Il giorno 24 Febbraio gli alunni delle classi terze della secondaria hanno avuto la possibilità di incontrare Annamaria Frustaci, PM della procura di Catanzaro.
Cresciuta a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio in Calabria, si è laureata in giurisprudenza presso l’Università di Pisa e, nel 2010, diventata magistrato, è tornata in Calabria per lavorare nel pool antimafia a fianco di Nicola Gratteri.
Fin da piccola si è resa conto di essere circondata da molte ingiustizie e dopo l’incontro nella sua scuola con il magistrato Gherardo Colombo ha capito quale fosse la sua strada: quella della magistratura.
Dopo un breve preambolo sul suo percorso di formazione, la PM ha lasciato spazio alle nostre curiosità.
Qual è la differenza tra giudice e PM?
Nel processo il giudice svolge un ruolo esecutivo nello stabilire la condanna dell’imputato mentre il Pubblico Ministero svolge un compito preliminare al processo e si occupa di accumulare informazioni relative al reato commesso.
Cos’è il 41-bis?
Il 41-bis è l'articolo che riguarda il carcere di massima sicurezza voluto da Giovanni Falcone, per gli autori di reati connessi alla criminalità organizzata che cercano di mantenere un contatto esterno con le rispettive associazioni di appartenenza. Per quei detenuti sono previste molte restrizioni tra cui il controllo della posta inviata e ricevuta e tempo limitato per le visite.
Esiste un rapporto tra mafia e religione?
Sì, ma è alquanto contraddittorio.
La mafia ha fatto sue alcune ritualità religiose, principalmente nelle pratiche di affiliazione dove spesso viene bruciato un santino nella mano del nuovo affiliato.
La vita dei criminali è davvero così 'attraente' come mostrano le serie TV?
Spesso la vita dei mafiosi viene idealizzata come ricca e sfarzosa, ma non è così. Infatti la maggior parte delle volte i delinquenti finiscono per essere uccisi dal proprio clan o uno rivale o passano il resto della loro vita in carcere.
Cos'è il pizzo?
Il pizzo è una forma di estorsione di denaro in cambio di una supposta protezione nei confronti delle attività commerciali, molto diffusa tra i clan mafiosi. Molti potrebbero restare indifferenti di fronte a questi soprusi, ma basterebbe immaginare che l'attività in questione a cui viene sottratta una parte dei profitti sia la propria o quella di un familiare per comprenderne la gravità.
La PM ha portato infine esempi di testimoni o di collaboratori di giustizia che successivamente hanno scelto di schierarsi dalla parte dello Stato: chiunque può scegliere la strada giusta e non siamo condannati alla criminalità. Si può fare sempre del bene o decidere di cambiare anche per chi è cresciuto in ambienti mafiosi.
In conclusione, questo incontro si è rivelato molto più interessante di quanto noi ragazzi avessimo previsto e potrebbe essere per molte persone una grande fonte di ispirazione, non solo per il fatto che la PM sia riuscita a farsi strada in un mondo prevalentemente maschile,
ma anche per il fatto che nonostante lei sia nata e cresciuta in una città dove la mafia ha radici antichissime è riuscita ad uscirne e a contrastarla come uno scoglio che esce dal mare e affronta le onde.
La dott.ssa Frustaci è molto coraggiosa per il modo con cui parla della mafia nelle scuole non preoccupandosi del rischio al quale un magistrato è sempre esposto, perché come ci ha spiegato, finché non debelliamo questo fenomeno siamo a rischio tutti.
Incontri del genere possano aiutare i ragazzi a non rimanere impotente davanti alle ingiustizie, ma anzi a denunciarle.
Nella lotta contro la mafia come contro qualsiasi ingiustizia è molto importante non rimanere indifferenti e non farsi condizionare dalla paura. Ognuno di noi può fare qualcosa per sconfiggerla, come dice Paolo Borsellino “è normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio”. (Lorenzo Remo Di Zitti, Elena Frustaci e Valerio Pasquazzi)
22 marzo 2023
Annamaria Frustaci è nata a Catanzaro. Dopo essersi laureata in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Pisa, è diventata magistrato e ha lavorato alla procura di Reggio Calabria al fianco di Nicola Gratteri. Dopo altri incarichi, nel 2016 è tornata a Catanzaro per lavorare nel pool antimafia, costituito dallo stesso Gratteri, che ha rivelato legami tra criminalità organizzata, politica e imprenditoria. Da qualche anno vive sotto protezione.
Presso la nostra scuola, noi alunni delle classi quinte, abbiamo avuto la grande opportunità di incontrare la magistrata e scrittrice Annamaria Frustaci, autrice del libro “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia”.
Abbiamo capito che la mafia è un’organizzazione criminale che è sparsa in tutto il mondo, ma che si potrebbe combattere in diversi modi anche con il nostro contributo: il magistrato conduce le indagini, ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo iniziare a fare qualcosa, per noi stessi, per voi che leggete e per le generazioni future.
«Il lavoro che fate voi bambini con le vostre maestre è più importante di quello che faccio io!». Queste parole del pm Frustaci ci hanno fatto riflettere sull’importanza dell’educazione alla legalità che si apprende sui banchi di scuola.
La denuncia di un comportamento scorretto non dovrebbe essere vista come un atto negativo, bensì come un gesto di coraggio che può aiutare a capire i propri errori e a evitare conseguenze spiacevoli, proprio come è raccontato nel libro della nostra ospite, in cui la protagonista Lara ha capito che l’unico modo per sconfiggere la mafia è guardarla in faccia con onestà e coraggio.
Proprio per questo abbiamo pensato che bambini che nascono in famiglie mafiose, come Totò, compagno di classe di Lara, dovrebbero avere la possibilità di decidere della propria vita, e con l’aiuto della scuola e di altre istituzioni, trovare il coraggio di “uscire” da questo cerchio disumano.
Dopo questo incontro abbiamo compreso che la parola ’GIUSTIZIA’ non deve fare paura, ma essere il motore delle nostre azioni quotidiane. (Alunni della V D, IC Ceneda-Roma, plesso via Mondovì)
9 gennaio 2023