Markus Yakovlevich Rothkowitz, in lettone Markus Rotkovičs, nacque a Daugavpils, in Lettonia, il 25 settembre 1903, da Yakov, farmacista, e Anna Goldin, in una famiglia di buona istruzione, di origini ebree e di convinzioni laiche. Rothko, ultimo di quattro fratelli, studiò comunque il Talmud dopo che il padre tornò ad abbracciare la religione di famiglia, e a dieci anni, assieme alla famiglia, emigrò negli Stati Uniti, e per l’esattezza a Portland, nell’Oregon. Yakov tuttavia morì pochi mesi dopo l’arrivo in America: l’evento fu traumatico per la famiglia e lasciò i Rothko senza reddito. Anche Mark fu dunque costretto a lavorare fin da ragazzino, vendendo giornali (la morte del padre peraltro lo allontanò dalla religione). Dopo aver finito le scuole a Portland e dopo aver imparato l’inglese (la sua quarta lingua: parlava fluentemente lettone, russo e yiddish) iniziò nel 1921 a studiare all’Università di Yale, dopodiché nel 1924 si trasferì a New York per iscriversi alla Art Students League, dove studiò con George Bridgman e Max Weber. Nel 1929 cominciò il suo lavoro di insegnante di pittura per bambini alla Center Academy del Brooklyn Jewish Center, un posto di lavoro che mantenne per vent’anni.
Parallelamente Rothko aveva cominciato la sua carriera di pittore: nel 1928 aveva esposto alla Opportunity Gallery, presentandosi con opere su cui figuravano cupi interni e scene urbane, che ottennero favorevoli riscontri da parte della critica e dei colleghi. Nel 1932 conobbe e sposò Edith Sachar, designer di gioielli. Negli anni Trenta conobbe Milton Avery, pittore che lo convinse del fatto che l’idea di fare una carriera da artista era per Mark Rothko del tutto possibile. I successi non tardarono ad arrivare: nel 1933, infatti, Rothko tenne la sua prima personale al Museum of Art di Portland e poco dopo replicò a New York, alla Contemporary Arts Gallery. Nel 1935 si unì a Ilya Bolotowsky, Ben-Zion, Adolph Gottlieb, Louis Harris, Ralph Rosenborg, Louis Schanker e Joseph Solman per formare il gruppo The Ten (“I dieci”), il cui obiettivo era quello di reagire alla pittura tradizionale. Nel 1938 riuscì finalmente a ottenere la cittadinanza americana e due anni dopo, preoccupato per il dilagare dell’antisemitismo anche negli Stati Uniti, cambiò il suo nome, da Markus Rothkowitz a Mark Rothko (evitò di abbreviare in “Roth” perché Roth è un altro cognome di origini ebraiche). Negli stessi anni il suo stile, inizialmente molto influenzato dall’impressionismo (Rothko dipingeva soprattutto scene di vita cittadina), cominciò a evolvere verso l’astrazione, in maniera progressiva. Tra la fine degli anni Trenta e il 1946 i suoi dipinti riflettevano i suoi interessi per temi come la mitologia greca e l’arte primitiva, con spunti tratti dalle opere di Joan Miró e André Masson (Rothko era infatti attirato dalla teoria surrealista dell’automatismo psichico, che sperimentò per cominciare a creare le sue prime forme astratte). Le sue opere “surrealiste” furono presentate per la prima volta alla galleria Art of This Century di Peggy Guggenheim a New York nel 1945. L’anno prima aveva divorziato dalla moglie e nel 1945 si era risposato con Mary Alice Beistle.
