'O dicéanu i strùtti...

I proverbi del dialetto contiglianese

A

'A legge è come 'a pelle dde 'e palle: s'allonga e sse stregne a seconda dde i casi.

La legge è come la pelle dei testicoli: si stringe e si allunga a seconda dei casi.

Molto attuale. La legge non è uguale per per tutti: si adatta alle persone ed alle situazioni come la pelle molto elastica che ricopre i genitali.

'A pulenta 'a trippa (panza) abbòtta e 'u culu avvènta (allenta).

La polenta gonfia lo stomaco ed il sedere rilassa.

La polenta crea gonfiore e formazione di aria nel ventre, con conseguente flatulenza. Nella società contadina la polenta è un pasto frequente.

Abbrile ben temperatu, beàtu 'u contadinu che ha somentatu.

Aprile ben temperato, beato il contadino che ha seminato.

Un mese di aprile con la giusta quantità di pioggia è auspicio di buon raccolto.

A dicembre 'o serìnu dde 'a notte dura quantu 'na pigna 'e fài còtte.

A dicembre una notte di cielo sereno dura quanto una pignatta di fave cotte.

In genere nelle giornate del mese di dicembre il cielo è sereno per brevi periodi e prevale il cielo nuvoloso. L'accostamento della durata del sereno alla pignatta delle fave deriva dal fatto che le fave erano un alimento quasi quotidiano delle famiglie contadine spesso numerose, pertanto la pignatta veniva svuotata rapidamente.

C

Chi alleva un porcu l'alleva grassu; chi alleva un fiju l'alleva mattu.

Chi alleva un maiale vuole ingrassarlo; che alleva un figlio unico lo alleva matto.

Allevare un solo maiale è facile perché deve essere solo ingrassato; allevare un figlio unico è difficile perché c'è il rischio che cresca viziato.

Circhiu vecinu, acqua lontanu; circhiu lontanu acqua vecinu.

Cerchio vicino alla luna, acqua lontana; cerchio lontano dalla luna acqua vicina.

Talvolta attorno alla luna appare un alone circolare. La credenza popolare sostiene che pioverà presto se il cerchio è lontano dalla sfera lunare.

Chi commatte co' 'o mèle se succhia 'e déta.

Chi maneggia il miele si succhia le dita.

Chi amministra tanto denaro (méle) per conto degli altri prima o poi intasca qualcosa per sé. Oppure: chi ha potere prima o poi ne abusa.

Chi dde 'o sìo non tè e dell'àntri accatta, fa male carnavàle e pure Pasqua.

Chi non ha niente di proprio e dagli altri raccoglie, fa male Carnevale e Pasqua.

Chi è costretto a chiedere perché non ha di suo, non è mai sereno perché si sente costantemente in obbligo verso gli altri.

Chi arrìa a 'na festa senza èsse 'nvitatu, o è mattu o è 'mbriacu.

Chi va ad una festa senza invito, o è un pazzo o è ubriaco.

La maleducazione di chi si presenta in un luogo senza invito è paragonabile alle azioni compiute da chi è pazzo o ubriaco.

Chi lascia 'a strada vecchia ppe 'lla nóva, sempre che 'nciampu tróa.

Chi abbandona la vecchia strada per seguirne una nuova, trova sempre qualche imprevisto.

Chi cambia abitudini non ha la certezza che tutto vada bene. Chi cambia abitudini, per sperimentare qualcosa di nuovo, trova sempre qualche difficoltà.

Chi nasce de gallina 'n terra ruspa, chi nasce de puzzàja sempre puzza.

Chi nasce gallina razzolerà per tutta la vita, chi nasce in un letamaio puzzerà sempre.

Coloro che hanno la sfortuna di nascere in famiglie ed in ambienti segnati dall'ignoranza, dalla maleducazione e dalla cattiva igiene non cambieranno abitudini nel corso della vita.

Chi lascia 'a strada vecchia ppe 'lla nóva, sa 'ello che lascia e non sa 'ello che tróa

Chi abbandona la vecchia strada per seguirne una nuova, conosce quello che lascia ma ignora ciò che troverà.

Chi lascia un'attività, della quale conosce tutto, per intraprenderne una nuova, può trovare qualcosa di meglio ma può anche rischiare di rimpiangere ciò che ha lasciato.

Chi rìe de venardì, piàgne 'u sabbatu, 'a diménica e 'u luneddì.

