Secondo alcuni studi scientifici la capacità delle persone di essere felici dipende per il 50% dal patrimonio genetico, mentre il restante 50% dipende dalle attività che svolgiamo e dal modo in cui guardiamo e interpretiamo la realtà che ci circonda, oltre che dalle circostanze fortuite. Sembra inoltre che le condizioni esterne (educazione, sesso, ricchezza, ecc.) incidano soltanto per il 10% nella soddisfazione della propria vita. Perciò la nostra felicità dipende soltanto in parte da variabili psicofisiche sulle quali non possiamo intervenire, mentre possiamo influenzare in modo radicale l’esperienza della nostra felicità lavorando sul modo di essere, di pensare e di agire.
Visto che abbiamo il margine per migliorare la nostra vita, trasformare le nostre difficoltà e vivere più felici, dobbiamo darci da fare: la felicità è un inclinazione da coltivare.
Secondo Kaira Jewel*, per essere felici, ogni giorno dovremmo fare 5 cose: meditare, fare esercizio fisico, compiere atti di gentilezza, mostrare gratitudine e fare qualcosa che ci piace.
Adottando queste cinque abitudini di vita per 21 giorni di seguito, la nostra felicità può migliorare in modo significativo. Questi benefici si mantengono per alcuni mesi dopo il periodo iniziale, quindi è probabile che a lungo termine tendano a indebolirsi se le pratiche non vengono più coltivate.
Quella che segue non è la trascrizione del discorso di Kaira Jewel, ma soltanto una spiegazione delle 5 pratiche rielaborata sulla base degli insegnamenti appresi dal maestro Thich Nhat Hanh.
1) Meditazione
Pratichiamo ogni giorno la meditazione seduta o la meditazione camminata per il tempo che ci possiamo concedere nella giornata, ad esempio al mattino appena alzato/a o la sera prima di andare a letto; non occorre meditare per un’ora, anche pochi minuti possono essere sufficienti.
Ad esempio, durante la giornata possiamo prenderci ogni tanto una pausa di 2 minuti (o anche più breve) per osservare semplicemente il nostro respiro, consapevoli dell’aria che entra e che esce, senza pensare a niente altro. Se la mente vaga per altri pensieri, riportiamola delicatamente sulle sensazioni che proviamo, restando sul momento che stiamo vivendo. La pratica non consiste nel rimanere senza pensieri per tutto il tempo (questo è impossibile!), ma nell’essere consapevoli del momento presente, aperti a tutto quello che c’è dentro e intorno a noi.
Se la mente si perde in pensieri, preoccupazioni o altre distrazioni, può essere utile ripetere mentalmente: "la mia mente se n’è andata di nuovo; dov’è il mio respiro adesso? Come mi sento?”
E’ nel momento in cui si ritorna al respiro che la pratica viene messa in atto.
La meditazione allena il cervello a fare una cosa alla volta e aiuta ad avere una maggiore consapevolezza delle reazioni fisiche ed emotive agli stimoli.
La meditazione è una pratica non-violenta, dove non c’è lotta: osserviamo ed abbracciamo con amorevolezza quello che c’è dentro di noi – serenità, gioia, pace oppure rabbia, paura o stress - pronti ad accettare ogni cosa, senza giudizio. Con il tempo possiamo imparare a guardare in profondità e riuscire a vedere e a comprendere le cause della nostra sofferenza.
La comprensione che si genera con la consapevolezza porta spontaneamente alla saggezza e al risveglio, trasformando la sofferenza in compassione, amore e gioia.
Se abbiamo costanza, dopo un po’ di tempo ci rendiamo conto che la meditazione migliora la nostra vita.
2) Esercizio fisico
L’esercizio fisico non solo aiuta a prevenire i problemi di salute ma influenza direttamente la nostra felicità. Alcuni studi dimostrano che l’esercizio fisico regolare può portare benefici emotivi equivalenti all’assunzione di antidepressivi, ma senza gli effetti collaterali dei farmaci.
Non è necessario fare un'ora di palestra per ottenere i benefici. Se siamo poco allenati, all’inizio possono essere sufficienti 10 minuti al giorno di esercizio fisico, facendo ad esempio i 10 movimenti in consapevolezza di Thay, esercizi yoga, camminando o andando in bicicletta.
La chiave è sviluppare un’ abitudine a farlo ogni giorno. Dal momento che l’obiettivo non è per perdere peso o prepararsi per una gara, ma solo quello di essere in movimento, è bene scegliere qualcosa di divertente, qualcosa che ci piace.
