Condivisione di Sorella Gioiello (Sister Jewel)
Il viaggio in macchina da Firenze a Camaldoli e' stato gia' l'inizio del nostro Campo di Felicita'.
Lo splendido panorama, man mano che salivamo su per la tortuosa strada di montagna attraverso la foresta e i campi colorati di fiori selvatici, lasciando indietro l'afa della pianura, era un annuncio prezioso della pace che avremmo trovato.
Eravamo due sorelle e un fratello, tutti residenti dell'Eiab, un Monastero Buddhista in Germania, e non eravamo mai stati prima di allora in un luogo di pellegrinaggio cosi' speciale.
Arrivati all'Eremo millenario siamo stati accolti dal canto e la frescura di una sorgente d'acqua proprio accanto al portone.
Francisco e Axel, due monaci residenti, ci hanno dato un caloroso benvenuto e ci hanno accompagnato nella foresteria, dove abbiamo poi
iniziato a sistemare gli spazi per l'arrivo, il giorno seguente, del gruppo di circa 50 partecipanti.
Grazie all'articolo comparso sulla rivista Terranuova, che aveva annunciato il Campo come una speciale "vacanza di ecoturismo", saremmo stati un gruppo di circa 22 bambini e 30 adulti. Abbiamo subito allestito la nostra "sala di meditazione" in una piccola stanza adiacente al dormitorio, coprendo l'antico pavimento di pietra con tappeti e stuoie. Era destinata solo agli adulti per la meditazione al mattino prima della colazione, e siamo stati felicemente sorpresi nel vedere circa meta' dei bambini alzarsi di loro iniziativa per stare con noi.
Una scena indimenticabile: cosi' tanti visi di bambini sonnolenti ma molto curiosi e aperti, seduti tranquilli e pacifici per mezz'ora! E poi l'onore di veder arrivare tra noi Fratello Francisco per questa seduta di meditazione, ancora vestito con la sua veste bianca, dopo aver cantato nella cappella, insieme ai suoi fratelli eremiti, le Lodi, la preghiera mattutina.
Abbiamo trascorso ogni giornata quasi interamente immersi nella foresta millenaria, una delle poche foreste in Europa dove gli alberi non sono mai stati tagliati.
Wolfgang, musicista terapeuta svizzero, non-vedente, ci ha guidati sullo stesso cammino percorso da San Francesco per andare da La Verna a Camaldoli, dove lui stesso ha dimorato e praticato in una delle celle degli eremiti. Camminando in silenzio, consapevolmente, insieme ai bambini, invitando ciascuno a respirare nell'atmosfera sacra di una natura vergine abbiamo davvero sentito di camminare sulle orme del Santo.
Nella foresta abbiamo svolto numerose attivita' che hanno nutrito la nostra felicita'.
Un giorno abbiamo edificato un "altare alla natura" realizzato con oggetti che ognuno aveva scelto e raccolto nella foresta: una piuma,
un sasso,una foglia, un ramo, un tronco....
Accompagnati dalla voce vivificante di Sabrina e dalla sua chitarra, abbiamo danzato e cantato sulla riva dei ruscelli e all'ombra di antichi alberi maestosi. Abbiamo raccontato storie, fatto giochi di gruppo, e dopo lunghe camminate e deliziosi picnic con cibo organico preparato accuratamente, abbiamo praticato il rilassamento profondo sdraiati nelle splendide radure.
La fresca aria di montagna, i colori, i fiori selvatici, il silenzio, la purezza della natura e il calore dell'amicizia tra noi, hanno avuto un effetto potente, risanante.
Durante tutta la durata del Campo abbiamo sentito in modo tangibile il sostegno degli antenati spirituali cristiani alla famiglia Buddhista.
Una sera tutti noi, genitori e bambini, abbiamo assistito al Vespro, la preghiera serale, con i monaci e gli altri ospiti in visita all'Eremo.
