“Una infrastruttura di nuova generazione è necessaria ad invertire la direzione dello sviluppo. E siccome non c’è sviluppo senza infrastrutture, dobbiamo creare infrastrutture di nuova generazione, infrastrutture rivolte appunto al recupero, alla densificazione e alla riqualificazione della città esistente. Piuttosto che infrastrutture per il consumo di suolo, dobbiamo creare infrastrutture per il recupero dell’esistente.”
Con questa citazione tratta dall’articolo “Infrastrutture Multitasking” del professor Antonino Saggio, emerge con chiarezza l’importanza di ripensare oggi il concetto della nuova infrastruttura, adottando una visione critica e innovativa rispetto allo sviluppo urbano tradizionale. Egli evidenzia la necessità di superare il modello espansivo e dissipativo legato al pensiero industriale, caratterizzato da un approccio monotasking ereditato dalla logica della catena di montaggio. Questo principio, applicato alla città, ha dato origine allo zoning, una concezione che segmentava lo spazio urbano in zone omogenee, ottimizzando le funzioni ma sacrificando la complessità e la dinamicità dell’ambiente urbano.
Con la Terza Ondata, propria della società dell’informazione, il multitasking ha soppiantato il monotasking tipico della civiltà industriale, introducendo il concetto di mixité, una visione che supera la rigida separazione funzionale dello zoning. Di conseguenza, la prima caratteristica di un’infrastruttura contemporanea è la sua natura multitasking, ovvero la capacità di svolgere più funzioni simultaneamente, rispondendo in modo integrato alle esigenze della città e dei suoi abitanti.
Urban Green Line, Roma
Nell’articolo, vengono riportati alcuni esempi emblematici che dimostrano come i problemi urbani possano essere reinterpretati come risorse. Ad esempio, nel progetto Urban Green Line di Gaetano De Francesco e Antonio De Pasquale del Nitro Group, il rumore viene trasformato in energia attraverso delle membrane interattive composte da moduli mobili. Ispirandoci a questa idea, anche nel nostro progetto abbiamo deciso di valorizzare il rumore prodotto dal tram 2, uno dei principali problemi da affrontare, reinterpretandolo come una risorsa: il rumore si trasforma in gradazioni di luce e colori, creando un sistema utile e visivamente stimolante per l’utenza. Questa trasformazione fa evolvere il tram 2 da un elemento dissipativo a un’infrastruttura rigenerativa, capace di rispondere alle esigenze contemporanee. Il tram non è più solo un mezzo di trasporto, ma diventa una componente strategica e multitasking, integrata in un sistema urbano che valorizza le risorse esistenti per migliorare l’ambiente e la qualità della vita cittadina.