Cosa è il femminicidio? Cosa significa denunciare?
Ormai si parla di femminicidio da tanti anni, ma le cose non sono cambiate più di tanto. Ogni volta che accendiamo la televisione e trasmettono il telegiornale, si parla principalmente di donne che vengono uccise, picchiate o molestate da uomini.
Le ragazze e le donne, dopo una molestia, vengono “incolpate” per il modo in cui erano vestite o del fatto che avessero fatto uso di sostanze stupefacenti, ma queste cose non autorizzano un uomo ad approfittare di una donna.
Noi donne abbiamo il diritto di essere libere di vestirci come vogliamo senza dover avere paura.
In Italia quest’anno sono state uccise 285 persone di cui 103 sono donne. Alcune, anzi la maggior parte, sono state uccise solo per aver opposto resistenza a un volere dell’uomo, per aver ‘mollato’ il proprio ragazzo, per averlo tradito…Un esempio è quello della morte di Giulia Cecchettin: una ragazza di 22 anni, uccisa con 27 coltellate al collo e alla testa, dall’ ex ragazzo che lo ha fatto perché non accettava che lei l’avesse lasciato.
Riflettiamo su una cosa: se fosse successo il contrario, cioè se lui avesse lasciato lei, questa ci sarebbe rimasta male, ma non le sarebbe passato per la testa di togliergli la vita.
Ci sono anche tante donne che subiscono violenza domestica. Molti ragazzi hanno assistito, fin da bambini, a scene violente e molti comportamenti li hanno assimilati sin da piccoli e quindi da adulti finiscono per ripetere le stesse azioni.
Molte volte le donne vengono trattate come oggetti, su cui l’uomo esercita un potere. Spesso appaiono in televisione dove mostrano solo il proprio corpo.
Noi donne troppo spesso non reagiamo; subiamo facendoci apostrofare con parole sgradevoli e mentre camminiamo per strada lasciamo che ci fischino alle spalle senza dire nulla.
Ci sono vari elementi che ci possono far capire che ‘certe persone’ dobbiamo lasciarle andare anche se l’amiamo: l’eccesso di gelosia, non portare rispetto e anche solo il minimo gesto di alzare le mani, sono cose che potrebbero peggiorare nel tempo. Noi donne dobbiamo difendenderci e reagire. Facciamo sentire la nostra voce.
«[...] Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero sola. Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una “puttana”.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto [...]». (cit. Cristina Torres Cáceres, 2011)
Riflettete. (Chiara Di Cerbo)
23 novembre 2023