I bestiari (i “libri di bestie”) sono opere didattico-morali nelle quali alle descrizioni degli animali seguono i relativi significati morali. Occupano dunque un posto intermedio tra le favole (storie di animali con valore morale) e le enciclopedie. Accanto ai bestiari troviamo nel Medioevo gli erbari, in cui le piante e le erbe sono interpretate secondo categorie magiche e i lapidari, che descrivono le pietre indicandone presunte proprietà curative e talismaniche.
Questi testi presero spunto dal Physiologus, un testo in lingua greca composto tra la fine del II e i primi anni del III secolo d.C., presumibilmente ad Alessandria d’Egitto. Nelle raffigurazioni medievali gli animali assumono una connotazione religiosa che prescinde dal valore decorativo ed estetico. In esse appaiono animali sia reali che immaginari, le cui qualità vengono spesso descritte allegoricamente ed interpretate come simboli di più profonde verità religiose.
“Quello che noi ci immaginiamo bisogna che sia o una delle cose già vedute, o un composto di cose o di parti delle cose altra volta vedute; ché tali sono le sfingi, le sirene, le chimere, i centauri, etc.” (Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo)
Jorge Luis Borge - IL LIBRO DEGLI ESSERI IMMAGINARI