Il mosaico è un tipo particolare di decorazione pittorica formata dall’accostamento di sezioni di materia colorata, (marmi, pietre, paste vitree, conchiglie) dette tessere che vengono disposte a formare particolari figurazioni per ornare pavimenti, pareti e soffitti.
I primi esempi di mosaici risalgono a circa 4000 anni fa in Mesopotamia, dove venivano realizzati con coni di argilla, nel tempo, la tecnica si è evoluta con l'uso di ciottoli, pietre e poi tessere di marmo e vetro, soprattutto a partire dal periodo greco e romano.
Il mosaico più antico conosciuto risale all'VIII secolo a.C. [Gordion, in Frigia (odierna Turchia)]. Nel mondo greco e romano la tecnica musiva si diffonde soprattutto nella decorazione pavimentale, ancora più notevole nel periodo bizantino e durante il medioevo, quando venne largamente adottata per la decorazione parietale in edifici civili e religiosi. Dopo essere stata per un certo tempo abbandonata, questa tecnica è tornata ad attirare l’interesse di importanti artisti agli inizi del Novecento.
Coni di argilla di Uruk, (circa) 3000 A.C.
Coni di argilla di Uruk, (circa) 3000 A.C.
Mosaici a ciottoli - (Pella) IV sec. A.C.
Il mosaico greco e romano nacque come una composizione artistica e figurativa ottenuta mediante frammenti di materiali diversi, dette tessere, per formare immagini o disegni decorativi. Le tessere potevano essere di basalto, di travertino, di marmi di diverso colore, di diaspri vari, di pasta vitrea o di conchiglie. Si usava principalmente per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, ma in seguito venne usato pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, incasellati in una pittura parietale più estesa. Le tessere potevano essere di varia grandezza e profondità, più erano piccole più il disegno era definito, specie nei mosaici policromi, mentre le tessere più grandi venivano usate nei giardini, nei negozi o nelle abitazioni. Il termine mosaico nel sostantivo, e musivo per l'aggettivo, in latino chiamato opus musivum, dovrebbe avere un riferimento alle Muse, cioè "opera delle Muse" oppure "rivestimento applicato alle grotte dedicate alle Muse ". Gli antichi romani in effetti solevano costruire, nei giardini delle ville, grotte e anfratti dedicati alle Ninfe (ninpheum) o alle Muse (musaeum), decorandone le pareti con sassi e conchiglie. Quindi musaeum o musivum indica la grotta e opus musaeum o opus musivum indica il tipo di decorazione murale.
letteralmente "opera di scuoto" I mosaici dello stile scutulatum hanno l'aspetto di un semplice pavimento a mosaico privo di decorazioni figurali e erano in uso in tutto l'Impero Romano.
Il cocciopesto (signino) impreziosito con delle tessere bianche e nere o policrome disposte a formare disegni geometrici, con fasce, cornici e riquadrature dei diversi spazi abitativi; si ottenevano anche semplici decorazioni spargendo schegge irregolari di marmo o di pietre.
Il mosaico costituito da tessere grandi, di forma rettangolare o quadrata, (fino a uno o due centimetri) disposte in maniera lineare e simmetrica. Questa tipologia veniva usata per ricoprire grandi superfici.
caratterizzato da piccole tessere che, disposte in maniera asimmetrica, seguono il contorno delle immagini. Le tessere impiegate, di forma e colori diversi, possono avere dimensioni che variano dai 4 mm fino ad un solo millimetro.
Nell'età ellenistica e nella tradizione romana la scena maggiore, detto emblemata, o emblema, veniva realizzato con la tecnica del vermicolato e cominciò ad assumere le caratteristiche di un quadro incorniciato dalla decorazione realizzata invece con la tecnica del tassellato.
L'opus sectile o tarsia marmorea è una tecnica musiva che utilizza lastre marmoree di vario tipo sagomate e giustapposte le une alle altre senza lasciare spazi intermedi in modo che, da tale lavorazione, risultino varie immagini sia geometriche sia figurative.
variante dell’opus sectile, caratterizzato dall’impiego di lastre tonde o rettangolari di marmi policromi incorniciate da fasce di mosaico. Prende il nome da Alessandro Severo, durante il cui impero (222-235 d.C.) conobbe ampia diffusione; impiegato nell’architettura bizantina e islamica, fu ripreso in epoca medievale nell’Italia meridionale e, a Roma, dai Cosmati. Chiamato anche stile cosmatesco.
dal catalano trencat che significa rotto, frammentato, è un tipo di applicazione ornamentale che impiega frammenti di ceramica.
COME SI ESEGUIVANO I MOSAICI COME SI ESEGUIVANO I MOSAICI?
La materia prima era il vetro colorato Si producevano delle tessere di vetro larghe e basse che venivano tagliate con strumenti appuntiti tessere piccole per il viso e gli incarnati tessere più grandi per il resto della composizione per il fondo oro si usava un altro procedimento: su una piastra di vetro verdastro veniva stesa una sostanza collosa detta bolo sulla sostanza collosa veniva applicata una sottile lamina d'oro detta foglia sulla foglia veniva versato un sottile strato di vetro trasparente il tutto veniva cotto una volta raffreddato veniva tagliato quando le tessere erano pronte venivano applicate sull'intonaco fresco sul quale precedentemente era stato preparato un disegno da seguire per agevolare la disposizione delle tessere.