Scuola Secondaria

I DIARI DELLA QUARANTENA

Cari lettori e lettrici del GGNEWS, IN QUESTA SEZIONE POTRETE LEGGERE GLI SCRITTI SELEZIONATI PER IL CONCORSO "DIARI DELLA QUARANTENA"

Grazie a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato!

Diario n.1

Ciao! Io sono Sofia, ho undici anni e mezzo (a luglio dodici).  

Dal 24 febbraio per colpa di questo virus siamo dovuti restare a casa. Io l’avevo presa un po’ come una vacanza: infatti la prima settimana ho fatto la vita di sempre, ma senza scuola. Dopo che hanno prorogato la  chiusura della scuola per un’altra settimana, con la mia famiglia abbiamo iniziato ad essere più rigidi e anche se avrei ancora potuto, su consiglio dei miei genitori, ho smesso anche di allenarmi. Dopo il due marzo è iniziata  la quarantena.

Ho cominciato ad avere paura, e ancora adesso ne ho perché questo è un nemico invisibile, che senti solo se entra nel tuo corpo.

La mia prima uscita vera e propria è stata domenica quando sono andata a fare un lungo giro in bici con mia mamma per le campagne e i parchi.

In questa quarantena mi sono annoiata tantissimo, soprattutto quando ancora non facevamo le video lezioni. Per riempire il tempo, prima di tutto sentivo le mie amiche e facevo videochiamate con loro, poi leggevo, disegnavo e suonavo il pianoforte, ma tutto questo non riempiva la mia giornata.

Un giorno ho visto mia mamma infornare un plum cake alle mele e in quel momento è come se un piccolo genietto fosse venuto a dirmi: “Sofia dedicati alla cucina”. Due giorni dopo ho deciso di fare una torta da sola seguendo una ricetta da internet. In seguito ho fatto molti altri dolci, e ho scoperto che mi dà molta soddisfazione montare le uova con lo sbattitore, poi aggiungere la farina e lo zucchero. Un giorno ho cucinato anche la pasta e sono stata orgogliosa di essermela cavata da sola!!!

In questi mesi ho imparato che nella vita gli amici servono, servono per confrontarsi, per ridere e per abbracciarsi; gli amici servono a noi e noi serviamo a loro.

Ogni giorno, quando rivedo i miei compagni tramite uno schermo (grazie tecnologia di esistere), penso che mentre prima capitava di non volere stare con qualcuno, perché magari ci infastidiva e ci sembrava non affine a noi, ora abbiamo capito che anche quel qualcuno è importante. Abbiamo provato solitudine e ci siamo preoccupati l’uno per l’altro. Tutto ciò è stata una lezione di vita: stare insieme, anche se diversi e lontani. 

 

Spero che a settembre si ritorni a scuola, perché ho tantissima voglia di rivedere i miei compagni e le mie prof e i miei prof. Per me la scuola è una seconda casa.

Ancora oggi sono molto preoccupata per il futuro e per l’evoluzione del virus, ma i miei genitori mi ripetono sempre questa frase: “Stai tranquilla, Sofy e ricordati che dopo la tempesta viene sempre il sole”. Allora io mi domando: “Questa tempesta quanto tempo durerà ancora?” Bisogna avere pazienza e aspettare l’arcobaleno.

 

Diario n.2

Caro Diario, 

ultimamente, con questo Coronavirus, la vita mia e delle altre persone sembra si sia fermata di botto. Le mie giornate sono sempre più soft, rispetto a quelle prima del Corona virus. Mi alzo leggermente più tardi e mi riposo fino al momento delle video-lezioni. Se prendi una mia foto e quella di un panda o di un bradipo, la differenza è soltanto una: loro hanno molti più peli di me: probabilmente siamo lontanissimi cugini ma io mi sono evoluto e loro no. 

La cosa positiva è che ora, nella fase 2 del virus, posso andare da una persona importantissima, che occupa il 50% del mio cuore: la mia super nonna!!!! Anche se ormai sta diventando sempre più anziana, è molto più energica e attiva di me, invece io sono diventato molto pigro.

Oltre a mia nonna, ci sono anche le mie 2 cagnoline, che si chiamano Lucy e Cami e che io spesso chiamo Mastino Lavandino la prima e Gina La Basengina la seconda. E quando la pigrizia arriva a livelli talmente potenti da superare tutti i bradipi del mondo, le chiamo DOGGOS perché dog è cane in inglese e tanti  cani in inglese si dicono dogs,  ma io sono trasgressivo e li chiamo DOGGOS).