3) Atti di gentilezza
Impegniamoci nel fare un atto di gentilezza al giorno. Il gesto che facciamo dovrebbe essere unico e speciale, una cosa non abituale, diversa dal nostro solito modo di fare.
Può essere ad esempio un regalo fatto con il cuore, un aiuto in un lavoro, un apprezzamento o un gesto inatteso come far passare delle persone alla cassa del supermercato con un sorriso. Semplici azioni come prendersi cura di qualcuno, una telefonata o una e-mail di ringraziamento o semplicemente sorridere ad una persona in difficoltà, possono cambiare la nostra giornata e non soltanto la nostra.
Non si tratta di pura formalità: con il gesto che compiamo non dovremmo soltanto mostrare cortesia e buone maniere ma soprattutto manifestare una predisposizione del cuore ad avere cura, pazienza e rispetto verso qualcuno/a che consideriamo importante, per il quale mostriamo interesse senza secondi fini, liberi da obiettivi.
La gentilezza è contagiosa: in un ambiente in cui si avverte benevolenza e amorevolezza, le persone sono più propense ad essere gentili con se stesse e con gli altri.
Ricordiamoci che le persone con cui veniamo in contatto forse stanno vivendo e combattendo contro dolori di cui non sappiamo niente. Cerchiamo di essere gentili e grati anche con chi non ci piace o ci fa arrabbiare: è proprio grazie a loro che possiamo imparare a crescere e mettere in pratica la pazienza, la compassione e l’amore disinteressato.
Se offriamo così il nostro contributo - anche minuscolo - e facciamo in modo che la nostra presenza sia sempre migliore della nostra assenza, stiamo contribuendo a trasformare il mondo in un posto migliore.
4) Gratitudine
Ogni giorno pensiamo o scriviamo tre pensieri di gratitudine, cose per cui siamo grati ed anche il loro motivo.
I pensieri di gratitudine devono nascere dal cuore e sono rivolti verso se stessi o verso gli altri.
Per farlo può essere utile scegliere la stessa ora ogni giorno, prima di dormire o al mattino. Troviamo il momento più adatto per ripensare a qualcosa di apprezzabile che ci è accaduto nelle ultime 24 ore, cercando ogni giorno dei ringraziamenti diversi.
Non dovremmo vivere questi momenti come se fossero un obbligo quotidiano ma piuttosto come uno spazio per rallentare ed aprirci a quei sentimenti di apprezzamento per la fortuna che abbiamo avuto nella vita, per la generosità di parenti, amici o colleghi, per qualunque altra cosa per cui possiamo essere grati. Guardandoci allo specchio, ringraziamo la vita per ciò che siamo, ciò che abbiamo raggiunto, le gioie che abbiamo vissuto, i dolori che abbiamo superato e le lezioni che abbiamo appreso.
Ecco alcuni esempi:
Sono grato/a
“per l'abbraccio che stamani mi ha dato mia figlia, dimostrandomi che mi vuole bene.”
“per aver avuto un’ora di tempo per fare quello che volevo; era molto tempo che non avevo la possibilità di dedicare tempo a me stesso/a”.
“per il riconoscimento che mi ha fatto ieri il mio collega. Mi ha fatto sentire una persona utile e costruttiva nel lavoro.”
“che la mia gamba sia completamente guarita. Ora posso tornare a fare gli esercizi di yoga che mi aiutano a stare bene”.
“che oggi sia stata una bellissima giornata di sole mentre camminavo per andare al lavoro. La luce che splendeva mi ha fatto apprezzare i meravigliosi colori della natura”
5) Fare qualcosa che ci piace
Impegniamoci ogni giorno in qualcosa che ci piace veramente fare, qualcosa di bello e gratificante, che ci fa stare meglio, per cui vale la pena vivere.
Potrebbe trattarsi di coltivare una relazione affettiva oppure di un'attività che ci appassiona, come un hobby o un’attività manuale (potrebbero essere anche in punti 1 e 2 descritti sopra).
Impegniamoci quel tanto che basta per rendere la sfida interessante, ma non troppo da risultare frustrante perché ci siamo posti obiettivi troppo alti. E’ importante che l'attività non generi aspettative ma una sensazione di completa immersione, tanto da non rendersi conto del tempo che passa.
gg - Sangha di Pistoia
*Kaira Jewel è un'insegnante di meditazione secondo la scuola di Plum Village. Conduce ritiri in tutto il mondo, anche per bambini e adolescenti. E’ autrice di vari articoli e saggi e ha curato il volume di Thich Nhat Hanh e della Comunità di Plum Village: “Semi di Felicità - Coltivare la consapevolezza con i bambini” - Terra Nuova Edizioni, 2012.