Un giorno, dopo il picnic e il rilassamento profondo nella foresta, ci siamo separati in 2 gruppi: i genitori hanno fatto una condivisione su come introdurre la pratica della presenza mentale nella loro vita quotidiana, mentre i bambini, assistiti da alcuni di noi, hanno riflettuto e condiviso i loro pensieri a proposito delle 2 promesse, una pratica di etica Buddhista per bambini:
1. Prometto di nutrire la mia comprensione per vivere in pace con persone, animali, piante e minerali
2. Prometto di nutrire la mia compassione per proteggere la vita di persone, animali, piante e minerali.
Siamo stati colpiti dalla profondita' e serieta' delle riflessioni dei bambini. Abbiamo parlato di agricoltura biologica, di cibo vegetariano, e se proprio si vuol mangiare la canne, aver cura di scegliere una fonte che tratta gli animali con compassione. I bambini erano molto ben informati di tutta l'attuale problematica relativa alla produzione di cibi sani, e alla protezione del pianeta.
All'inizio avevamo pensato di non offrire la trasmissione delle 2 promesse perche' era tutto troppo nuovo per la maggior parte dei bambini che partecipavano a un Campo di consapevolezza per la prima volta. Ma quando abbiamo visto quanto avevano a cuore le 2 Promesse, e quanto erano maturi, abbiamo deciso di farlo.
La cerimonia ha avuto luogo al mattino dell'ultimo giorno. Eravamo davvero commossi nel sapere che gli eremiti ci permettevano di farla in una bellissima Cappella accanto alla chiesa, e siamo stati onorati dalla presenza del monaco Francisco. Di fronte a noi c'era lo stupendo affresco di una Madonna con in grembo il Bambin Gesu'. Era cosi' speciale e appropriato! Ispirata dall'energia e dall'amore che emanava da questa immagine, ho adattato l'offerta dell'incenso, che apre la cerimonia, includendo Gesu', i Santi e gli antenati Cristiani accanto ai Buddha e Bodhisattva.
E per terminare il campo ci siamo recati in un posto bellissimo, accanto a una cascata, dove abbiamo praticato il Ricominciare: genitori e bambini hanno espresso il proprio apprezzamento reciproco di fronte a tutti. Molte lacrime di commozione e gioia!
Alcuni genitori non erano venuti con l'intenzione di partecipare a un ritiro di consapevolezza, ma di godere la bellezza della foresta, l'atmosfera speciale dell'Eremo, e fare una vacanza con la famiglia. Ma poi sono entrati in contatto con l'arte di essere presenti attraverso il respiro, il camminare, il mangiare consapevole, attraverso la "meditazione dei sassolini" che abbiamo praticato con i bambini, e nelle parole di alcuni, e' stata un'esperienza di vera e propria trasformazione. Una nonna, che aveva portato con se' il suo nipotino di 6 anni, l'ha descritta come una " iniziazione".
Siamo anche stati onorati dall'accoglienza offerta al nostro fratello vietnamita Phap Tri (fratello Saggio), che e' stato il primo monaco Buddhista ospitato nel recinto interno dell'Eremo, in una cella composta da 3 piccole camere, con il suo piccolo giardino. L'ultimo giorno, anche noi sorelle siamo state ammesse a fargli visita, e lui ha potuto generosamente offrirci le fragole mature del suo giardino!
Eiab, gennaio 2013
Condivisione di Francisco de Maria, monaco residente nell' Eremo di Camaldoli (Arezzo)
La cosa più bella che posso dirti è che di sconosciuti che eravamo, nel breve periodo trascorso insieme (soltanto una settimana) tutti noi abbiamo potuto rendere possibile il faticoso cammino della fratellanza.
La cosa davvero eccezionale è stato che un gruppo così eterogeneo: famiglie, laici, monache e monaci buddisti e cristiani, si è stato capaci di condividere tutto quello che si unisce, senza che quello che ci divide sia stato un ostacolo.
Tante volte penso che il ruolo delle religioni debba essere quello di promuovere nel genere umano la comunione profonda, la compassione, l'accoglienza reciproca e la pace del cuore.
Una delle cose più importanti per me è stato la presenza di Fratello Saggio nelle nostre preghiere del mattino. Accogliere la sua presenza
potenziava la mia preghiera e la mia vocazione del monaco cristiano.
Un altro momento toccante, io direi molto toccante, è stato la cerimonia delle due promesse con i bambini nella nostra aula capitolare. Mi sono emozionato quando i bambini sono stati affidati anche ai nostri santi: Maria, san Romualdo e tutti i santi insieme ai monaci e tutti gli antenati uomini e donne di cuore puro e animo retto.
Un altro momento pregnante è stato la passeggiata nel bosco, la grande comunione nella natura, il grande rispetto per il creato e la gentilezza in ogni passo che accarezzava la nostra madre terra.
