Il 22 novembre, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un nuovo francobollo dedicato al Museo Egizio di Torino, in occasione del duecentesimo anniversario della sua fondazione. Il valore del francobollo corrisponde alla tariffa B zona 1, pari a 1,30 euro. Il francobollo rappresenta un disegno in inchiostro acquarellato di Marco Nicolosino, risalente al 1832 circa, che illustra la prima esposizione della collezione Drovetti.
Il Museo Egizio a Torino, con sede nel palazzo storico dell’Accademia delle Scienze, è il museo più antico legato a questa civiltà: ci si trovano numerosissimi oggetti e sarcofagi di ogni tipo, basti pensare che è il più famoso e ricco dopo quello de Il Cairo. Ma ripercorriamo brevemente la sua storia.
La vicenda di questo museo inizia nel 1630, quando il duca Carlo Emanuele I di Savoia acquisì una discreta collezione di antichità egizie e nel 1824, Bernardino Drovetti, vendette al Re di Sardegna, Carlo Felice di Savoia, la sua intera collezione di reperti dell’antica civiltà del Nilo, da grande collezionista. Tutti gli antichi averi risalenti alla civiltà vennero riposti nel 1825 a Torino, e la collezione, ovviamente, negli anni si arricchì sempre di più.
Uno dei primi direttori del museo fu l’archeologo ed egittologo Schiaparelli, che occupò questa posizione nel 1904.
Nell’ultimo decennio l’edificio è stato restaurato e ampliato, arrivando a contare oggi oltre 30.000 reperti tra cui mummie, sarcofagi, oggetti di uso comune, papiri e gioielli.
L’attuale direttore è il giovane Christian Greco che ricopre questo ruolo dal 2014. Nato in Italia, uomo giovane e brillante, è un archeologo, professore ed egittologo. Ha lavorato con numerosi musei nel mondo e per quello di Torino è responsabile delle ristrutturazioni del 2014-2015 e del 2023-2025.
Tra i reperti principali conservati in questo bellissimo museo e che colpiscono ogni visitatore, come è successo a chi scrive, vanno ricordati: le mummie di Kha e Meryt, una coppia di sposi vissuti nel periodo del Nuovo Regno, particolarmente famose per la loro mummificazione ben conservata e per il corredo funerario ricco e variegato. Meryt morì giovane e il marito le donò una sontuosa tomba nella Valle dei Re, dove vent’anni dopo venne riposto anche lui; la statua di Ramses II, un'imponente statua che rappresenta uno dei faraoni più celebri dell'antico Egitto, simbolo di potere e grandezza. Fu un grande combattente e nel periodo in cui regnò promosse la cultura costruendo un tempio a Tebe che fungeva da università; il sarcofago, il corredo e la pianta in scala della tomba della regina Nefertari, donna bellissima e colta che si è sempre fatta valere, non facendosi mai surclassare dai pregiudizi del tempo; la tomba degli Ignoti che risale al 2400 a.C. ed è la più antica del Museo. Comprendeva un corridoio con tre camere, contenenti sarcofagi, mummie e rispettivi corredi. È stata ribattezzata come Tomba degli Ignoti, causa l’assenza di indicazioni dei nomi dei defunti alla quale apparteneva; Ostrakon della Ballerina, frammento di ceramica o pietra che in passato veniva utilizzato come supporto per la scrittura o per il disegno. In questo caso specifico l’ostrakon ritrae una ballerina acrobata in movimento: è un oggetto speciale perché inusuale a quel tempo; la Galleria dei Sarcofagi tra i quali il più importante è quello dello scriba Butehamon, collocato nel Terzo Periodo Intermedio (tra il 1100 e il 600 a.C.); la Sfinge egizia, uno dei reperti più caratteristici. Questa figura mitologica con il corpo di leone e la testa umana veniva associata all’intelligenza di faraoni e regine e alla potenza dell’animale legato al dio Sole; e poi numerosi gioielli e oggetti personali (parrucche, trucchi, oggetti di uso quotidiano), che hanno ampliato le conoscenze storiche riguardo a questa misteriosa, antica e magnifica civiltà.
Il bicentenario del Museo
Per celebrare questa ricorrenza, dal 20 al 22 novembre, il museo ha offerto tre giorni di ingresso gratuito, con un calendario di attività culturali molto fitto.
All’inaugurazione ha partecipato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il ministro delle Antichità egiziane, Khaled Mohamed Ismail, insieme alla presidente del museo Evelina Christillin e al direttore Christian Greco.
I visitatori, nelle tre giornate, hanno potuto partecipare a laboratori, conferenze e numerosi spettacoli: l’obiettivo è quello di avvicinare alla storia antica soprattutto un pubblico giovane. Sono stati presentati anche due progetti di arte contemporanea e il 20 novembre si è svolta la speciale Notte Bianca, durante la quale, tramite performance spettacolari, sono state aperte le giornate di festeggiamento del bicentenario.
Insomma se vi abbiamo convinto, correte a vederlo. (Livia Latini)
19 dicembre 2024