Relazione tra spazio e tempo. Il tempo e le sue percezioni sono soggetti a mutazioni storiche, ovvero la sua concezione varia in base alle epoche e alle culture.
Orologio vs Display: nel passato il tempo scandiva le attività, cioè un tempo zoning con una concezione di rotazione meccanica, tipica del pensiero industriale, aveva una collocazione precisa e visibile. Da questo strumento meccanico diventa uno strumento digitale ed è localizzato dappertutto. Più attività, più funzioni, più contemporaneità, il tempo diventa frammentario, discontinuo e onnipresente.
Il tempo come 1a dimensione dello spazio:
---> Il tempo non è una quarta dimensione, ma è l'unico modo per descrivere lo spazio. Per esempio, se ci troviamo in una stanza buia, la descrizione di quella stanza sarebbe impossibile senza l'intervento del tempo. Dunque diventa un mezzo per esprimere lo spazio.
---> Lo spazio diventa un intervallo (cognizione temporale) percorribile (è proprio questo intervallo ciò che permette di descrivere la condizione spaziale.
---> Il punto è ciò che non ha né spazio né tempo. In fisica e astrofisica, il punto ha implicazioni profonde, soprattutto in contesti come i buchi neri dove lo spazio e tempo si generano insieme.
Il tempo non è solo la prima dimensione dello spazio, ma anche lo strumento fondamentale per comprendere mondi a meno dimensioni del nostro e per immaginare logicamente mondi a più dimensioni.
Bisogna ricordare che è importante anche il sistema di riferimento:
es. Immaginiamo di vivere in un mondo a due dimensioni, dove per collegare due punti A e B, possiamo tracciare una retta. In questo contesto del mondo bidimensionale, la retta rappresenta il percorso più breve tra i due punti. Tuttavia, se ci trovassimo in una dimensione superiore come nel mondo tridimensionale, scopriremmo che esiste un tragitto ancora più breve che esiste in questo nuovo sistema di riferimento.
es. Durante il traffico, invece della strada dritta, usciamo e facciamo un percorso diverso più lungo, ma in realtà più breve.
Quello che è evidente è che sono proprio i tempi a essere diversi, ed essendo i tempi diversi, lo sono anche gli spazi. Quindi il concetto di spazio e tempo non è assoluto, ma dipende sempre dal sistema di riferimento in cui ci troviamo.
---> Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore.
---> Da un sistema inferiore si ha la proiezione di uno di livello superiore.
---> Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo.
La "proiezione" = è la parola chiave che permette di ragionare sulle altre dimensioni (proiezione dal livello inferiore a quello superiore). Possiamo parlare del concetto di quattro dimensioni per una comprensione più profonda dei sistemi di riferimento. Immaginando uno spazio a quattro dimensioni (la quarta dimensione non è il tempo, ma è una quarta dimensione geometrica che estende la geometria xyz), se lo spazio a tre dimensioni da cui partiamo è un cubo, traslando questo cubo avremmo uno spazio idealmente racchiuso in un ipercubo (cfr. Mathland di Michele Emmer) che ha più vertici rispetto a un cubo tridimensionale. E cosa succede in questo spazio a quattro dimensioni?
---> In ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti sistemi di riferimento di livello inferiore.
Dentro uno spazio a quattro dimensioni coesistono più sistemi di riferimento a tre, ovvero più mondi a tre dimensioni. Dunque se in uno spazio a due dimensioni esistono infinite linee, in uno spazio a tre coesistono infiniti piani e nello spazio a quattro dimensioni coesistono infiniti cubi! Ciascuno di essi può avere orientamento diverso di assi, non è detto che siano cubici, possono essere ovali, sferici, ecc. (la conformazione cubica è scelta solo per la semplicità).
Qual è la navigabilità prevalente di uno spazio a quattro dimensioni?
La navigabilità in uno spazio a quattro dimensioni non è lineare o piatta, ma si basa su un continuo "salto" tra mondi tridimensionali, ognuno con le proprie regole spaziali e temporali. Se in un mondo a due posso cambiare la linea, in quello a tre il piano, in quello a quattro possono cambiare il volume, il sistema di riferimento tridimensionale. E questo salto non è solo spaziale, bensì spazio-temporale.
Come questo mondo a quattro dimensioni si proietta sul nostro mondo a tre dimensioni, possiamo costruire apparecchiature che, pur senza poterle esplorarle logicamente, possono essere messe in gioco sul nostro mondo contemporaneo. Quindi queste protesi tecnologiche (come quelle impiegate nel campo dell'informatica) che l'uomo è capace di costruire per estendere i propri limiti oggettivi, influenzano la nostra percezione dello spazio-tempo, per esempio, attraverso l'Internet = una delle invenzioni più rivoluzionarie in grado di densificare e moltiplicare spazi e tempi. Possiamo avere finestre contemporaneamente aperte su mondi lontanissimi uno dall'altro e possiamo saltare da uno all'altro. Con questo mezzo possiamo navigare in mondi lontani vivendo esperienze simultanee in spazi separati ma connessi in tempo reale con la possibilità di spostarsi da uno spazio all'altro con un semplice clic.
Gli architetti tradizionali pensano di plasmare una cosa che "è", non pensano di poter creare essi stessi il tempo e lo spazio. Oggi c'è un cambiamento di paradigma da quello meccanico (e oggettivo) ----> a quello informatico (e soggettivo). IL NOSTRO TEMPO E' LA PRIMA DIMENSIONE DEL NOSTRO SPAZIO.