Significato Processo psichico che porta ad ricondurre forme casuali a forme note
Etimologia dal greco: para simile eidolon immagine.
Si tratta di un processo inconsapevole e automatico che il nostro cervello compie costantemente. La sua importanza è stata fondamentale, in passato, per ricostruire intuitivamente la presenza di un predatore mimetizzato - e in generale qualsiasi pericolo nascosto. Questo retaggio evolutivo dell’immaginazione, oltre che essere splendido pure fine a se stesso, resta di importanza capitale ad esempio per la psicologia, o per la pubblicità. Insomma, le nostre modalità associative possono dire molto di noi - o essere sfruttate in maniera surrettizia.
Tutti ci siamo fermati a guardare il cielo: le nuvole assomigliano alle cose più disparate. E vediamo visi nei giochi d’ombra delle foglie degli alberi, e, se ne abbiamo paura, una macchia sul muro diventa un pericoloso ragno.
Vediamo anche le facce che ogni automobile ha davanti e dietro. Inutile precisare che i fari sono gli occhi - tanto sono visi che vediamo tutti. Le automobili più lussuose ed appariscenti hanno musi affilati ed aggressivi, le utilitarie espressioni mansuete e pacioccone. Un caso. E tutti sappiamo che cosa sono le macchie di Rorschach - test psicologico che trae indizi sulla psiche a partire da ciò che uno vede in macchie di inchiostro casuali.
Tutto questo è pareidolia.
Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/pareidolia
SPIEGAZIONE DELL'EFFETTO
La percezione delle facce è un noto risultato dell'evoluzione biologica del nostro cervello, in particolare una piccola popolazione di neuroni con risposte selettive ai volti (descritti per la prima volta nel 1972) [1]. L'evoluzione ha permesso lo sviluppo di questa capacità specifica di riconoscimento, che non è esclusiva dell'uomo ma si presenta evidente anche in alcuni animali come gli scimpanzé. Una spiegazione tipicamente evolutiva è da fare risalire, probabilmente, a una capacità sviluppata con lo scopo di difendersi dai predatori: se nel mezzo di una foresta o di un gruppo di arbusti riconosco velocemente il volto di un animale pericoloso, ho più probabilità di mettermi al riparo o di contrattaccare. La capacità di riconoscere le facce si sviluppa fin dalla più tenera età, in aree specifiche del cervello.
L'analisi ed il ricordo dei volti rappresenta una competenza cognitiva fondamentale nei primati. In molti primati, la sensibilità olfattiva è infatti molto minore rispetto a quella di altri gruppi di vertebrati e la visione è la modalità cruciale per la comunicazione sociale. L'informazione visiva relativa ai volti veicola quindi una grande quantità di informazioni critiche riguardo agli altri individui, la loro posizione sociale, il loro stato emozionale e le loro intenzioni.