Chi ride il venerdì, piange il sabato, la domenica e il lunedì.

Bisogna evitare di essere allegri il venerdì, giorno considerato infausto, per scongiurare la malasorte nei giorni seguenti. Meglio tenere un comportamento più dimesso (credenza di origine medievale, simile a quelle associate ai numeri 13 e 17, ai gatti neri ecc.).

Chi più spènne, minu spènne.

Chi più spende, spende di meno.

Pagare di più un prodotto per la sua qualità spesso garantisce la sua durata, rispetto a ciò che viene pagato di meno ma si deteriora prima.

Chiódu dde giornu cuccu dde notte, mejo che Ddio ce manni la morte.

Chiodo di giorno e cuculo di notte, meglio che Dio ci faccia morire.

Sarebbe una jattura se il chiodo (uccello notturno) cantasse di giorno e il cuculo (uccello diurno) cantasse di notte. Ci sarebbe un ribaltamento della realtà (considerazione che prende spunto dalla superstizione sovente legata agli uccelli, specialmente presso i contadini).

Chi tè 'n fiju l'affoga, chi nne tè centu l'alloca.

Chi ha un solo figlio l'affoga, chi ne ha cento li sistema.

Chi ha un solo figlio lo rovina perché lo vizia, chi ne ha cento deve agire con parsimonia ed è costretto a renderli autonomi ed a trovare loro una sistemazione.

Chi tte vo' bbene te fa piàgne, chi tte vo' male te fa rìe.

Chi ti vuole bene ti fa piangere, chi ti vuole male ti fa ridere.

Quelli che hanno a cuore la nostra salute non esitano, a fin di bene, a fare e dire cose che possono dispiacerci, ma che ci mettono di fronte alla realtà; al contrario, quelli che vogliono farci del male ci consigliano sempre ciò che, di primo impatto, appare appare gratificante ma che alla fine si rivela nocivo.

Chi tè a moje bella sempre canta, chi tè póchi quatrini sempre conta.

Chi ha una bella moglie canta per contentezza, chi ha pochi soldi fa sempre i conti.

Una bella moglie può essere un risorsa: chi non ce l'ha e per giunta ha soldi è costretto ogni giorno a fari i conti per trovare il modo di risparmiare.

Chi vva a lettu co i munèlli se rìzza scompisciàtu.

Chi si addormenta con i bambini si risveglia nella pipì.

I munélli sono la trasposizione delle persone immature con le quali si deve fare attenzione perché la loro inaffidabilità potrebbe mettere nei guai (pipì).

Conta e reconta, sempre 'na pecora manca.

Conta e riconta, manca sempre una pecora.

Nonostante ci si dia da fare affinché tutto vada bene e ci sembra di avere tutto, si avrà sempre la sensazione che ci manchi qualche cosa.

Culu che non védde mai camicia, quanno che ha vedde se troò scacarciàtu.

Sedere che no vide mai la camicia, quando la vide si sporcò di cacca.

Chi ha vissuto a lungo con mezzi, se non in ristrettezze, quando conosce il benessere non sempre è in grado di gestirlo e ne finisce sommerso.

Chi vive sperànno, vive cacànno.

Chi vive sempre nella speranza morirà disperato (cacando).

Il proverbio, più che esprimere una verità, suona come monito verso coloro che pretendono di realizzare qualcosa di impossibile.

D

De 'a ròbba de 'u tirchiu se nn'hàu bbene 'i scroccùni.

Delle ricchezze dell'avaro godono gli scrocconi.

Proverbio che suona come ammonimento per gli avari. Accumulare beni senza un fine ha come inevitabile sbocco la loro dissipazione da parte di coloro che non hanno fatto nulla per meritarli.

Ddu' femmene e una pica è una guerra fenìta.

Due donne ed una chiacchierona insieme è un bisticcio continuo.

Non è difficile che termini in litigio un incontro tra più donne (come capitava nei lavatòi).

Dio fa' 'e montagne e ppo ce fiòcca, fa' l'omo e 'a fémmena e ppo ll'accoppia.

Dio crea le montagne e poi ci fa' cadere la neve, crea l'uomo e la donna e poi li accoppia.

Esiste una correlazione tra le cose. Questa correlazione coinvolge anche il rapporto uomo-donna; vale a dire che ogni uomo vive con la donna che merita e viceversa.