Diario, forse non lo sai, ma ieri ho fatto un regalo al mio migliore amico Matteo…il regalo, anche se da poco, consisteva in un ballo per un videogioco….avresti dovuto vedere la sua reazione…! Ha iniziato ad urlare al microfono che mi si sono rotte le cuffie. 

Tornando però al discorso del Covid-19, ho visto che solo, piccoli microscopici gesti che facciamo tutti i giorni e che prima consideravo cose da nulla (come un abbraccio, un ti voglio bene, ed altre cose di questo genere), al momento,  pagherei milioni, se non miliardi per riceverne uno!

Diario n.3

Caro Diario 

Erano settimane che mio padre e mia madre discutevano  sulla necessità di fare una dispensa perché stavamo andando incontro ad un Terza Guerra Mondiale anche se sarebbe stata diversa .

In poco tempo cucina e sala erano diventati un'enorme dispensa di generi alimentari di prima necessità e di ogni genere, così come il garage.

La casa si era riempita anche di gel disinfettanti e gli asciugamani venivano tenuti nelle proprie camere da letto. Qualcosa nelle abitudini di casa stava cambiando, niente più abbracci, baci o strette di mano, anzi dovevamo mantenere delle distanze fisiche, e poi è calato il silenzio … E ancora il silenzio, il silenzio dell’attesa.

Il 9 marzo del 2020 il Presidente Del Consiglio Conte ha annunciato che l’Italia è diventata un'intera zona rossa: era scattato il Lockdown su tutto il territorio . 

Non si poteva uscire dalla propria regione, non si poteva uscire dalla propria provincia, non si poteva uscire dal proprio comune, non si poteva uscire dalla propria casa .

Ho capito che la mia vita, le nostre vite sarebbero cambiate, mi sono sentita come un quadro che aveva perso i colori ed era solo in bianco e nero. Ogni giorno sui Social Network, radio e televisioni solo notizie di contagiati e morti , numeri e ancora numeri contagiati e morti , posti di blocco , immagini di strade deserte , centri storici delle nostre città vuoti; allora era davvero scoppiata la Terza Guerra Mondiale! Ma non c’erano armi, soldati o carri armati. In prima linea Medici e Infermieri inizialmente mandati al fronte senza armi, molti si sono ammalati e molti sono morti. Poi sono arrivate le armi: i dispositivi di protezione (mascherine , tute , guanti)… A fianco a loro le forze dell’ordine, gli autotrasportatori e chi produce generi alimentari. 

Ma il bollettino dei contagiati e dei morti continuava a crescere e il mio quadro in bianco e nero appariva come bagnato dalla pioggia, iniziava a perdere colori e lasciava intravedere lunghe strisce nere sulla tela .

Sapevo che tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine .

Dopo più di un mese sono tornati gli abbracci, ho smesso di prendere gli integratori, potevo uscire nel cortile e fare qualche passeggiata in bicicletta. E' ancora presto per incontrare gli amici ma il mio quadro sta iniziando a riempirsi di colori bellissimi. Non ho mai smesso di ascoltare musica che mi è stata di grande aiuto in questi momenti così difficili così come scrivere in questo diario, vorrei ringraziare tutti.

A domani Caro Diario 

Diario n.4

Caro diario,

Meno male che sto bene nonostante il periodo delicato.

Ti scrivo descrivendo come stiamo vivendo questo periodo tutti noi alunni: la reazione alla chiusura delle scuole è stata uguale per tutti, eravamo felici. Ma nei giorni a seguire, con l'aumentare dei casi di contagio, abbiamo capito che non l'avremmo dovuta ritenere una vacanza.

Quel virus su cui tanto scherzavamo non era così lontano da noi come ci sembrava. Da quel momento in poi abbiamo iniziato ad avere paura. Paura per noi stessi, per i nostri cari. Abbiamo paura perché ognuno di noi è circondato da persone a cui tiene: non vorremmo mai doverci trovare di fronte ad una situazione in cui, a causa della scarsità dei posti disponibili nelle terapie intensive, un nostro caro non riceva le cure necessarie. Abbiamo paura perché vogliamo avere la possibilità di raccontarlo tra vent’anni ai nostri figli, ma non siamo certi di poterlo fare. Abbiamo paura perché ci siamo resi conto che l'unico modo per contrastare questo problema è usare la testa, dare ognuno il proprio contributo anche se in piccolo e cercare di rispettare le regole che ci sono state date. Vogliamo tornare a vivere la nostra vita da ragazzi, essere semplicemente ragazzi: non ci piace essere sottoposti a queste nuove regole, infatti per noi la chiusura delle scuole è sempre stato un divertimento ed accettare che stavolta non è così, non è facile. 

