Premessa

Il Vademecum contiene indicazioni utili a coloro che lavorano con le fonti orali in quanto ricercatori, archivisti, bibliotecari o documentalisti.

Nasce dalla presa d’atto che molti archivi orali prodotti in passato richiedono un urgente intervento di salvaguardia che ne prevenga l’irreversibile deterioramento.

Mira a informare e sensibilizzare i ricercatori sull’importanza di produrre, conservare e archiviare correttamente le proprie fonti orali, quale presupposto per conservarle e valorizzarle, mettendole a disposizione tanto degli stessi soggetti che hanno partecipato alla ricerca quanto di altri studiosi futuri.

Offre ad archivisti, bibliotecari e, più genericamente, conservatori di archivi orali alcune informazioni e riferimenti di base per svolgere al meglio il loro lavoro.

Il Vademecum è il frutto di un lavoro collettivo durato 30 mesi e di un confronto interdisciplinare che ha coinvolto studiosi e conservatori di diverse generazioni, in rappresentanza dei principali soggetti che in Italia si occupano di archivi orali: il Ministero della Cultura, le università, alcuni istituti storici e molte delle associazioni impegnate nella ricerca con fonti orali e interessate alla loro tutela.

Esso ha richiesto una riflessione epistemologica e terminologica trasversale a discipline e ambiti professionali differenti, necessaria per offrire linee guida, strumenti ed esempi utili a tutti coloro che producono, conservano e utilizzano gli archivi orali. Con questa operazione si è inteso creare un tavolo permanente di lavoro, aperto al contributo di tutti coloro che trattano le fonti orali. Il tavolo di lavoro aggiornerà, se del caso, il Vademecum alla luce delle novità che potranno intervenire sul piano legislativo e si aprirà a nuovi temi che alle fonti orali sono strettamente connessi (p.e., finalità e caratteristiche della trascrizione).

Questo Vademecum, quindi, è, allo stesso tempo, un punto di arrivo e una prima tappa di un processo di aggiornamento e perfezionamento che è destinato a proseguire nel tempo. Nonostante lo sforzo volto a riconoscere il terreno comune e a creare un lessico condiviso tra coloro che a vario titolo si occupano di archivi orali, è un testo orientativo e non prescrittivo, perché spesso non esistono soluzioni universali ai problemi che le fonti orali pongono, né procedure standard applicabili ai diversi settori disciplinari e professionali (antropologia, giornalismo, linguistica, medicina, psicologia, sociologia, storia, ecc.) che fanno uso dell'intervista registrata e quindi producono archivi orali. In particolare, l'applicazione della normativa (p.e., sul trattamento dei dati personali e sul diritto d’autore) che riguarda la produzione delle fonti orali può avere, in ambiti diversi, diverse interpretazioni e soluzioni, anche perché si interseca con le metodologie e le regole deontologiche proprie di ciascuna disciplina o professione. Per indicazioni più specifiche si rimanda, quindi, alle linee guida delle associazioni scientifiche e professionali di riferimento. Allo stesso modo, le scelte su come registrare e trattare le fonti orali attengono alla libertà, alla responsabilità e alla diligenza del singolo ricercatore.

I lavori per la realizzazione del Vademecum sono iniziati il 20 maggio 2019.

Una prima versione del testo è stata presentata pubblicamente il 27 ottobre 2020 nel seminario telematico Non di sola carta. Prendersi cura degli archivi orali, organizzato dall’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. È stata sottoposta a una revisione pubblica sino alla fine del gennaio 2021, e infine rivista e in parte riscritta alla luce delle osservazioni ricevute. Nel frattempo, l’iniziativa è stata presentata presso scuole di dottorato, convegni, eventi pubblici, associazioni disciplinari e tematiche, riscuotendo interesse e curiosità, soprattutto da parte delle nuove generazioni di ricercatori.

La presente versione viene resa pubblica il 27 ottobre 2021.

