Libri in deposito

COME SCONFIGGERE IL BLOCCO DEL LETTORE

QUANDO LEGGIAMO UN LIBRO SIAMO FELICI. MA PENSIAMO MAI AL NEMICO CHE CI ATTENDE GIRATA L’ULTIMA PAGINA DELLA NOSTRA STORIA: IL BLOCCO DEL LETTORE?

Maddalena era una bambina da biblioteca. Ovviamente non era un topo, ma non passava giorno in cui lei non leggesse e non entrasse nel mondo straordinario dei libri. Era così presa dalle avventure contenute nei racconti che non si accorse dell’avventura che, come una nuvola, le stava per oscurare il cielo. Infatti la sua storia iniziò proprio un giorno piovoso, con nuvole, lampi e tuoni, che però non facevano paura alla bambina perché si sentiva al sicuro tra le ultime pagine di “Harry Potter e i doni della morte”.Tante volte capita, nella vita di tutti i giorni, che non ci accorgiamo dei problemi che ci stanno per accadere; così successe quel giorno a Maddalena: la nuvola la inghiottì, non facendole più vedere il sole, e le tolse la voglia di leggere. Quel terribile e soffice mostro che l’aveva avvolta si chiamava blocco del lettore e per una come lei non c’era scampo. La madre, accorgendosi che la sua bambina era in pericolo, una sera a cena le regalò un libricino che conteneva tanti piccoli racconti. La bambina si fece coraggio e, storia dopo storia, uccise il mostro. Da quel giorno, Maddalena si sentì in dovere di aiutare coloro che erano caduti nelle grinfie del blocco; così scrisse un articolo dove consigliava dei metodi veloci e semplici per uscirne. Ciao a tutti, io sono Maddalena e questo è il mio articolo. Cos’è il blocco del lettore? Il blocco del lettore è la mancanza di voglia nel leggere un libro, e non un libro in particolare, ma proprio tutti quelli che si cominciano. Perché si incorre nel blocco del lettore? I motivi possono essere vari: stress, insufficienza di tempo, difficoltà di concentrazione, stanchezza. La lettura, infatti, richiede una certa dose di energia, soprattutto mentale. Quindi…Come facciamo a superare il blocco del lettore? Ho stilato una lista con 5 consigli per superarlo e ricominciare a leggere.

1. Scegliere libri con meno di 100 pagine Avvicinarsi a letture brevi può essere un buon modo per ricominciare.

2. Un buon libro di racconti è meglio di un romanzo Piuttosto che cimentarsi in una storia rischiando di lasciarla a metà è preferibile optare per un libro di racconti. Il racconto è un genere che, per la sua brevità, condensa in poche pagine un’intera storia e per sua natura è molto intenso.

3. Metti un libro borsa Portare un libro con sé in ogni momento della giornata è un ottimo modo per cogliere le occasioni di lettura. Vi è mai capitato di aspettare dei vostri amici o delle vostre amiche? Ecco, quello non è il momento di girarsi i pollici ma di prendere il libro e leggerlo. 

4. Più libri meno smartphone Tutti passano un numero sconsiderato di ore incollati allo smartphone. Ma se si entra nel blocco del lettore bisognerebbe posarlo e prendere in mano un libro. Quindi, anche se è difficile accorgersene, fate attenzione: quando state usando il telefono senza un preciso scopo, mettetelo via e prendete un bel libro. Magari proprio quello che state portando con voi (vedi consiglio 3). 

5. Crearsi uno spazio dedicato alla lettura Leggere è un momento di evasione che ci prendiamo con noi stessi. Avere uno spazio dedicato alla lettura, senza agenti esterni che possano deconcentrarci, è un aspetto importante. 

Questi sono 5 semplici consigli che vi aiuteranno a ricominciare a leggere come prima. Ma se anche dopo essere usciti dal blocco del lettore vi manca l’ispirazione giusta e il libro perfetto per continuare a leggere, potete dare un’occhiata alla nostra rubrica “Libri in deposito”, dove tutta la redazione del GGNews vi parlerà dei libri che ha amato.