Nel 1947 Rothko aveva terminato anche l’esperienza “surrealista” per darsi a composizioni non oggettive. Risale all’inizio degli anni Cinquanta l’elaborazione dei Color field paintings, opere cui Rothko giunse dipingendo due o tre rettangoli luminosi dai bordi morbidi e sfumati, sospesi come se fluttuassero. Sull’elaborazione della nuova poetica ebbe un impatto determinante la conoscenza dell’arte astratta di Clyfford Still, uno dei primi espressionisti astratti. Nel 1948 fondò a New York la Subjects of the Artist School assieme a Robert Motherwell, William Baziotes, Barnett Newman e David Hare: qui, Rothko insegnava e partecipava alle pubblicazioni. La sua arte nel frattempo aveva cominciato a conoscere fama internazionale, tanto che nel 1950 decise d’intraprendere un viaggio in Europa (la cosa che lo impressionò di più furono gli affreschi del Beato Angelico in San Marco a Firenze, per via della loro carica spirituale che Rothko sentiva molto vicina alla propria sensibilità), mentre sue mostre cominciavano a tenersi in Europa e in Asia. Il 30 dicembre del 1950 nacque la figlia Kathy Lynn. Nel 1954 espose all’Art Institute di Chicago e nel 1958 ottenne la prima commissione importante, per una serie di dipinti per il ristorante Four Seasons, che sarebbe divenuta una delle sue opere più importanti (i Seagram Murals, così noti perché la sede del ristorante era nel Seagram Building). Nel 1958 viaggò nuovamente in Europa e nel 1961 attese al murale per l’Holyoke Center dell’Università di Harvard, dopodiché dal 1964 al 1967 lavorò alla cappella di Houston realizzando quattordici tele che costituiscono il suo capolavoro più famoso (leggi qui un approfondimento sulla cappella di Rothko a Houston). Nel 1963, intanto, era nato il secondo figlio, Christopher. Nel 1970, con l’aggravarsi della sua depressione, l’artista si tolse la vita: fu trovato morto il 25 febbraio del 1970 dall’assistente Oliver Steindecker, con un vistoso taglio sull’arteria del braccio destro, e stroncato da un’overdose di barbiturici. Non lasciò nessun biglietto di addio
Pollock nacque nel 1912 a Cody, Wyoming, da LeRoy Pollock e Stella May McClure, ed era il più giovane di cinque fratelli. Suo padre faceva l'agricoltore e in seguito diventò un agrimensore alle dipendenze dello Stato. Jackson trascorse la sua gioventù tra l'Arizona e la California e studiò alla High School di Reverside e poi alla Manual Arts High School di Los Angeles, dalle quali venne espulso per indisciplina.
Ebbe modo di entrare a contatto con i nativi americani mentre accompagnava il padre a effettuare i rilevamenti. Nel 1929, raggiungendo il fratello Charles, si trasferì a New York, dove entrambi diventarono allievi del pittore Thomas Hart Benton alla Art Students League. La predilezione di Benton per i soggetti ispirati alla campagna americana non fece una grande presa su Pollock, ma il suo ritmico uso del colore e il suo fiero senso di indipendenza ebbero invece su di lui un'influenza duratura.
Nell'ottobre del 1945 Pollock sposò una nota pittrice statunitense, Lee Krasner, e il mese successivo si trasferirono in quello che è ora conosciuto come il Pollock-Krasner House di Springs, Long Island. Peggy Guggenheim prestò loro la somma necessaria per pagare l'anticipo di una casa in legno con annesso un fienile, che Pollock trasformò in un laboratorio. Fu lì che perfezionò la sua celebre tecnica di pittura spontanea con cui faceva colare il colore direttamente sulla tela.
Pollock era stato introdotto all'uso del colore puro nel 1936, durante un seminario sperimentale tenuto a New York dall'artista messicano specializzato in murales David Alfaro Siqueiros. Aveva quindi usato la tecnica di versare il colore sulla tela, una tra le diverse tecniche impiegate in quel periodo, per realizzare all'inizio degli anni quaranta quadri come Male and Female e Composition with Pouring I. Dopo essersi trasferito a Springs iniziò a dipingere stendendo le tele sul pavimento del suo studio e sviluppando quella che venne in seguito definita la tecnica del dripping (in italiano sgocciolatura). Per applicare il colore si serviva di pennelli induriti, bastoncini o anche siringhe da cucina. La tecnica inventata da Pollock di versare e far colare il colore è considerata come una delle basi del movimento dell'action painting.
Operando in questo modo si distaccò completamente dall'arte figurativa e andò contro la tradizione di usare pennello e cavalletto, decidendo inoltre di non servirsi per il gesto artistico della sola mano; per dipingere usava tutto il suo corpo. Nel 1956 la rivista TIME soprannominò Pollock "Jack the Dripper per il suo singolare stile di pittura.