E

'E corna so' come e canàsse: fau male quanno spuntanu ma ddoppu ce sse magna bbene.

Le corna (tradimenti) sono come i denti: fanno male quando nascono ma poi ci si mangia bene.

Si può passare sopra anche a cose poco nitide come il tradimento del coniuge che all'inizio procura dolore, se alla fine se ne ricava un guadagno.

F

Fa più 'n mattu a casa séa che 'n saviu a casa dell'àntri.

Nelle proprie cose ognuno sa come muoversi ed organizzarsi mentre in quelle altrui non è facile entrare in sintonia con altre abitudini. Ci riescono solo i disonesti.

Fau più ddu tignùsi che centu sapùti.

Fanno molti di più due persone tenaci che cento sapienti

Pochi individui capaci e pieni di entusiasmo riescono ad ottenere più risultati di tante persone chiacchierone ed inconcludenti.

Frati, preti, mòneche e pùlli non se troanu mai satùlli.

Frati, preti, monache e polli non sono mai sazi.

Proverbio che mette insieme una serie di insaziabili. I frati cercatori venivano considerati insaziabili perché spesso risultavano invadenti ed inopportuni; i preti apparivano eccessivi nelle richieste di offerte per la parrocchia; le monache erano oggetto di pettegolezzo e la loro insaziabilità era estesa ad ambiti diversi da quello alimentare; i polli sono animali che beccano in continuazione e dunque mangiano senza sosta.

I

I parenti so' come lle scàrpi: più so' strette e più tte fàu male.

I parenti sono come le scarpe: più sono strette più fanno male.

I parenti più vicini sembrano quelli su cui naturalmente crediamo di poter contare ma spesso si rivelano più insidiosi di persone che riteniamo ostili.

I sòrdi mannanu ll'acqua pe' nen zù.

I soldi fanno scorrere l'acqua verso l'alto.

Grazie al potere di introdurre al benessere, il denaro, a volte, permette di ottenere cose impensabili (quasi paragonabili al sovvertimento legge di gravità che spinge l'acqua a cadere sempre in basso).

L

L'Innocentini, so' fenìti 'e feste e lli quatrini.

Dopo la festa dei SS. Innocenti finiscono le festività e i soldi.

Proverbio nato riferito ai periodi di miseria. Dopo il 28 dicembre (festa dei SS. Innocenti), cioè dopo il Natale, finiscono le feste ma anche quei pochi soldi che erano stati destinati a renderle diverse dagli altri giorni.

L'occhiu dde 'u padrone 'ngrassa 'u cavallu.

L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.

Un cavallo si mantiene in buona salute quando i padrone si occupa di lui con premura.

M

Maggiu asciùccu ma non tuttu; se tuttu è mejo è.

Maggio asciutto o con poca pioggia; è meglio se è senza pioggia.

Per avere un buon raccolto il mese di Maggio deve avere poche piogge; meglio se non piove affatto.

Mejo faccia róscia che trippa móscia.

Meglio la faccia arrossita dalla vergogna che la pancia vuota per la fame.

Quando c'è un problema vitale non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto (meglio arrossire che morire).

Mejo 'n cattiu campà che 'n bellu morì.

Meglio campare male che morire bene.

Proverbio che suggerisce uno sguardo positivo alla vita, da accettare anche in presenza di dolori e tribolazioni.

Mitti 'o pane accóstu a 'u dente che lla fame se resènte.

Accosta il pane alla bocca che i denti prima o poi lo azzannano.

Anche se non hai fame, inizia a mangiare e vedrai che l'appetito arriverà.

Maggiu ortolanu tanta paja e pócu rànu.

Maggio piovoso tanta paglia e poco grano.

Un mese di Maggio piovoso è auspicabile per la buona riuscita dell'orto ma non per il grano che, con troppa acqua, non crescerà nelle spighe.

N

'Nnanzi Natale, né friddu né fame. Doppu Natale 'o friddu e lla fame.

Prima di Natale, niente freddo e fame. Dopo Natale il freddo e la fame.

Prima di Natale c'è lavoro e dunque anche denaro per acquistare legna e cibo; dopo il Natale il lavoro diminuisce ed inizia un periodo di ristrettezze (Proverbio legato alla condizione di miseria di chi viveva di lavoro stagionale).

'Nnanzi Natale sette piemare.

Prima di Natale sette piene di fiume.