 Maddalena Forni

Avete presente le vecchie recensioni dei libri?
Beh, abbiamo deciso di portarle ad un nuovo livello: video, colori, e tanti effetti speciali!
BUONA VISIONE...

In questa nuova sezione verranno presentati i seguenti libri:


Il signore degli anelli

Stargirl

Una chitarra per due

Il mistero del London Eye

Il rinomato catalogo Walker & Dawn

Dieci piccoli indiani

L'ultima notte della nostra vita

L'allieva

Iron Flowers

Assassinio sul Nilo

Into the pit

Uomini e topi morti

Il romanzo di John Steinbeck ha avuto tante trasposizioni teatrali e cinematografiche. L'ultima è un film del 1992 diretto e interpretato da Gary Sinise con John Malcovich nei panni di Lennie.

Uomini e topi è un romanzo  dello scrittore statunitense John Steinbeck.

Venne pubblicato a Londra per la prima volta nel 1937, poi successivamente in Italia, grazie alla traduzione di Cesare Pavese, nel 1938 dalla Bompiani.

John Steinbeck fu autore di numerosi romanzi, racconti e novelle.

All’inizio della sua carriera ha lavorato come giornalista di cronaca di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale. Ricevette nel 1962 il Premio Nobel per la letteratura.

Uomini e Topi (in lingua originale “Of Mice and Men”), è uno dei suoi romanzi più famosi. È stato tradotto recentemente da Michele Mari perché più fedele all’originale rispetto alla traduzione di Pavese.

I due protagonisti del romanzo sono George Milton, un piccoletto parecchio furbo, e Lennie Small, che non è per niente “small”, perché è un omone grande e grosso ma affetto da un grave ritardo mentale, che lo spinge a comportarsi come un bambino, e lo rende inconsapevole della sua forza.

George e Lennie sono dei vagabondi che si spostano di ranch in ranch per lavorare, in modo da guadagnare abbastanza per poter vivere insieme in una fattoria tutta loro.

I due uomini sono legati da un forte rapporto di amicizia, e un po’ di dipendenza l’uno dall’altro.

Le vicende si svolgono al ranch di Curley, dove George e Lennie resteranno per un po’ a lavorare.

Oltre ad uccidere tanti piccoli animaletti, la forza di Lennie causerà gravi problemi alla coppia di amici.

Uomini e Topi è un romanzo molto bello perché tratta di un’amicizia talmente forte da rimanere solida anche dopo tanti problemi.

Il gruppo libri di GGnews lo consiglia vivamente.

Sara Scurani

Ecco alcune foto prese dal set...

IL PIGIAMA FATALE

Dal libro di John Boyne è stato tratto un film nel 2008. Qui alcune immagini tratte dalla pellicola diretta e sceneggiata da Mark Herman.  

Ecco alcune foto prese 

dal set...

Il bambino con il pigiama a righe è un romanzo pubblicato nel 2006 dallo scrittore irlandese John Boyne. La storia è davvero commovente e riesce a cogliere perfettamente gli aspetti spaventosi e sconvolgenti dell’olocausto e della Germania nazista di Hitler. Racconta dell'amicizia tra un bambino tedesco e un bambino ebreo rinchiuso nel campo di concentramento di Auschwitz.

La storia è ambientata tra Berlino e Auschwitz nel 1943. Il bambino con il pigiama a righe è un racconto drammatico che racconta la storia di due bambini che, anche se vivono vite completamente diverse, diventano buoni amici. Shmuel è vittima della crudeltà degli uomini, mentre a Bruno, figlio di un ufficiale tedesco, viene nascosta una crudele realtà. Bruno è convinto infatti che il campo di concentramento che confina con la nuova casa di campagna, dove tutta la famiglia si è trasferita, sia in realtà una fattoria, per questo ammira molto il padre. La loro amicizia è però un simbolo di uguaglianza tra gli uomini, un’uguaglianza che il padre di Bruno e i nazisti non riuscivano a comprendere.