Come è difficile non abbracciare, non stare vicini a ridere nei bar, non ballare, non fare feste. È difficile, ma ci stiamo provando: ci laviamo le mani più spesso, limitiamo le uscite e i raggruppamenti. Siamo giovani e questa situazione ha stravolto le nostre abitudini. Per noi è cambiato tutto. Non trascorriamo più le serate a scherzare, non andiamo in palestra e non invitiamo gli amici a casa per stare insieme. Non facciamo più tante cose. Non la pensiamo tutti allo stesso modo sull'origine di questo virus, ma tutti aspettiamo che sparisca perché rivogliamo le nostre vite. Sono certa che comportandosi in modo corretto possiamo aiutare a migliorare la situazione.

Cosa ne sarà della scuola, punto cardine di questo meraviglioso paese? Ha bisogno di noi. E cosa ne sarà della cultura? Sicuramente avranno il sostegno di tutti noi studenti e degli insegnanti.

Spero ti piaccia il mio messaggio e che tutti possano condividerlo!

Alla prossima!

Diario n.5

Castelfranco Emilia, 8 Aprile 2020

Caro diario, 

sto provando tante emozioni che in realtà neanche le sento, non riesco a capire di preciso quali siano, non riesco a descriverle, posso dire che è come se fuori ti fai vedere bella, sorridente, ma dentro stai esplodendo di rabbia e tristezza e tutte emozioni simili e non sai come placare, come spegnere il fuoco che senti divampare nel petto.

Penso che il problema della situazione attuale, oltre al rischio continuo cui siamo  sottoposti, sia vivere tutto concretamente e realmente, stiamo vivendo tutto sulla nostra pelle...non senti nulla distante da te, lontano, non è la solita notizia che leggiamo o ascoltiamo e che non sembra toccarci perché proviene dall’altra parte del mondo….

Nonostante questo alcune persone se ne fregano, ma è fregandosene che non ne usciremo mai!

Ho una mia opinione sulla diffusione del contagio...siamo stati noi stessi a creare il virus, siamo stati noi a diffonderlo in tutto il mondo. Poi per fortuna è arrivato qualcuno di intelligente e ha semplicemente detto non è giusto e ci ha costretti a queste rigide restrizioni.

Se il mondo fosse una persona, se tu fossi il mondo come ti sentiresti a essere trattato come noi abbiamo trattato lui? ne abbiamo abusato come lo sfruttamento delle risorse naturali, ne abbiamo fatto un uso eccessivo causando un forte inquinamento e contribuendo al riscaldamento globale.

 Non possiamo pensare che non sia colpa nostra: il mondo non si surriscalda da solo, non si inquina da solo ma soprattutto non crea virus da solo.

Ovviamente non dico che questa situazione sia bella perché neanche a me piace però penso che ce la meritiamo e che sia il momento di essere realisti, non possiamo dire: “è colpa del mondo, è colpa di Dio o quello che volete” perché la verità è che è colpa nostra e solo noi possiamo uscirne senza aspettare miracoli da chissà quale dio che da un giorno, da un mese all'altro potrà far finire tutto. 

 Ci vuole tempo e dobbiamo abituarci e sì! è ingiusto, ma questa è la REALTà e non possiamo cambiarla e noi lo sappiamo, tutti lo sanno che è così ma nessuno vuole accettarlo.

Vorrei fare una riflessione storica, se ci pensiamo bene diverse epoche e diverse parti del mondo hanno avuto a che fare con un virus: io ho sentito parlare della peste nel Trecento

 (1347-1353), della  grande peste di Londra nel Seicento(1665-1666) e della Spagnola nel Novecento (1918- 1920) e ora il Coronavirus (2020….?)

Ora vado a seguire una lezione…sai da un pò di giorni abbiamo cominciato a “fare scuola da casa”, dal pc, ora devo allegare un file in drive, condividerlo, copiare il link, sperare che si legga...e poi devo provare la condivisione dello schermo….ahhhhhhh non mi ricordo più come si fa….

