Nel mese di maggio le classi terze si recheranno in gita a Monte Sole, quindi la redazione del GG news ha deciso di ripercorrere l’infausta storia di questo luogo. La strage di Monte Sole, anche nota come strage di Marzabotto, è stata una delle più grandi e feroci carneficine compiute in Europa dalle SS naziste durante la seconda guerra mondiale. Questo eccidio si verificò perché le truppe alleate avevano occupato Firenze e, tra agosto e settembre del 1944, avevano sfondato le Difese lungo l’Appennino tosco-emiliano, rendendo il controllo di Monte Sole fondamentale per i tedeschi. Inoltre nella zona erano presenti i partigiani della Stella Rossa, una brigata della Resistenza (Leggi l'articolo sul 25 aprile per conoscere i partigiani e sapere cosa si intende con Resistenza). Prima di questa strage, che è diventata un simbolo nazionale per la sua crudeltà e le sue dimensioni, si erano già verificati altri massacri di civili in Italia. Un esempio di queste carneficina è l’uccisione di 560 persone, quasi tutte donne e bambini, avvenuta il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, da truppe appartenenti alla 16ª divisione delle SS, (la stessa che operò anche a Monte Sole).
Gli eccidi di Monte Sole avevano come scopo quello di eliminare la brigata della Stella Rossa e punire la popolazione civile che l’aveva sostenuta. Queste stragi rappresentano la fase culminante della lotta dei nazisti contro i partigiani lungo la Linea Gotica, una linea fortificata realizzata dall’esercito tedesco nell'Italia centro-settentrionale. I giorni compresi dal 29 settembre al 5 ottobre 1944 furono quelli più feroci: vennero infatti uccise 770 persone tra partigiani e civili. Gli abitanti delle zone furono massacrati nei modi più violenti, le case furono bruciate, gli animali uccisi e le scorte alimentari saccheggiate. Il massacro colpì in particolare donne, bambini e anziani, perché la maggior parte degli uomini era da tempo al fronte o in clandestinità. All’arrivo dei tedeschi i pochi uomini rimasti si erano nascosti nei boschi, temendo di essere rastrellati e deportati.
Dopo la strage l’area fu dichiarata dai tedeschi zona di guerra. I superstiti di Monte Sole e gli abitanti delle frazioni di Marzabotto furono costretti ad evacuare verso Bologna e i comuni della pianura. Monte Sole fu liberata dagli alleati solo nella primavera del 1945. Questa è una delle tante stragi avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale che non deve essere dimenticata. Soprattutto da noi Castelfranchesi che ci troviamo così vicini ai luoghi dell’eccidio. Noi del GGNews speriamo di aver contribuito a mantenere acceso il ricordo di quanto è accaduto.
Luca Arcangeli e Mirco Righetti.
Medaglia d’oro al valor militare: tra le 19 donne premiate con questa onorificenza c’è Gabriella Degli Esposti, la partigiana castelfranchese brutalmente uccisa dai fascisti durante la seconda guerra mondiale.
Dopo aver letto la storia della nostra concittadina, in un caldo pomeriggio di maggio ci siamo recati a Gaggio Modenese, dove Savina Reverberi Castellani, figlia di Gabriella, assieme a Iames Cavallieri (presidente ANPI di Castelfranco), ci ha accolto per una chiacchierata. Savina, 90 anni, è piena di vitalità ed entusiasmo: l’incontro con lei è stato davvero emozionante. Cominciamo subito chiedendole della sua opera di testimonianza:
Che effetto fa parlare di sua madre?
Sono fiera di parlare con voi della mia adorata mammina, perché noi che abbiamo vissuto quella tragedia dobbiamo essere i primi a parlarne e a mantenere viva la fiamma del ricordo.
A 70 anni dalla fine della guerra cos’è rimasto indelebile nella mente?
Tutto è rimasto indelebile. Ricordo le gioie che mi hanno dato la forza di affrontare le sventure, ricordo la mamma che anche nel bel mezzo del terrore mi tranquillizza, ricordo il dolore, i danni del fascismo e le tragedie che i miei occhi hanno potuto vedere in quell’atroce periodo.
Da poco si è celebrato il 25 aprile: un pensiero che le viene in mente pensando a questo giorno?
È il giorno della vera libertà: una finestra che si è aperta per tutti. Fu una grande gioia la libertà dal nazifascismo. Io però – racconta con la voce rotta dai singhiozzi- quel giorno non fui felice: né il papà, né la mamma erano con me. Quando mio zio entrò nel nostro rifugio e a gran voce disse che eravamo liberi, raggiunsi un gruppo di gente cercando i miei genitori. Fu il cugino Walter a dirmi che la mamma era morta. Corsi a casa mia perché avevo paura che il papà, tornando dalle montagne, non trovasse nessuno. Lungo la strada incontrai il corpo morto di un soldato tedesco e provai compassione. Con grande dolore ritornai a casa dello zio.
Quante cicatrici lasciano le guerre…
Le mie cicatrici sono sempre dentro di me. Oltre a perdere un genitore, è stato complicato da adolescente fare da mamma a una sorella. A guerra finita le ferite non guariscono.