Il racconto in realtà è un insieme di verità e di falsità allo stesso tempo, perché i bambini ritenuti inutili e non produttivi (ma appunto solo un peso) venivano mandati nelle camere a gas con tutte quelle persone che non erano in grado di lavorare, si intende anche gli anziani.

Per chi non sapesse che cos'erano le camere a gas, anche se penso tutti lo sappiano, sono delle stanze abbastanza ampie nelle quali venivano ammassati tutti gli ebrei e veniva sprigionato un gas tossico. In questo modo ad Auschwitz sono stati uccisi milioni di persone.

 Personalmente consiglio questo libro perché oltre a far conoscere la storia di tutti gli ebrei che si sono trovati in quelle situazioni spaventose, è anche un libro che aiuta a riflettere su quanto avvenuto, e ci fa coltivare la memoria che è importantissima per non ripetere gli orrori del passato. È un libro secondo me adatto a tutti, anche ai più piccoli, perché aiuta ad avvicinarli ad un argomento molto triste trattato in maniera non troppo forte. 

                                                                                                                                                                        Elisa Piccinelli

Il maghetto più famoso di tutti i tempi

In alto la copertina del libro e alcune scene del film

In alto la copertina del libro e alcune scene del film...

“Harry Potter e la pietra filosofale” è stato il primo di una straordinaria e conosciutissima collana di romanzi fantasy. Sto infatti parlando della saga di Harry Potter, scritta dall'inglese J. K. Rowling, che ha avuto un successo esorbitante.

L’idea di tutta la saga venne concepita dalla Rowling agli inizi degli anni Novanta, durante un viaggio in treno. Inizialmente, quando presentò la bozze a varie case editrici, queste rifiutarono, ma nel 1996 la Bloomsbury (una casa editrice londinese) accettò la proposta di pubblicare il romanzo l’anno dopo. In Italia uscirà nel 1998.

Joanne Rowling, perché “K.” sta per “Kathleen” (nome della nonna paterna che la scrittrice scelse a causa di una richiesta della casa editrice, ossia inventarsi un secondo nome, per poi firmarsi solo con le iniziali e il cognome, in modo da “nascondere” il suo sesso, perché il pubblico difficilmente avrebbe accettato un’autrice donna), fu anche un’insegnante di inglese in Portogallo.

Praticamente tutto l’operato della Rowling gira intorno alla saga di Harry Potter, ma scrisse anche “Il seggio vacante” e alcuni gialli sotto lo pseudonimo di Robert Galbreith. La vera identità dell’autrice venne rivelata solo nel 2013.

Ora parliamo però del maghetto più famoso di sempre.

L’undicenne Harry Potter è un orfano, vive da più di dieci anni nella casa degli zii e del cugino (i Dursley), che lo trattano come uno schiavo. Harry dunque vive infelice sotto i maltrattamenti da parte degli zii, ma soprattutto da parte del cugino Dudley (il figlio super viziato dei Dursley).

Harry però cominciava ad avvertire delle stranezze nel suo comportamento, secondo zio Vernon il ragazzino “faceva cose strane”. Inoltre numerose lettere arrivavano per magia a casa dei Dursley, e queste lettere erano proprio per Harry, ma non gli era permesso leggerle, dunque venivano tutte bruciate.

Ma le lettere cominciavano a farsi insistenti e zio Vernon decise di portare tutta la famiglia il più lontano possibile, dove le lettere non sarebbero potute arrivare. A questo punto, non arrivarono le lettere ma un mezzo-gigante chiamato “Hagrid”, per fare gli auguri ad Harry e portarlo con sé ad Hogwarts (la scuola di magia e stregoneria britannica). 

Grazie ad Hagrid, Harry cambierà vita, scoprirà di essere un mago (non un semplice mago ma “il bambino che è sopravvissuto, divenuto famoso ancora prima di saper parlare” e che i suoi genitori erano stati uccisi da “colui che non deve essere nominato”, e non in un incidente d’auto, così come dicevano gli zii babbani (non maghi. Dopo aver comprato una bacchetta, una civetta, i libri, e aver ritirato il denaro alla Gringott (la banca magica di Diagon Alley, dove Hagrid ritirerà anche un misterioso sacchettino), Harry è pronto per arrivare ad Hogwarts. Sul treno Harry conoscerà Ron ed Hermione, che saranno poi i suoi migliori amici per tutta la vita. 

