Una sera camminavo lungo un viottolo in collina nei pressi di Kristiania - con due compagni. Era il periodo in cui la vita aveva ridotto a brandelli la mia anima. Il sole calava - si era immerso fiammeggiando sotto l'orizzonte. Sembrava una spada infuocata di sangue che tagliava la volta celeste. Il cielo era di sangue - sezionato in strisce di fuoco - le pareti rocciose infondevano un blu profondo al fiordo - scolorandolo in azzurro freddo, giallo e rosso - Esplodeva il rosso sanguinante - lungo il sentiero e il corrimano - mentre i miei amici assumevano un pallore luminescente - ho avvertito un grande urlo ho udito, realmente, un grande urlo - i colori della natura - mandavano in pezzi le sue linee - le linee e i colori risuonavano vibrando - queste oscillazioni della vita non solo costringevano i miei occhi a oscillare ma imprimevano altrettante oscillazioni alle orecchie - perché io realmente ho udito quell'urlo - e poi ho dipinto il quadro "L'urlo".
Edvard Munch, L’urlo, 1893. Tempera e pastello su cartoncino, 91 x 73,5 cm. Oslo, Nasjonalmuseet.
Edvard Munch, L’urlo, 1910. Tempera su pannello, 83 x 66 cm. Oslo, Munchmuseet.
Edvard Munch, L’urlo, 1895. Stampa su carta. New York, The Metropolitan Museum of Art.
Edvard Munch nacque nel 1863 a Løten, nei pressi di Oslo. Iniziò la sua carriera come pittore realista, ma presto abbandonò questa corrente per perseguire un’arte sempre più simbolica e spiccatamente post-impressionista, anche grazie all’influen¬za delle opere di Gauguin, Toulouse-Lautrec e Van Gogh, che ebbe modo di vedere a Parigi. Nel 1892 fu invitato all’esposizione annuale degli artisti berlinesi, ma la mostra fu chiusa poco dopo perché le sue opere furono ritenute dalle autorità scandalose e oscene, una condanna che avrebbe marchiato il suo lavoro negli anni a venire. Dal carattere inquieto, anche a causa dei gravi lutti familiari vissuti durante l’infanzia e dell’abuso di alcol, nel 1908 soffrì di una profonda crisi nervosa, che lo portò a isolarsi in un sanatorio a Copenaghen. Tornato in Norvegia, visse e lavorò in modo appartato fino alla sua morte, avvenuta nel 1944. Lasciò la totalità della sua produzione alla città di Oslo.