1° MODELLO: OGGETTIVO (precisione)
Sviluppato nell'epoca illuminista (quando si dava al modello il significato di esempio perfetto da imitare), postula bisogni oggettivi e trova soluzioni oggettive. Un esempio emblematico è di Alexander Klein e dei funzionalisti tedeschi negli anni '20 che studiavano le esigenze dell'essere umano traducendole in soluzioni progettuali. L'uomo aveva dimensioni date, occupava spazi dati, aveva necessità precise e per ciascuna situazione si poteva arrivare a una configurazione funzionale minima e certa. Con la rivoluzione industriale e la crescita delle città nascevano nuove tipologie edilizie come scuole, ospedali e accademie che rispondevano alle esigenze sociali. Anche l'architettura razionalista incarna questo approccio.
2° MODELLO: PRESTAZIONALE (analisi e maggiore complicatezza)
Il modello oggettivo si trasforma in quello prestazionale negli anni '60 a opera di Christopher Alexander che non smentisce l'approccio precedente, ma lo amplia e approfondisce. Alexander indaga molto più a fondo i requisiti funzionali "esplicitandoli" sino al grado di maggiore dettaglio. Egli analizza i bisogni, li suddivide in funzioni, le nomina e le relaziona mettendole insieme in una struttura. Critica lo zoning proponendo la struttura a lattice che supera quella ad albero. Quindi viene sottolineata l'importanza dell'integrazione dei variabili e connessioni più articolate.
3° MODELLO: STRUTTURALISTA (flessibilità)
Introdotto negli anni '70 da Claude Lévi-Strauss con la nascita dello strutturalismo che afferma che ci sono strutture base fisse e quelle caratterizzate da una certa variabilità permettendo trasformazioni. Habraken introduce il concetto di open building: presenza di una struttura principale fissa che può durare all'infinito con degli spazi interni che, invece, sono flessibili e adattabili. Queste architetture permettono di adattarsi alle esigenze degli utenti (partecipazione) che si evolvono nel tempo.
4° MODELLO: DIAGRAMMATICO (flessibilità ancora maggiore, vedi lezione sul mondo del "what... if")
Si sviluppa negli anni dell'avvento dei computer, quindi negli anni '80 e '90, principalmente con Ben Van Berkel. Non ci interessa la forma finale ma le relazioni che ci sono tra le informazioni. I modelli diagrammatici sono dinamici e legati ad un insieme di dati. L'approccio ai diagrammi di Van Berkel ed il suo studio di progettazione UNStudio dimostrano come il diagramma sia un punto di partenza per generare infinite possibilità (es. Mobius House). Oggi questi modelli, associati con le nuove tecnologie, sono capaci di rispondere alle esigenze degli utenti che diventano sempre più complessi.
Queste immagini sono del progetto Mobius House che spiegano la flessibilità del diagramma: