmack sperimentava un nuovo motore grafico chiamato Doom engine (da dove ricaverà il titolo dell’opera).
Doom fu un successo in tutto e per tutto, le meccaniche di gioco (ai tempi complesse) e la fluidità visiva e di movimento comode, avevano fatto scattare la nuova era video ludica. Presto, però, iniziarono anche le critiche sui continui, e per alcuni inopportuni, riferimenti biblici e anche per i richiami al satanismo (essenzialmente lo scopo è uccidere demoni). Dopo il successo di Doom, uscì nel 1994 “Doom II: Hell on Earth”, che aveva essenzialmente le stesse meccaniche e grafica, ma con livelli più complessi e nuovi demoni.
Ma la saga di Doom venne poi quasi dimenticata, dato che altri titoli iniziarono a conquistare il podio: questo fino al 1997, quando uscì “Doom 64”. La grafica e lo stile erano completamente cambiati, le mappe erano claustrofobiche e buie, i demoni invece erano più inquietanti. Questi aspetti fecero infuriare molte persone, poiché il gioco non rispettava gli standard dei precedenti titoli.
Negli anni successivi Doom venne di nuovo progressivamente dimenticato, fino al 2004, quando uscì “Doom 3”. Questo gioco (a tutt’oggi) è il Doom più venduto; era un post-mortem da parte di ID software, che aveva ridato vita alla saga. Tutto questo scalpore era dato dal fatto che fosse un gioco innovativo per i tempi, con meccaniche superiori rispetto agli altri giochi.
Oltre a Doom 3, fecero anche una versione del gioco più completa (Bfg Division), sempre uscita nel 2004. Nel 2005 crearono un’espansione del gioco chiamata “Resurrection of Evil”, che completava la trama del titolo precedente.
Nel 2016 è nato Doom (soprannominato “Doom 2016” per non confondersi con il primo titolo), che era completamente diverso da Doom 64 e Doom 3, poiché riprendeva gli standard dei primi due giochi, ossia uccidere demoni in luoghi spaziosi con un sottofondo metal, ma con una grafica mozzafiato e con stili di combattimento moderni. Inoltre aggiunge il parcour, il multigiocatore ecc. Infine, come ultimo gioco (per ora forse) c’è Doom Eternal, con caratteristiche simili a quelle presenti nel titolo precedente, ma rese più complesse. I combattimenti sono frenetici e complicati, le meccaniche di movimento migliorano e tutto questo con una delle soundtrack più belle (At Doom’s Gate). Nel 2021 escono due espansioni del gioco, che completano la trama di Doom Eternal.
TRAMA GENERALE DI DOOM
All’inizio del mondo, il vuoto e la disparità erano dominanti, fino a quando una figura divina soprannominata con il nome di “Padre” ascese e pose fine a quel buio. A ogni passo che faceva, un nuovo mondo fioriva, e quando si fermò per riposare, la città di Urdak fiorì. Sperimentò fino a creare la civiltà di Jekkad, con abitanti dotati di volontà e ambizioni eccezionali. Il Padre, in un luogo chiamato Sanctum Dinmor, creò anche una nuova dimensione dei Jekkad, dando anche vita al personaggio di Davoth. Il medesimo santuario viene utilizzato anche come tomba delle anime, e in esso sono conservate la maggior parte delle creazioni del Padre, l’unico a potervi accedere. Il supremo Essere diede il potere a Davoth di governare il popolo dei Jekkad, ossia la sua prima creazione. I Jekkad, pur di avvicinarsi ai loro creatori, cercarono di creare un paradiso, bramando poteri inimmaginabili, così da far prosperare la specie per sempre. Davoth era fiero del suo popolo, ma la mortalità era una maledizione alla quale non si voleva sottomettere, così creò i Maker, una razza creata a scopo di trovare una soluzione. Davoth, per la paura della morte, inizia a mettere in cattiva luce il Padre, dicendo che li aveva abbandonati nell’ingiustizia della mortalità. Davoth e il Padre si sfidarono a malincuore in un duello in cima alla Piramide dei Perduti, in cui uscì vincitore Davoth, che da quel momento si autoproclama anch’egli come “Padre”. (Darian Francisci)
21 gennaio 2023