La stesura del Vademecum 2021 è stata coordinata da:

Silvia Calamai (Associazione italiana di scienze della voce, Università degli Studi di Siena, CLARIN-IT), Alessandro Casellato (Associazione italiana di storia orale, Università Ca’ Foscari Venezia), Maria Francesca Stamuli (Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana),

Hanno partecipato alla stesura del Vademecum:

Piero Cavallari (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi), Giovanni Contini (Associazione italiana di storia orale, Istituto per la storia delle Resistenza di Pistoia), Luciano D’Aleo (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi), Silvia Filippin (Direzione generale Archivi), Antonella Fischetti (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi), Sabina Magrini (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, poi Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana), Monica Monachini (Istituto di linguistica computazionale “A. Zampolli”, CNR e CLARIN-IT), Antonella Mulè (Direzione generale Archivi e Istituto centrale per gli archivi), Elena Musumeci (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione), Pasquale Orsini (Istituto centrale per gli archivi), Duccio Piccardi (Associazione italiana scienze della voce, Università di Siena), Giulia Piperno (Istituto per i beni sonori e audiovisivi), Niccolò Pretto (Centro di sonologia computazionale, Università di Padova, poi Istituto di linguistica computazionale “A. Zampolli”, CNR), Micaela Procaccia (Associazione nazionale archivistica italiana), Diego Robotti (Soprintendenza archivistica e bibliografica del Piemonte e della Val d’Aosta, oggi in pensione), Elisa Salvalaggio (Istituto nazionale Ferruccio Parri, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea), Carla Scognamiglio (Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche), Sara Zanisi (Istituto nazionale Ferruccio Parri, Fondazione ISEC).

Gli estensori del Vademecum ringraziano:

Giulia Barrera (Direzione generale Archivi), Luca Bozzoli (Nerocinema), Francesco Baldi (Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi), Walter Brunetto (Archivi di etnomusicologia, Accademia nazionale di Santa Cecilia) Sergio Canazza (Centro di sonologia computazionale, Università di Padova), Paola Carucci (Istituto nazionale Ferruccio Parri), Chiara Celata (Università degli Studi di Urbino Calro Bo), Antonella De Palma (Associazione culturale Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino, Venezia), Luca Des Dorides e Francesca Di Meo (Istituto statale sordi di Roma), Giulia Ferraris (Fondazione Nuto Revelli), Elisa Giovannetti (Fondazione Lewin, Biblioteca Gino Bianco), Matteo Grasso (ISRPT), Agostina Lavagnino (Archivio di etnografia e storia sociale di Regione Lombardia), Fabrizio Magnani (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione), Paolo Masini (Museo dell’emigrazione italiana), Giovanni Michetti (Ente italiano di normazione, Università di Roma La Sapienza), Laura Moro (Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale Digital Library), Donatella Orecchia (ORMETE, Università di Roma Tor Vergata), Isabella Otto (Istituto di storia contemporanea “Pier Amato Perretta”, Como), Caterina Presenti (ISGREC), Chiara Paris (AISO, Fondazione Feltrinelli), Omerita Ranalli (Circolo Gianni Bosio), Manuela Ravecca (Archivio Storico della Città di Torino), Andreina Rigon (Regione del Veneto, Direzione Beni Attività culturali), Ilaria Romeo (Archivio storico CGIL nazionale), Alessandro Russo (Centro di sonologia computazionale, Università di Padova), Rachele Sinello (IVESER), Valdo Spini (Associazione delle istituzioni di cultura italiane), Lorenzo Tiribocchi (ISGREC), Angelo Tonuzi (Università di Tirana, Facoltà di lingue straniere), Marcella Turchetti (Archivio storico Olivetti), Patrick Urru (Università di Trento, Biblioteca provinciale italiana Claudia Augusta di Bolzano), Stefano Vitali (già Istituto centrale per gli archivi e sovrintendente all’Archivio centrale dello Stato).