A scuola Harry deve essere smistato in una delle quattro casate (Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso/Tassofrasso o Corvonero) dal Cappello Parlante, che “guarda” nella testa degli studenti e li smista nelle casate a seconda del loro carattere. Dopo essere venuto a sapere che tutti i maghi malvagi erano dei Serpeverde, Harry desidera profondamente di non essere assegnato a questa casata.

Harry è infatti un Grifondoro, insieme a Ron, Hermione, e tanti altri studenti. Ad Hogwarts, il maghetto conosce uno strano professore balbuziente, Raptor (Quirrel, in lingua originale), che sotto il turbante nasconde qualcosa di molto oscuro.

Se avete visto i film e vi siete appassionati alla saga, consiglio di leggere i libri, perché contengono molti particolari che nei film vengono tagliati (dettagli fondamentali per comprendere in pieno tutta la storia). Inoltre, in un periodo come questo di quarantena, dove vediamo solamente le mura di casa nostra, immergersi in un mondo fantastico può sicuramente aiutare.

 Sara Scurani

Il prof Lamanna si racconta: 

“Spero che per i ragazzi la lettura diventi una passione e non un obbligo”.

Filippo Lamanna è un professore di Lettere dell’Istituto Guinizelli. A lui si deve l’invenzione di “Se leggo vinco”, il campionato di lettura che si svolge tutti gli anni nella nostra scuola. Tutte le classi (prime, seconde e terze), dopo aver letto i tre libri assegnati, si scontrano fra di loro a colpi di risposte sul libro letto. La classe viene divisa in tre gruppi (ogni gruppo ha il proprio libro), e... inizia la sfida!

Uno dei conduttori (due prof di Lettere) inizia a fare le domande ai gruppi; ogni domanda, se corretta, vale dieci punti, zero se sbagliata, o cinque, se per rispondere viene utilizzato il jolly. Chi sono i jolly? Sono quei ragazzi che, avendo letto tutti e tre i libri, sono in grado di rispondere anche alle altre domande. Una gara normale, con 75 domande, dura circa due ore. Mentre la finale, con 150 domande, dura tre ore.

La sezione libri e racconti si è chiesta da dove il prof. Lamanna abbia concepito questa straordinaria idea, e ha ben pensato di chiederlo direttamente a lui!


- Come si sente ad essere intervistato?

Non è la prima volta... in ogni caso sono un po’ emozionato.

-Le piace il suo lavoro?

Se mi piace...? Sì, perché sono sempre a contatto con i ragazzi con i quali c’è uno scambio

continuo.

- Da quanto tempo insegna?

Insegno da dodici anni.

- Lei è un professore di Lettere, qual è la materia che più di tutte le piace insegnare?

L’italiano in generale, più in particolare la letteratura.

- Quali sono i suoi hobby? Insomma, cosa le piace fare nel tempo libero?

Sicuramente leggere, leggo molto, mediamente un paio di romanzi alla settimana. Anche l’arte,

dipingere, ma non lo considero un hobby, ma più come un secondo lavoro.

- Che genere di libri preferisce? In particolare, qual è il suo preferito? E perché?

Allora... i libri che preferisco sono sicuramente i romanzi, quindi letteratura, o anche i saggi, ma

soprattutto i romanzi. Mi piacciono le storie perché mi ci immedesimo. Uno dei romanzi più belli

che ho letto è “Il giovane Holden”. Secondo me, il motivo per cui una persona ritiene importante o

speciale un romanzo, non è solo legato al romanzo in sé, quanto il momento in cui lo si legge.

Per esempio “Il giovane Holden” mi ricorda alcune cose che ho vissuto nel periodo in cui l’ho

letto.

- Lei è il celebre inventore del campionato di lettura “Se leggo vinco”, come le è venuta questa fantastica idea?

