1) Essere presenti
La consapevolezza riunisce il corpo e la mente nel qui ed ora. Possiamo farlo ad esempio nel respiro consapevole, nel mangiare in consapevolezza, nella meditazione camminata ecc... In questo modo si creano le condizioni per un amorevole incontro con se stessi.
2) Percepire ciò che c'è nel corpo e nella mente
Possiamo chiederci: ci sono dei pensieri che girano sempre intorno allo stesso tema e che creano delle tensioni? Dove si sentono le tensioni nel corpo?
3) Abbracciare e accettare amorevolmente tutto quello che c'è
“Io sono qui per te”: qui comincia la pratica. Occorre essere il miglior amico/a di sé stessi, abbracciando noi stessi e la nostra sofferenza. L’abbraccio con gentilezza amorevole viene chiamata in sanscrito “Maitri” (vero amore), che significa anche amicizia, benevolenza.
4) Nutrire le formazioni salutari e calmare le formazioni non salutari e dannose
Per prima cosa è importante conoscere quali sentimenti ed emozioni vogliamo nutrire e quali emozioni e sentimenti vogliamo calmare. Possiamo chiamare questo con un nome: ”dedizione materna” (o amorevolezza materna) perché una madre sa benissimo cosa è buono e salutare e cosa non è salutare per il bambino. E’ importante avere a che fare con le emozioni ed i momenti salutari. A volte riconosciamo i momenti e le emozioni salutari, ma non siamo in grado di concedersi a noi stessi, perché ad esempio c'è tanto da fare, da lavorare, ecc.. Più restiamo in contatto con le sorgenti della gioia e della felicità, più si rinforza la nostra capacità di gioire ed essere felici! Non dobbiamo sfuggire alla sofferenza ma creare momenti di gioia e felicità: ritornare al respiro e portare la mente e il corpo ad essere riuniti. Bisogna smettere di continuare a raccontarci la solita storia che si è formata e fissata nella testa. Bisogna cercare dentro il nostro corpo chiedendoci dove si è manifestata esattamente la sofferenza nel nostro corpo. Se riusciamo a restare per un po' di tempo con questa sensazione, abbiamo una grande possibilità di ridurre la sofferenza corporea e emozionale. L’origine della nostra sofferenza può essere guardata in profondità e compresa anche più tardi. Per esempio, se percepisci una non specificata “paura della paura” a causa delle tante ”news” non salutari che ascoltiamo, è di aiuto ritornare al momento presente; percepisci cosa succede adesso e che ci sono condizioni sufficienti per stare tranquillamente nel qui ed ora senza sentire paure.
5) Guardare in profondità con la meditazione di “Metta”
(Metta dal pali significa amore o gentilezza amorevole, come Maitri). Possiamo avvicinarci alla causa della nostra sofferenza e riconoscere che non siamo separati dai nostri antenati, sia quelli di sangue che quelli spirituali. Tutti noi siamo profondamente influenzati dalla nostra famiglia, dalla nostra cultura e dalla storia. Non possiamo distaccarci e liberarci del tutto dai nostri antenati, dai padri e dalle madri; loro sono sempre dentro di noi e con noi. Anche Thay è sempre con noi, lui ci parla tramite i suoi libri e le calligrafie, siamo la sua “continuazione”, se pratichiamo nel modo che lui ci ha insegnato.
6) Generare la comprensione e l'amore
“Comprendere è amare” dice Thay. Se guardiamo in profondità possiamo vedere che anche i nostri genitori sono stati condizionati dai loro genitori, dalla loro situazione e dalle condizioni di vita. Così possiamo comprendere meglio le loro reazioni e le loro idee ed incontrarci di nuovo con amore, comprensione e affetto crescente. Questo soprattutto permette di comprenderci meglio e di coltivare l’amicizia con noi stessi.
7) Sviluppare una mente comprensiva
Avere una visione aperta e saggia, libera dell’”ignoranza”, ci permette di vedere con chiarezza cosa c'è da fare e cosa invece dobbiamo lasciare andare in modo da agire abilmente nella vita quotidiana.
Tratto dal discorso di Sister Gina: Come possiamo essere i migliori amici di noi stessi?