Oggi, davanti alla guerra in Europa, che messaggio dare ai giovani?
Voglio che voi lottiate per la giustizia, senza mai e poi mai pensare che la guerra sia una soluzione, perché c’è qualcosa di malato dentro al cervello di chi pensa che la guerra sia giusta.
Le storie di cui ci ha parlato Savina ci hanno commossi e ci hanno fatto capire l’importanza della libertà. Un pomeriggio che ricorderemo per sempre che si è concluso con un dono: il libro che Savina ha scritto su sua madre, Gabriella Degli Esposti, mia madre.
Cesare Bertini, Greta Fini, Sofia Izzo
Nehemian Hunter Brown a Castelfranco! Il grande cantante, pianista e compositore gospel dirigerà il "Faith Gospel Choir", domenica 22 dicembre presso la chiesa di Santa Maria Assunta a Castelfranco. Un'occasione unica per ascoltare la musica della grande star originaria della Virginia.
Nell'invitare tutti gli studenti al grande concerto evento natalizio, la redazione annuncia che alcuni dei nostri inviati sono già pronti, taccuino e microfono alla mano, per riuscire ad intercettare Mr Brown tra una canzone e l'altra e strappargli un'intervista. Nel frattempo godetevi questa pillola in esclusiva per il nostro giornale...
Grazie al professore Zappacosta siamo venuti a conoscenza del concerto “Mary’s Little Lamb” tenutosi il 22 dicembre 2019 nella Chiesa di Santa Maria. Il prof è stato infatti l’organizzatore dell’evento e la persona che ci ha dato l’opportunità di intervistare il protagonista dello spettacolo. L’artista in questione è Nehemiah Brown, celebre cantante Gospel, che durante il concerto è stato accompagnato dal coro “The Faith Gospel Choir” di Carpi. Durante lo show il pubblico è stato coinvolto innumerevoli volte rendendo la noia inesistente. Gli intrattenitori, pieni di esperienza e passione, hanno reso la domenica prima di Natale MAGICA! Siamo orgogliose di presentarvi le quattro chiacchere che abbiamo fatto con il Mr Brown.
"Questa sera siamo in compagnia di Nehemiah Brown, noto cantante riconosciuto in tutto il mondo. Oggi 22 dicembre si terrà un concerto alla Chiesa Santa Maria. Abbiamo l'opportunità di intervistare il protagonista"
Cosa lo ha spinto a suonare il pianoforte?
Mio padre! Perché fa parte della nostra cultura e tradizione. Mio papà è un Pastore, e praticamente ogni pastore doveva avere almeno un figlio che suonava. In famiglia siamo 5 fratelli e 5 sorelle e ha me, il decimo, e quindi eccomi qua!
Sappiamo che si è laureato all'università di Firenze, come mai ha scelto proprio questa città?
Io inizialmente mi stavo laureando in un programma che legava la San Francisco State University con l'Università di Firenze. Quando stavo ancora studiando lì ho cambiato idea e ho deciso di frequentare un'università in cui si parla italiano. I miei professori allora mi dissero che la migliore che c'era era proprio quella di Firenze.
In che facoltà era iscritto?
Facoltà di Lettere e Filosofia, amavo la letteratura e i grandi pensatori.
Era mai venuto a Castelfranco Emilia prima d'ora?
Si, molto tempo fa ho fatto un concerto qui...
C'è stato un momento nella sua vita in cui si è sentito veramente realizzato?
Cosa intendi?
Se era soddisfatto di quello che faceva...
Da bambino ho fatto una confessione e quindi in pratica sono rinato dal Signore. Dunque, mi sentivo realizzato ad ogni mio passo, anche nella vita, non solo nella musica.
Ha avuto studenti che attualmente sono famosi come lei?
Sì, due che fanno musical theater, uno a Livorno, e l'altra nei grandi teatri di Londra. Ho insegnato anche a Diana, una ragazza che ha partecipato a The Voice recentemente.
Oltre alla musica ha altre passioni?
Il teatro, perché riesce a unire recitazione e musica.
Se ritornasse indietro rifarebbe le stesse scelte?
Un grande sì!
Ha mai incontrato nella sua vita colleghi non collaborativi con lei?
Sì in diverse situazioni, all'inizio pensavo fosse un problema mio ma col tempo poi ho capito che non c'entravo, io facevo il mio e loro facevano il loro.
Ha riscontrato difficoltà nel suo percorso scolastico?
Quando ero al liceo ho avuto un blocco, non volevo continuare, mi era passata la voglia! Ero stanco e impaurito perché a breve avrei terminato la scuola, per fortuna grazie ai miei fantastici insegnanti mi resi conto che era solo un momento passeggero.
La ringraziamo molto per la disponibilità, e le auguriamo buone feste!
Grazie mille, anche a voi!
Ringraziamo anche voi per l'attenzione, speriamo che questa intervista vi sia piaciuta e vi spinga ad approfondire questo genere di musica...alla fine la musica Gospel non è così male!
A cura di Alice Lanzarini e Sara Scurani