invisibilium03

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Cecilia

da Le città invisibili, di Italo Calvino (1972). Einaudi, Torino. Pag. 158-159.

Tu mi rimproveri perché ogni mio racconto ti trasporta nel bel mezzo d'una città senza dirti dello spazio che s'estende tra una città e l'altra: se lo coprano mari, campi di segale, foreste di larici, paludi. Ti risponderò con un racconto.

Per le vie di Cecilia, città illustre, incontrai una volta un capraio che spingeva rasente i muri un armento scampanante.

— Uomo benedetto dal cielo, — si fermò a chiedermi, — sai dirmi il nome della città in cui ci troviamo?

— Che gli dei ti accompagnino! — esclamai. — Come puoi non riconoscere la molto illustre città di Cecilia?

— Compatiscimi, — rispose quello, — sono un pastore in transumanza. Tocca alle volte a me e alle capre di traversare città; ma non sappiamo distinguerle. Chiedimi il nome dei pascoli: li conosco tutti, il Prato tra le Rocce, il Pendio Verde, l'Erba in Ombra. Le città per me non hanno nome: sono luoghi senza foglie che separano un pascolo dall'altro, e dove le capre si spaventano ai crocevia e si sbandano. Io e il cane corriamo per tenere compatto l'armento.

— Al contrario di te, — affermai, — io riconosco solo le città e non distinguo ciò che è fuori. Nei luoghi disabitati ogni pietra e ogni erba si confonde ai miei occhi con ogni pietra ed erba.

Molti anni sono passati da allora; io ho conosciuto molte città ancora e ho percorso continenti. Un giorno camminavo tra angoli di case tutte uguali: mi ero perso. Chiesi a un passante: — Che gli immortali ti proteggano, sai dirmi dove ci troviamo?

A Cecilia, cosí non fosse! — mi rispose. — Da tanto camminiamo per le sue vie, io e le capre, e non s'arriva a uscirne...

Lo riconobbi, nonostante la lunga barba bianca: era il pastore di quella volta. Lo seguivano poche capre spelate, che neppure più puzzavano, tanto erano ridotte pelle e ossa. Brucavano cartaccia nei bidoni dei rifiuti.

— Non può essere! — gridai. Anch'io, non so da quando, sono entrato in una città e da allora ho continuato ad addentrarmi per le sue vie. Ma come ho fatto ad arrivare dove tu dici, se mi trovavo in un'altra città, lontanissima da Cecilia, e non ne sono ancora uscito?

I luoghi si sono mescolati, — disse il capraio, — Cecilia è dappertutto; qui una volta doveva esserci il Prato della Salvia Bassa. Le mie capre riconoscono le erbe dello spartitraffico.

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