Questa idea è sicuramente nata dalla mia esigenza di condividere con i ragazzi la passione che

io ho per la lettura, io personalmente non riesco ad immaginare la mia vita senza la lettura, quindi

volevo coinvolgere i ragazzi con questa gara e spronarli a leggere. L’obiettivo non è tanto

vincere; dato che io sono l’inventore... la medaglia ce l’ho lo stesso, ma spero che per i ragazzi,

la lettura diventi una passione e non un obbligo.

- Il campionato esiste da tre anni, pensa che il suo obiettivo sia stato raggiunto in questi tre anni di Se leggo vinco?

Penso di sì, in questi anni il campionato ha riscosso un discreto successo. Qualcuno si è

appassionato alla lettura anche grazie a “Se leggo vinco”. D’altronde per rendere il campionato

una scelta vincente basta anche una sola persona che abbia trovato la passione per la lettura.

-Quali sono le sue classi? E’ soddisfatto di come stanno andando al campionato?

Sì molto, la 1^G è andata in finale e di voi, 2^B, sono contentissimo!

- In che occasione e luogo le piace leggere?

Io leggo solo a letto (dopo che mio figlio si è addormentato), con mia moglie, anche lei legge e

spesso ci scambiamo i libri perché, secondo me, la lettura è bello condividerla.


- Ringraziamo il prof. per aver risposto e per averci dedicato un po’ del suo tempo, ora

diventerà famoso... più di quanto non lo è già!

a cura della sezione "Libri e Racconti"

Sara Scurani, Elisa Piccinelli e Gabriele Barbi

Un autoritratto del prof. Lamanna 

(forse stremato dopo l'intervista)

I lettori migliori sono in seconda....

Sabato 18 maggio, dalla prima alla terza ora, la 2^A, campionessa in carica, e la 2^B, la favorita per aver raggiunto due nuovi record (prima 695 punti nella fase eliminatoria e poi 710 nella semifinale), si sono scontrati nella battaglia finale del campionato di lettura “Se leggo vinco”.

Entrambe le classi erano ognuna divise in tre gruppi dei rispettivi libri che per le seconde erano, e sono tutt’ora: “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, “Stargirl” di Jerry Spinelli e “L’inventore di sogni” di Ian Mcewan (di cui trovate le recensioni sul cartaceo). Dopo questa piccola introduzione, buttiamoci ora nel vivo della competizione!

Tutto è cominciato molto tranquillamente, con una situazione di continua parità. La 2^A NON NE SBAGLIAVA UNA! La 2^B invece, cominciava a perdere qualche colpo e la 2^A manteneva costantemente un vantaggio di venti punti. Pochi minuti prima della campana di ricreazione la 2^B è riuscita a recuperare, anzi a passare in una situazione di vantaggio di ben venti punti.

Entrambe le classi hanno ottenuto grandissimi risultati per un semplice motivo: pochissime risposte erano sbagliate solo perché meno precise di quelle degli avversari.

Dopo l’intervallo entrambe le classi si sono ritrovate nell’interciclo per continuare la sfida. IMPOSSIBILE! Le sappiamo tutte! La situazione è calma come il mare alle cinque di mattina.  

Questa strana situazione è andata avanti fino a che, come per magia, la 2^A sbaglia tre risposte di fila del romanzo “Il buio oltre la siepe”. FANTASTICO! La 2^B  è in vantaggio! Ripresa dalla “depressione” iniziale, sulla scia positiva dopo il sorpasso è sempre più convinta del fatto che la vittoria non è più così distante come si credeva all'inizio. 

Manca poco alla fine e la 2^B continua con la sua sequenza di risposte corrette mentre la 2^A ne sbaglia alcune, i ragazzi sono carichi e molto motivati. 

Nonostante alcuni dibattiti sul fatto che una risposta fosse giusta o meno, le domande terminano e arriva il fatidico momento che tutti stavano aspettando.

Il professor Lamanna dichiara:

“La classe vincitrice della terza edizione del campionato di lettura “Se leggo vinco”, con 950 punti è… La 2^B!”

Dopo alcuni attimi di euforia e pura felicità da parte dei ragazzi vincitori, Lamanna ha proseguito dicendo:

“Ok, ok, bravissimi tutti ragazzi. Anche voi 2^A, che avete fatto 875 punti!”

