La città di Gibellina Nuova è stata costruita ex novo in seguito al terremoto che nel 1968 distrusse la maggior parte dei comuni della valle del Belice, in provincia di Trapani. Il sito su cui sorge l'attuale centro abitato dista undici chilometri dai ruderi del vecchio paese in cui Alberto Burri ha realizzato l'opera memoriale di land art Grande Cretto. Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.
Nel 1970 Ludovico Quaroni riceve l'incarico per la progettazione della chiesa parrocchiale di Gibellina sulla sommità di una leggera collina, nel punto più alto del paese.
La piazza del comune è circondata da un portico realizzato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà, alle cui pareti si trovano delle ceramiche decorate da Carla Accardi. Al bordo della piazza si trovano delle sculture di metallo bianco - originariamente scenografia per l'opera teatrale "Edipo Re" - intitolate La città di Tebe di Pietro Consagra, la scultura in travertino Città del sole di Mimmo Rotella e La torre civica di Alessandro Mendini.
Il sistema delle piazze
Il cosiddetto sistema delle piazze a Gibellina è un allineamento di piazze cinte da strutture architettoniche laterali progettate da Franco Purini e Laura Thermes. Del sistema delle piazze fanno parte:
la Piazza Rivolta del 26 giugno 1937;
la Piazza Fasci dei Lavoratori;
la Piazza Monti di Gibellina;
la Piazza Autonomia Siciliana;
la Piazza Passo Portella delle Ginestre.
La collezione d'arte contemporanea di Gibellina, si forma dal 1980 attraverso il contributo di numerosi artisti ed è raccolta nel Museo d'arte contemporanea Ludovico Corrao, con una collezione di circa 2.000 opere d’arte.[13]
Vi sono opere di artisti tra cui Mario Schifano, Giulio Turcato, Arnaldo Pomodoro, Gino Severini, Alighiero Boetti, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, Pietro Consagra, Carla Accardi.
Nata nel 1990 come scenografia di La sposa di Messina di Friedrich Schiller, messa in scena a Gibellina per le Orestiadi, alla fine delle rappresentazioni l'opera fu installata definitivamente presso il Baglio Di Stefano, sede di un museo di arte contemporanea.
Il Cretto di Gibellina, titolo originale Grande Cretto, è un’opera di land art realizzata da Alberto Burri, lì dove un tempo sorgeva la città di Gibellina vecchia in Sicilia, tra il 1984 e il 1989. Una distesa di 80 mila metri quadri di cemento bianco e detriti che racconta la storia di una città scomparsa dalle cartine geografiche.