COMMENTO DI SERVIO

[246]TUNC ETIAM sicut antehac saepius: nam Helena veniente praedixerat. FATIS APERIT CASSANDRA FUTURIS ne putarentur stulti, qui vati non credidissent, cito subiecit 'dei iussu non umquam credita Taucris'. Sane quidam hic 'fatis' pro calamitatibus accipiunt.

Traduzione: TUNC ETIAM proprio come prima più spesso: infatti aveva predetto che Elena sarebbe venuta FATIS APERIT CASSANDRA FUTURIS non siano ritenuti stolti, coloro i quali non credettero alla profetessa, piuttosto ciò si deve “al volere di un dio mai credute dai Teucri”. In modo ragionevole alcuni in tale circostanza intendono “fati” al posto di calamità.


[247]DEI IUSSU praecepto Apollinis, qui spe promissi coitus concessa divinatione frustratus sustulit fidem vera dicenti. DEI IUSSU] praecpto Apollinis: qui cum amasset Cassandram, petit ab ea eius concubitus copiam, illa hac conditione promisit, si sibi ab eo futurorum scientia praestaretur: quam cum Apollo tribuisset, ab illa promissus coitus denegatus est. Sed Apollo, dissimulata paulisper ira, petit ab ea, ut sibi osculu, saltem praestaret: quod cum illa fecisset, Apollo os eius inspuit, et quia eripere deo semele tributum munus non conveniebat, effecit, ut illa quidem vera vaticinaretur, sed fides non haberetur. NON UMQUAM non aliquando, id est numquam: nam si “non numquam” esset, duae negativae facerent unam confirmativam: licet Terentius Graeco more dixerit “agrum in his regionibus meliorem neque pretii mioris nemo habet”. CREDITA dubium a quo verbo veniat, et an femininum sit singulare participium, an neutrum plurale.


Traduzione: DEI IUSSU a causa di un comando di Apollo che avendo amato cassandra, le chiese di accoppiarsi molte volte con lui. Quella promise con questa condizione, se (le donasse la scienza delle cose future), se le avesse permesso di conoscere gli eventi futuri: dopo che Apollo le concesse ciò, l’unione promessa fu da lei negata. Ma Apollo, dissimulata l’ira per breve tempo, chiese a quella che gli desse perlomeno un bacio: quando fece ciò, Apollo sputò sulla bocca di quella, e poiché non è opportuno sottrarsi ad un obbligo verso un dio, conseguì la capacità di vaticinare cose vere ma non le avrebbero creduto. NON UMQUAM non qualche volta questo è mai: infatti se fosse “non numquam” (non mai) due negazioni farebbero una affermazione: pure Terenzio secondo l’usanza greca disse “agrum in his regionibus meliorem neque pretii maioris nemo habet” CREDITA sorge un dubbio circa questo verbo se sia un participio singolare femminile o un neutro plurale.


[402] HEU NIHIL INVITIS FAS QUEMQUAM FIDERE DIVIS generalis quidem sententia est, sed loco congrua; sequitur enim et Cassandrae captivitas fidentis sacerdotio, et praecesserat armorum mutatio, quae nunc deprehenditur: alioquin vitiosa est, cum discrepat ab specialitate. Est autem κατασκευή, non potuisse eos vincere, quamvis fortiter dimicarent. ECCE TRAHEBATUR bene dissimulavit de stupro Cassandrae.

Traduzione: HEU NIHIL INVITIS FAS QUEMQUAM FIDERE DIVIS l’affermazione è certamente universale ma adatta alla circostanza: infatti segue anche la prigionia di Cassandra che aveva fiducia nel sacerdozio e precede il cambiamento della guerra che ora si osserva: altrimenti è imperfetta quando è diversa dalla specialità. È al contrario un indizio del fatto che non possono vincere quelli per quanto combattano valorosamente. ECCE TRAHEBATUR omette opportunamente lo stupro di Cassandra.


[403] PASSIS ut quidam volunt “sacris”, quod sic vaticinari soleret. [ ut si diceret sacris.] PRIAMEIA patronymicon quidem est sed species possessivi; “Priameis” vero tantum patronymicon est, sicut “Priamides”. Et bene “virgo”, non filia.


Traduzione:PASSIS come alcuni desiderano “sacri” poiché così era solito vaticinare. PRIAMEIA è certamente un patronimico ma del tipo di un possessivo; Priameis è senza dubbio appunto un patronimico così come Priamides. E giustamente virgo (vergine) non figlia.


[404] ADYTISQUE been “adytis” ostendit illam sacerdotem religiosam fuisse; non enim accedunt ad ayta nisi religiosi sacerdotes. Et ἐμφατικῶς, quasi non sufficeret “a templo”, adiecit “adytis”.