Parole seguite da un caloroso applauso che tutti gli studenti rivolgono alla classe che per poco non ha vinto.

Quella di sabato 2 Maggio è stata una finale combattuta all’ultimo sangue, con però un ottimo comportamento e grande rispetto verso gli avversari da entrambe le classi, cosa che è sicuramente più importante della vittoria in sé.

Sara Scurani

UN TRIO DI AMICI, PIù O MENO...

Tre ragazzi di dodici anni: Chloé, Bastien e Neville recitano tutti insieme "Romeo e Giulietta". Già dalle prime pagine il romanzo di Marie-Aude Murail “3000 modi per dire ti amo” si dimostra molto coinvolgente. Ecco un po’ della trama. 

Chloé, una ragazza timida ed elegante, studiosa e di buona famiglia; Bastien, un burlone e Neville, molto bello, maleducato e estremamente drammatico in tutto trovano nel recitare, quella volta, un'immensa passione che li porterà un giorno a conoscersi sempre meglio e a diventare dei veri attori. 

Fu così che un giorno i tre ragazzi decidono di iscriversi al corso di recitazione della loro città e finiscono a seguire le lezioni del signor Jeanson che troverà un grande talento principalmente in Neville. Il professore proporrà di tentare l'esame per entrare nell'accademia di recitazione di Parigi e, chi per lo studio chi per le proprie capacità, abbandoneranno il loro tentativo. Solo Neville continuerà il suo percorso.

Grazie ai ruoli che Jenason affiderà ai tre ragazzi loro, soprattutto Chloè, scopriranno cose che non sapevano di loro stessi e il rapporto fra i tre crescerà a tal punto da amarsi a vicenda.

Ce la farà Neville a entrare nell'accademia di Parigi? 

E alla fine Chloè capirà chi ama tra Bastien e Neville? 

Lo scoprirai solo leggendo! 

Il libro in sostanza è molto bello perchè è molto interessante e coinvolgente vedere come il rapporto tra i tre amici cambia nel tempo. Lo stile della Murail è ironico e scorrevole, proprio come ce lo aveva descritto la responsabile della biblioteca di Castelfranco Orietta Ghelfi (a tal proposito trovi l’articolo sul cartaceo). E' un libro molto leggero e un piacevole passatermpo per questo sarà bello anche per te quando lo leggerai.              


 Sara Scurani e Elisa Piccinelli


La finale 2019 delle prime! Ecco com'è andata...

Come sapete, nel nostro istituto ogni anno si svolge il campionato di lettura. Quest’anno le classi finaliste delle prime sono state la 1^F, di cui faccio parte, e la 1^G.

La gara si è disputata il 16 maggio. Arrivati in interciclo, eravamo tutti un po’ tesi e tra compagni di squadra ci facevamo coraggio a vicenda. Durante le prime domande eravamo emozionatissimi. Per tutto l’incontro ognuno ha dato il suo contributo per lavorare al meglio e rispondere correttamente.

La finale è durata più degli altri incontri, circa 3 ore, perché non era costituita da 75 domande ma da 105, quindi durante le ultime domande eravamo tutti stanchi e la concentrazione scarseggiava.

Quando il famosissimo prof. Lamanna stava per annunciare la classe vincitrice tutti eravamo molto tesi... Prima di dare l’annuncio dei vincitori il prof. ha indicato la 1^G e ha detto: “E i  vincitori sono…” e tutti pensavano che fosse quella la classe vincitrice, ma poi si è girato verso di noi e ha detto: “...i ragazzi della 1^F!”.

Noi eravamo contentissimi, alcuni per l’emozione si sono messi a piangere, tutti ci siamo abbracciati e, insieme ai prof. che ci hanno accompagnato in questa esperienza, ci siamo lasciati immortalare in una foto.

È stata l’esperienza più bella delle medie, perché eravamo tutti insieme a dare il meglio di noi. Comunque l’importante non è vincere ma partecipare. Complimenti 1^G!


Alexandra Littler