"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. - Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan. - Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea dell'arco che esse formano. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: - Perché mi parli delle pietre? è solo dell'arco che mi importa. Polo risponde: - Senza pietre non c'é arco." (Italo Calvino - Le città invisibili
Nella preistoria, era in uso un abbozzo di arco, noto come “falso arco” o “arco a mensola”, ottenuto mediante la progressiva sovrapposizione di pietre piatte che, a partire dai due sostegni laterali, venivano appoggiate l’una sopra l’altra tendendo via via a ridurre la distanza intermedia, fino a congiungersi nel centro: si otteneva, così, una struttura “a scalini”, staticamente ben diversa dall'arco (poiché scaricava il peso sostanzialmente solo verticalmente)
Nel corso dei secoli, la tecnica costruttiva si affinò con gli egizi, i babilonesi e i greci, che usavano generalmente gli archi nelle costruzioni civili (magazzini, fognature); con gli assiri, a cui si devono i primi palazzi con soffitti a volta; e con gli etruschi, che utilizzavano gli archi soprattutto nei ponti e nelle porte.
Ma il vero e proprio splendore fu raggiunto grazie ai romani, che lo utilizzarono per le costruzioni civili (edifici privati e pubblici, anfiteatri, ecc), per grandiose opere ingegneristiche (si pensi ai maestosi acquedotti), per ragioni simbolico/celebrative (archi di trionfo, atti ad esaltare le vittoriose battaglie dell'imperatore agli occhi della folla: la cerimonia dei trionfi durava pochi giorni, ma l'arco ne prolungava il ricordo nei secoli, insieme all'opera dei poeti e degli storici!) e come punti di riferimento posti all'incrocio di più strade.
L’arco è costituito da una serie di elementi, ciascuno avente una precisa collocazione e termine tecnico come di seguito precisato:
intradosso: la superficie che limita inferiormente l'arco
estradosso: la superficie che limita superiormente l'arco
spessore: la distanza tra intradosso ed estradosso
larghezza: la distanza tra le fronti
fronti: le due superfici verticali che limitano l'arco anteriormente e posteriormente
piani d'imposta: le superfici da cui ha inizio la costruzione dell'arco
conci di imposta
conci intermedi
conci di controchiave
concio di chiave
piani alle reni: sono i piani inclinati di circa 30° rispetto al piano orizzontale passante per il centro dell'arco (che non necessariamente coincide con il piano d'imposta)
luce (o corda): è la distanza tra i due piedritti. In altre parole è la distanza minima tra i due punti di appoggio dell'arco.
freccia (o saetta, o monta): è la distanza massima tra l’intradosso ed il piano d’imposta dell’arco.