La voce dell'esperienza popolare ritiene che nei mesi di novembre e dicembre i fiumi e i torrenti debbano andare in piena almeno sette volte, probabilmente per garantire una certa stabilità idrica nei mesi successivi.

O

Ogni ardàle tè 'a croce séa.

Ogni altare ha la sua croce.

In ogni famiglia (altare) ha i suoi problemi (croce).

'O pane de ll'antri è cóttu a sette furni.

Il pane degli altri si cuoce in sette forni

Guadagnare il pane è molto più duro quando lo si deve fare sotto un padrone ed in condizioni difficili.

'O rùsciu dde 'a matìna rémpie a tina.

Il cielo rosso della mattina riempie la tinozza.

Secondo la credenza contadina, quando al sorgere del sole le nuvole si colorano di rosso durante la giornata si verificheranno delle precipitazioni.

P

Pe' i du o i tre d'abbrile 'u cocùle ha dda venire; se non vè pe' 'u sette o l'otto 'u cocùle è bellu e mórtu.

Il cuculo deve arrivare il due o il tre aprile. Se non arriva entro il sette o l'otto vuol dire che è bello che morto.

Il cuculo, uccello migratore, arriva nella Sabina a Primavera (primi giorni di Aprile). La credenza popolare riteneva che il ritardo nella migrazione di questo uccello preannunciasse significative variazioni climatiche.

Pe' lli vécchi so' triste tre "Ci": catarrèlla, cacarèlla e caì.

Per gli anziani sono tristi tre "C": catarro, cagarella, caduta

Per gli anziani sono pericolose tre circostanze che iniziano con la lettera "C": il catarro, la diarrea e le cadute

Pàrma 'nfóssa, grégna asciùcca.

Domenica delle Palme bagnata, covone asciutto.

Se piove il giorno della Domenica delle Palme sarà bel tempo nel periodo della mietitura.

Q

Quanno ì empìta 'a trippa, l'ànema canta.

Quando la pancia è piena, l'anima canta.

La fame non concilia la serenità e la felicità. Quando perciò si è fatto fronte ai bisogni alimentari anche lo spirito ne risulta sollevato.

Quanno piove 'nnanzi messa, tutt'a settimana va' co' essa.

Quando piove prima della messa domenicale, tutta la settimana sarà piovosa.

Si tratta di una credenza popolare non sempre suffragata dai fatti.

Quanno se mette 'a nebbia sopre a' cappelletta, retirate recccinella che dèsso ll'acqua.

Quando c'è nebbia sopra la Cappelletta (chiesetta montana posta sopra Greccio), ritirati coccinella che arriva la pioggia.

Se si intravvede nebbia fitta sopra le alture di Greccio arriverà sicuramente la pioggia.

Quanno 'u valle canta a patùllu, 'u giornu appressu mìtti i piedi a mùllu.

Quando il gallo canta dentro il pollaio, è certo che il giorno dopo avrai i piedi bagnati.

Il gallo, solitamente, canta fuori dal pollaio. La credenza popolare considera il canto del gallo all'interno del pollaio una sorta di previdenza dell'animale, che si ripara dalla pioggia che sta per arrivare.

Quanno 'u monellu parla, 'u róssu ha parlatu.

Quando il bambino parla, l'adulto ha già parlato.

I bambini, nella loro spontaneità, hanno la tendenza a riferire ciò che ascoltano dagli adulti, indipendentemente dalla positività o negatività dei contenuti ascoltati. Talvolta i piccoli sono lo specchio anche di comportamenti discutibili.

R

Resparàgna e resparagna, v'è 'u diàulu e se llo magna.

Risparmia e risparmia, viene il diavolo e lo divora.

Il risparmio esagerato, finalizzato ad accumulare ricchezza, non serve a nulla perché dopo la morte qualcuno sperpererà tutto ciò che è stato accumulato con grande fatica.

S

Se fai bbene a vécchi e pùtti te nn'avrai ll'amari frutti.

Se fai del bene a vecchi e bambini non raccoglierai dolci frutti.

Vecchiaia ed infanzia sono gli estremi della vita: i vecchi moriranno ed i bambini dimenticheranno crescendo.

Se gennaru non genera e febbraru non ferra, tutti i mesi menanu guerra.

Se a Gennaio non piove o nevica ed a Febbraio non gela tutti i mesi faranno guerra.

