Presumibilmente nato a Bristol all’inizio degli anni Settanta, Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti della street art ed è stato inserito nel 2019 da ArtReview al quattordicesimo posto nella classifica delle cento personalità più influenti nel mondo dell’arte. Ma nessuno conosce la sua identità. Quello che sappiamo è che si è formato nella scena underground di Bristol, dove ha collaborato con diversi artisti e musicisti e che la sua produzione artistica è iniziata a fine anni Novanta. Da questo momento in poi, ha iniziato a invadere numerose città, da Bristol a Londra, a New York, a Gerusalemme fino a Venezia con graffiti e varie performance e incursioni.
La poetica di Banksy si è caratterizzata nel tempo per le azioni di protesta come ad esempio il progetto che lo ha portato a dipingere sul muro che separa Israele dalla Cisgiordania degli squarci che fanno vedere un mondo migliore al di là del muro, fino alla recente apparizione del suo murales durante la Biennale di Venezia, proprio a sfidare il sistema dell’arte contemporanea. Impossibile non aver saputo poi della sua ultimissima azione contro il sistema: l’ autodistruzione della sua opera dopo essere stata battuta ( e aggiudicata!) all’asta.