Ancora conservo i miei quattro sassolini e ogni volta che li guardo prego per tutti voi. Li ho messi nel mio presepe vicino al bambino Gesù e lo
vivo come un simbolo vivente di comunione tra i diversi credo religiosi.
Ma l'emozione più grande che ho provato è stata quando ho accompagnato fratello Saggio alla cella eremitica (san Martino), una delle più antiche del nostro eremo con più dei mille anni di storia.
Quanti giorni sono dovuti trascorrere prima che un monaco di un altra tradizione potesse esservi ospitato e pregare in essa. Questi sono i veri miracoli dello Spirito!!!
Sono tutte piccole cose che nel grande universo sembra abbiano pochissima importanza, però sono piccoli passi che nella storia dell'umanità tante volte lacerate per la violenza religiosa hanno la loro importanza e il loro significato.
Sono passi che ci dicono che tutti siamo uno e che lo Spirito guida questo caos verso la pienezza di vita, una nuova armonia che scaccia via le discordie e l'incompatibilità. La vera spiritualità ci aiuta in due cose molto importanti: il primo non avere scontri sterili, e il secondo mantenere ciascuno la nostra vera e propria identità.
Il vero cammino spirituale ci porta alla vera comunione ma mai alle identificazioni sterili.
Camaldoli, gennaio 2013
Condivisione di Axel Bayer, monaco residente nell'Eremo di Camaldoli (Arezzo)
La voce della campana
Con profonda gratitudine per la presenza colorata, vivace e silenziosa allo stesso tempo, penso ai giorni trascorsi insieme nel mese di giugno scorso con il gruppo di famiglie accompagnati da Adriana, le monache/ci della tradizione del buddhismo vietnamita di Thich Nhat Hanh, e tanti amici aiutanti.
La nostra casa e la nostra preghiera si sono arricchiti della loro presenza gioiosa e tranquilla. Abbiamo pregato insieme, abbiamo scoperto insieme le bellezze della foresta di Camaldoli, abbiamo strappato insieme le erbacce nel roseto, abbiamo cantato, abbiamo mangiato insieme - abbiamo condiviso la consapevolezza dell’unica fonte dalla quale tutti provengono e tutto proviene.
L’immagine più forte che ho portato con me di questa settimana è però quella della piccola campana che segnalava per tutti, i momenti più importanti, quelli che meritano di fermarsi un attimo e di accogliere in silenzio il dono del momento - un canto, un pasto, una preghiera - questi momenti che ci ricordano in modo più specifico la presenza divina in tutte le cose, in tutti gli esseri. Una piccola campana in un sacchetto di stoffa marrone, con un batacchio di legno scuro. Già quando veniva tolta dal suo sacchetto tutti si fermavano, tutti in silenzio. Poi Sorella Gioiello la dava a uno dei bambini. Ognuno di loro sembrava sempre pienamente consapevole dell’importanza di questo piccolo gesto di suonare la campana, gesto importante, non solo perché per un momento tutti guardavano, ma importante perché rimandava a qualcosa di più grande del suono brillante della piccola campana, una voce di un oltre che irrompe nella nostra vita. E tutti ascoltavano il suono e il silenzio che segue con occhi grandi, con meraviglia, con stupore – momenti magici e semplici allo stesso tempo, un piccolo gesto inserito nel nostro quotidiano che ci ricorda che tutto nella nostra vita è permeato di un oltre, di un altro, di una presenza amorevole. E noi lo potevamo proprio cogliere negli occhi brillanti dei bambini.
Quando oggi ho la sensazione di dimenticarmi un po’ delle meraviglie nel nostro quotidiano, di entrare troppo in un ritmo affannato, nel quale conta solo quello che uno produce, nel quale non sembra esserci lo spazio e il tempo per guardare il cielo, allora mi ricordo del suono della campana e dello sguardo dei bambini, mi fermo un attimo e già di nuovo si apre uno spiraglio di luce e sono di nuovo consapevole della Sua presenza amorevole.
Grazie sorelle e fratelli, grazie della vostra presenza in mezzo a noi e grazie per la voce della campana che ancora oggi mi ricordo quello che veramente conta.
Camaldoli, gennaio 2013
Fratello Saggio
Sorella Gentile