A presto. 

Castelfranco Emilia, 26 maggio 2020

Caro diario,

in questi giorni mi sto chiedendo spesso...

Perché? Quando? Sono le due domande che ascolto anche in casa. Perché è nato il Covid 19 e quando finirà tutto questo?

 E forse sono anche poche le domande per cercare di capire quello che sta succedendo. Per me l’unico modo per descrivere questa situazione è questo: verso i primi giorni di marzo ci hanno “chiusi in gabbia “nelle nostre case, come animali feroci, ma lo hanno fatto per proteggere noi e gli altri. 

Poi dopo circa due mesi quando tutto si stava calmando hanno “aperto le gabbie” e siamo usciti tutti  e mi sembra di vivere la sensazione di alcuni animali che vengono liberati dopo tanti giorni di reclusione e girano a vuoto come se avessero perso il senso della ragione.

La sensazione che ho vissuto io è stata questa, di sentirmi persa, di non sapere cosa stesse accadendo attorno a me.

Ho visto tante persone, dalla cosiddetta Fase 2 non rispettare le regole che sono state imposte, e continuano a non capire la gravità di quello che abbiamo vissuto.

E’ il forte legame che c’è tra le persone che rovinerà tutto, perchè c’è gente che non rinuncerà a nulla pur di vedersi, di abbracciarsi e di trascorrere del tempo insieme.


Ok, vado, ti saluto…

fuori c’è il sole, sarebbe bello andare a fare una passeggiata...quasi quasi più tardi quando finisco la diretta con i prof, prendo la mia amica mascherina e vado a camminare un po'….


Diario n.6

4 aprile 2020

Castelfranco Emilia, Modena

Ciao cara diario, amico della solitudine...

ormai sono due mesi che ci troviamo costretti a stare dentro casa, mi ricordo quando, alla notizia che si stava a casa per la prima settimana mi sono messa a saltare in aria, ma se ci ripenso ora come ora non lo farei più, ora soffriamo perché non possiamo più vederci con i nostri cari e incontrarci con i nostri amici. 

Sì, questo è davvero orribile, come è orribile affacciarsi dal balcone senza vedere anima viva, le strade sono avvolte da un silenzio straziante, fastidioso, sconosciuto all’essere umano, abituato a uscire e stare in compagnia con amici e parenti. Io ogni giorno guardo fuori dalla finestra di camera mia aspettando invano un cambiamento che tarda ad arrivare, vedo il sole che brilla, quasi fino ad accecarti, le nuvole bianche, che a volte sono così chiare da sembrare inesistenti, gli alberi che sbocciano davanti casa, facendo venire una voglia smisurata di uscire, ma non puoi! Vedo le poche persone che passano con un’aria seria, triste che si intravede a malapena per via della mascherina che indossano. Sì, tutto ciò è davvero molto brutto, ma la cosa più brutta, ed è la cosa che più mi manca, è la distanza dai miei amici, il non poter uscire con loro, non poterci più ridere e scherzare, non poter condividere momenti indimenticabili che quando saremo grandi rimpiangeremo, mi mancano le nostre discussioni, le nostre giocate ad obbligo o verità, insomma, di loro mi manca tutto. 

Però in questa situazione, dove i lati negativi sembrano più dei positivi, sto riscoprendo delle emozioni che non provavo da tanto, forse troppo tempo, la mancanza, la malinconia, eh sì, queste sensazioni non le provavo quasi mai, perché fino a un mese fa era normale (e faticoso) andare a scuola, e magari ci si annoiava anche. Ci sembrava normale invitare i nostri amici a casa, o trovarci al parco. Ora tutto questo che prima era normale, non lo è più.

 La cosa che più di tutte mi fa vivere le mie giornate con un briciolo in più di positività, è il pensiero di quando tutto questo sarà finito, quando rivedrò i miei amici, correndogli incontro e abbracciandoli come non ho mai fatto prima, quando ci racconteremo di queste giornate passate a distanza.

 Il pensiero di quando riapriranno le scuole, e di quando finalmente riascolterò i “posso andare in bagno?” dei miei amici, e la voce delle prof, che finalmente sentirò bene, non tramite un computer, con mille interferenze, insomma, per ora la cosa che possiamo fare è semplicemente adattarci alla situazione e non smettere mai di sognare la fine.


Ti saluto, torno alla mia quarantena…abbiamo trascorso già troppo tempo insieme oggi e non si può:)