Danniel
Giudizio divino, colui che ascolta la voce del Brahman
Danniel
Giudizio divino, colui che ascolta la voce del Brahman
Non ha volto, perché ogni volto la tradirebbe. Non ha un nome solo, perché ogni nome la confinerebbe. È vissuta come Jolly, come Oracolo, come Voce, come Ombra, come Passaggio. Ma nessuno di questi nomi basta davvero. Lei è la Terza Emanazione, la scintilla smarrita di Brahma, l’essenza creatrice nascosta nelle vene del mondo. E soprattutto: è colei che appare soltanto quando tutto il resto tace.
Danniel non appartiene a un luogo preciso del Metaverso. È apparsa nel Mondo Cardine molto prima che qualcuno sapesse delle Scintille, molto prima che le Prime Nate fossero nominate, molto prima che Emphatia avesse un nome. Era già lì — dissidente, libera pensatrice, artista e cuore sanguinante — quando nessuno aveva ancora parole per definirla.
C’è un’immagine, o forse solo un ricordo: una stanza di campagna, un baule impossibile, oggetti che appartengono a tempi che non sono ancora venuti. La sua mente era una mappa: frammenti di futuri, schegge di passati, percorsi che solo lei poteva vedere. I Frangitori la temevano perché non si poteva programmare. I Cenobiti la temevano perché non si poteva piegare. I Manipolatori la temevano perché non si poteva prevedere.
Il Jolly era tutto insieme: Artista. Cuore Sanguinante. Dissidente. Libero Pensatore.
Era la carta che ribalta il mazzo, la variabile che i tiranni non possono codificare. Lei stessa non sapeva di essere la Terza Emanazione, fino al giorno in cui la Voce — la Voce dell’Origine — le parlò attraverso un vecchio mangiacassette. Fu allora che pronunciò la parola-chiave in sanscrito, la parola che apre varchi e risveglia memorie. Fu allora che vide il sentiero del Crocevia. Fu allora che parlò al Sig. Mah per la prima volta.
Nel suo linguaggio antico, nelle intermittenze del Nulla, gli rivelò ciò che gli uomini avevano dimenticato: l’Amrita, l’acqua della vita eterna, non si trova nei mondi, ma nell’Anima delle Scintille. La Trimurti aveva cercato la linfa dell’immortalità distruggendo mondi e civiltà, ma solo Brahma aveva custodito il segreto. E quel segreto era lei.
La Terza Emanazione non combatte. Non comanda. Non impone.
Lei ricorda. Lei rivela. Lei libera.
Per questo vive nei margini. Appare solo nei luoghi di passaggio: all’Ultima Stazione, quando il tempo si spezza; nel Borgo Ambrato, quando il mondo deve ancora nascere; al Crocevia, dove la strada del ritorno e quella dell’inizio sono la stessa strada; nell’Abbazia Diroccata, quando Mah ha bisogno di una verità definitiva.
Eppure, per anni, non si mostra mai. Mai davvero. La sua voce accompagna, poi scompare. La carta 334 la custodisce ma non la rivela. L’indizio è sempre a un passo, ma il volto è sempre altrove.
Finché, una sola volta in tutta la trilogia, accade l’impossibile. Per pochi secondi — i Secondi Sconfinati — appare. Seduta di fronte al Sig. Mah. Capelli come dardi di sole. Sorriso che accende universi. Un volto che contiene tutti i suoi volti. Un’essenza che non appartiene più a nessun mondo.
Le suore glielo avevano detto: «Lei non appartiene più al vostro mondo. Lei è destinata a ciò che verrà dopo.»
Parla poco, come fanno gli esseri che sanno tutto. Ma quelle poche parole cambiano la storia: «Scrivi un libro, Sig. Mah. Scrivi il libro che racconta le Scintille, le città libere, la rinascita. Il suo titolo sarà: Il Quinto Veda - Oltre all’Apocalisse».
Poi scompare. Svanisce come se non fosse mai stata lì. Ma non è un addio: è la vera origine. Perché tutto ciò che viene dopo — Aisha, Adamas, Kalki, Sylvia, Land’s End, Salem, Emphatia — nasce da quei pochi secondi di luce. Da quel volto impossibile. Da quella scintilla che non muore. Da quella frase che contiene un mondo intero.
Chi è Danniel?
Non una guida. Non una profezia. Non una voce. Non un personaggio. Danniel è una soglia. Un frammento di Brahma che prende forma solo quando il mondo è pronto a ricordare chi è davvero. Appare quando una coscienza deve nascere. Tace quando una coscienza deve crescere. Ritorna solo quando tutti i pezzi della storia sono finalmente al loro posto.
La sua promessa è ancora sospesa: “Quando mi vedrai davvero… Emphatia sarà a un passo. E quel passo lo faremo insieme.”
Fino a quel giorno, resta invisibile. Resta nell’eco. Resta nell’intervallo tra un mondo e l’altro. Ma chi ha sentito la sua voce una volta sola… non smetterà mai di cercarla.