Traduzione: ADYTISQUE opportunamente adytis (penetrale) mostra che quella era una sacerdotessa religiosa: infatti ai penetrali accedevano se non i sacerdoti religiosi. E in modo efficace, come se non non fosse sufficiente a templo (dal tempio), aggiunge adytis (dai penetrali)


[405]TENDENS ARDENTIA LUMINA quod est manuum oculis dedit; solent enim homines in magnis motibus manus ad caelum tendere. FRUSTRA secundum Epicureos: et est separatum.


Traduzione: TENDENS ARDENTIA LUMINA cioè rivolse gli occhi al posto delle mani: infatti gli uomini nei momenti di grande emozione e agitazione sono soliti tendere le mani al cielo. FRUSTRA immediatamente dopo gli epicurei: e è separato.


[406] ARCEBANT continebant, vel prohibebant.


Traduzione: ARCEBANT tenevano unito o respingevano.


[407]HANC SPECIEM iniuriae faciem, quod sacerdos, quod ab adytis, quod religata, quod passis crinibus trahebatur. Cicero Philippicarum XI. “ponite itaque ante oculos, p.c., miseram illam quidem et flebilem speciem, sed ad incitandos nostros animos necessariam”. Species sane medium est; nam et bona et male est. FURIATA “furiosus” est a quo furor numquam recedit, “furiatus” qui furit ex causa. Et est figura Graeca, μανεὶς τὰς φρένας. Quidam sane participium volunt “furiata” a verbo figurato apud Horatium furiare: sic “fortunare”, sic “scelerare”. SESE αὐτὸς αὑτόν.


Traduzione: HANC SPECIEM si considera la vista della violenza fatta alla donna poiché sacerdotessa, poiché trascinata dai penetrali, poiché fatta prigioniera, poiché con le chiome scomposte. Cicerone nella Filippica undicesima “ponete dunque prima gli occhi, quella vista certamente atroce e deplorevole ma necessaria ad incitare i nostri animi”. La vista di ciò è dunque una via di mezzo infatti è sia una cosa buona sia una cosa deplorevole. FURIATA furiosus è colui dal quale la furia Tra si allontana mai, furiatus colui il quale impazzisce a causa di questa. E c’è una una frase greca, μανεισ τασ φρενασ (perdere il senno). Qualcuno ragionevolmente vuole furiata come participio dal verbo furiare in modo figurato (come in Orazio): così fortunare così scelerare. SESE αυτός αυτόν se stesso.


[408]PERITURUS melior sensus est, si ad dimicantis referatur affectum: sicut de Tarchonte, de quo dixit “et medios fertur moriturus in hostes”, cum vicerit. ET SESE MESIUM INIECIT MORITURUS IN AGMEN] [et] bene Coroebum non suadentem pugnam, ut supra, fecit, sed mox pugnantem, quoniam sponsam rapi videbat, in cuius causa pugnandum potius fuerat, quam loquendum. DENSIS κατασκευή, ut merito superati sint a pluribus


Traduzione: PERITURUS è il migliore sentimento, se si rivolge l’animo a combattere: proprio come riguardo Tarconte (etrusco alleato di Enea) riguardo al quale disse “ e mi getto in mezzo ai nemici pronto a morire” quando avrà vinto. ET SESE MEDIUM INIECIT MORITURUS IN AGMEN e si comportò correttamente Corebo non incitando la battaglia, come sopra, ma combattendo subito dopo, poiché vedeva che la sacerdotessa venire rapita, riguardo ad una situazione nella quale era meglio combattere piuttosto che parlare. DENSIS affinché siano battuti da molti.


[410] CULMINE tecto, quod ante culmis tgebatur.


Traduzione: CULMINE tetto, che sopra era ricoperto di paglia.


[411]ORITUR quasi aliud initium clamitatis. CAEDES non proelium. MISERRIMA autem, quia inter cives.


Traduzione: ORITUR come se fosse un altro inizio di distruzione CAEDES non proelium (scontro, battaglia) MISERRIMA e inoltre poiché tra cittadini.


[412] FACIE veritate. IUBARUM pro “cristiarum”, quae de caudis fiebant: ut est “cristaque hirsutus equina”.


Traduzione: IUBARUM al posto di cristarum (delle creste) che si ricavavano dalle code: come è cristaque hirsutus equina (la cresta pelosa del cavallo)


[413] TUNC DANAI ordo est “tum Danai unidque collecti invadunt”. EREPTAE σχῆμα διανοίας: non enim dicit a Troianis sublatam, sed intellegendum reliquit.


Traduzione: TUNC DANAI la disposizione ordinata è tum danai undique collecti invadunt. EREPTAE caratteristica dell’intelligenza, infatti non dice sublatam (rubata/sottratta) dai troiani ma lo lasciò intendere.