Se durante i mesi più freddi dell'inverno non vi saranno le giuste nevicate e piogge per i campi sarà una cattiva stagione.

Sant'Antoniu barba bianca se non fiocca pócu ce manca.

Il giorno di Sant'Antonio Abate se non fa la neve ci manca poco.

Il mese di gennaio, in cui cade la festa di S. Antonio Abate (il giorno 17), è nelle previsioni il più freddo dell'inverno, quello nel quale ci si aspettano le nevicate.

San Biaciu delicatu scappa 'o sòle da ogni latu.

Il giorno di San Biagio è delicato il sole esce da ogni lato.

Se il giorno della festa di S. Biagio, che cade in inverno (3 febbraio), si ha un clima gradevole, l'aria e la natura mostrano uno spiraglio primaverile.

Se sse rannùvela sópre 'a brina, se non fiocca 'a sera fiocca 'a matina.

Se si annuvola dopo una forte brinata farà la neve in serata o, al massimo, la mattina successiva.

L'esperienza contadina associa alla brinata un brusco calo delle temperature, ideale per le nevicate nel caso in cui esso sia accompagnato dalla formazione di nuvole cariche di umidità.

Se Termenìllu mette 'u cappéllu, vìnni le cràpe e fàcce 'u mantéllu; se Termenìllu mette 'e bràche, vìnni 'u mantéllu e fàcce le cràpe.

Se Terminillo mette il cappello, vendi la capre e compra un mantello; se Terminillo mette le braghe, vendi il mantello e compra le capre.

Il proverbio fa riferimento alla copertura nevosa del monte Terminillo. L'esperienza popolare ha indotto a credere che se la prima neve copriva solo la cima del rilievo, l'inverno sarebbe stato rigido (meglio dunque pensare a coprirsi); al contrario se la prima nevicata avesse coperto l'intero montagna, fino a lambire la valle (braghe), l'inverno sarebbe stato mite e per i pastori ciò avrebbe significato disponibilità di pascolo.

Segrétu dde ddui, segrétu dde Ddio; segrétu dde tre, sgrétu dde tutti.

Un segreto condiviso da due persone rimane tra esse e Dio; un segreto condiviso da tre persone diventa di dominio pubblico.

Un segreto tra due persone ha la garanzia della reciproca smentita in assenza di testimoni, nel caso di contenzioso. Se invece il segreto è stato confidato ad una terza persona c'è il rischio che possa essere rivelato, senza garanzie per chi lo ha confidato. Un avvertimento ai confidenti!

T

Tira più 'n pilu dde fregna che centu para dde bói.

Trascina più un pelo di vagina che cento paia di buoi.

Trascina di più l'atteggiamento sessualmente provocante di una donna che cento buoi (la seduzione femminile è una forza che condiziona fortemente gli uomini). Ciò significa che una donna disinibita può condizionare il comportamento di un uomo, anche di spicco.

Trìsta ella terra ddo' non ce remàne seme.

Povera quella terra dove non resta seme.

I terreni nei quali non rimane qualche seme dopo la mietitura venivano ritenuti a rischio di improduttività

Trìstu illu sórge che tè 'nu sbùciu sólu.

Triste quel topo che entra in solo buco.

Nelle situazioni difficili della vita sopravvive chi conosce più vie d'uscita.

U

'U bùttaru che d'agustu ancora no' ha aratu, tuttu l'annu va tribbulatu.

Il contadino che ad agosto non ha ancora arato, per tutto l'anno patire le pene.

Il contadino (bùttaru) deve arare il terreno entro agosto in quanto con il sopraggiungere delle piogge non lo potrà più fare.

'U mìciu dde 'a dispensa 'ello che ffa pensa.

Il gatto nella dispensa quello cha fa pensa.

Le persone che hanno una mente rapida mettono subito in atto quello che pensano, prendendo gli altri di sorpresa.

'U pórcu satùllu revòta 'a tina.

Il maiale sazio ribalta la tinozza del cibo.

Quando una persona è sazia rifiuta il cibo per nausea. Questo accade anche quando una persona riceve troppe attenzioni a scapito della libertà personale che, alla fine, vuole recuperare.

V

Villani e pàssari ddo 'ì tróvi ammazzali.

Ignoranti e passeri, dove li trovi uccidili.

Le persone maleducate e i passeri sono soggetti dannosi: gli uni alla società, gli altri al raccolto. Il proverbio consiglia di eliminarli.